assemblea

Oggi c’è stata l’assemblea per la presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto telecomunicazioni. Guardiamo le cose positive: rispetto all’ultima volta la Triplice è insieme. Tre anni fa SLC-CGIL era andata per conto suo (ed era rimasta alla fine in minoranza, ma sono cose che succedono). Una cosa probabilmente altrettanto positiva, anche se non sono certo che lo sia per tutti, è che la piattaforma è smilza: quattro pagine di cui una di introduzione. Non oso pensare però a quale sarà la controproposta padronale…
Ma tutto questo penso vi interessi poco: e non molto di più vi interesserà sapere che c’è una richiesta di vietare l’outsourcing dei call center al di fuori dell’Italia “causa privacy” quando spostarli in Romania, cioè in UE, è protetto dalle leggi comunitarie. Però magari vi potrà incuriosire una chicca sullo scorso contratto, che mi è stata raccontata alla fine dell’assemblea.
Dovete sapere che tre anni fa per la prima volta il contratto è stato firmato contestualmente non solo dalla Triplice ma anche dall’UGL. Notate la scelta delle parole: se andate a leggere il testo scoprirete che ci sono due premesse distinte. Però nei contratti precedenti le altre organizzazioni firmatarie firmavano sempre qualche giorno dopo, e la loro firma finiva come appendice al contratto stesso. Bene, un grande successo per il sindacato che fu della Polverini, no? Sì. Ma lo è stato ancora di più perché, a detta del delegato che mi ha raccontato la storia, gli ugiellini non si sono mai fatti vivi durante le trattative e sono stati chiamati per la firma, mezz’ora prima della firma stessa che al solito è arrivata dopo il rito della notte dei lunghi coltelli… dall’Assotelecomunicazioni, cioè dalla Confindustria dei telecomunicazionisti.
Non so voi, ma io trovo la cosa interessante.

Ultimo aggiornamento: 2011-09-26 21:27

3 pensieri su “assemblea

  1. 4lb3rt0.d4m1c0

    Ciao .Mau.,
    non si evince dal post quale sia la tua opinione in merito, ma non trovi un po’ triste che per non spostare i call center all’estero ci si debba appellare alla privacy? Non è di per sé una plateale sconfitta del sindacato far dipendere questioni di diritto al lavoro e di relazioni industriali da una normativa, alquanto fumosa nello specifico, che tutela i diritti dell’individuo?
    E poi, si sa, che la privacy entra nella questione dei call center, perché gli danno fastidio i call center in sé, non il fatto che siano qui o in Romania.
    Ciao
    A

  2. .mau.

    La mia opinione è che la delocalizzazione (e la dequalificazione) dei call center sia una brutta cosa, che ha senso cercare di far mettere qualcosa nel contratto collettivo visto che la legge di tutele ne dà poche o punte, ma che cercare di usare la privacy come scusa servirà semplicemente a far fare una risata ad ASSTEL, e quindi averla messa nella proposta è un boomerang.

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