Percentuali e arrotondamenti

Stefano mi segnala questo articolo del Sole-24 Ore che spiega come i rivenditori possono fare in pratica per evitare di modificare tutti i prezzi nei loro cataloghi; basta scrivere all’inizio che ai prezzi occorre aggiungere una percentuale X dovuta all’aumento dell’IVA. Tecnicamente la cosa non fa una grinza, e anche l’esempio fatto è corretto; i prezzi finali non aumentano dell’1% come ingenuamente qualcuno potrebbe immaginare, ma dei 5/6 dell’1%, come si vede appunto dall’esempio. Stefano però si è stupito che questa percentuale di aumento sia stata indicata essere dello 0,833334%, con un arrotondamento per eccesso e non per difetto come si fa usualmente. Il mio primo pensiero è stato “con l’Erario non si sa mai, melius abundare quam deficere”; ma il mio secondo pensiero è stato “ma vale la pena?”, e così mi sono messo a fare i conti.
La differenza tra l’arrotondamento per eccesso del Sole e quello per difetto standard è dello 0,000001%, cioè una parte su cento milioni, o se preferite un centesimo ogni milione di euro. In realtà ci sono prezzi minori specifici per cui si vedrebbe un risultato diverso dell’arrotondamento, ma per calcolarli mi servirebbe conoscere la normativa esatta per lo scorporo dell’IVA e quindi sapere quante cifre decimali devo usare. Ad ogni buon conto, credo proprio che all’atto pratico quell’arrotondamento è assolutamente ininfluente: si può quindi tornare alla domanda iniziale, “perché allora è stato fatto per eccesso?”. A voi il giudizio.

Ultimo aggiornamento: 2011-09-16 12:20

9 pensieri su “Percentuali e arrotondamenti

  1. Arimsvotnsheepzwei

    C’entra niente, scusa l’associazione: mi ricordo che, quando uscirono i primi computer, quello che mi stupiì è che nelle riviste il prezzo era indicato in x+IVA, cosa che non accade per alcuna categoria merceologica.

  2. .mau.

    non è che quando uscirono i primi personal computer nessuno pensava che sarebbero stati comprati da persone (nonostante il nome) bensì da aziende?

  3. mestesso

    A naso: il tuo ragionamento, pur corretto, non tiene conto del fatto che nella normativa non esiste alcun riferimento alla precisione del calcolo (ed il suo numero di decimali). Quindi, il fattore calcolato è stato proposto in questi termini in termini del tutto cautelativi.
    Non mi sembra che sia uscito il decreto attuativo che potrebbe contenere in termini espliciti tale fattore, nel qual caso il problema è risolto: si fà così perché è così e basta :-).

  4. it'S. me.

    Se volevano la precisione nella conversione bastavano 3 decimali per qualunque prezzo o in alternativa moltiplicare per 121/120. Per i computer era ovviamente per farli sembrare più economici.

  5. it'S. me.

    Probabilmente hanno preso le 6 cifre significative (sbagliando l’arrotondamento) come per i tassi ufficiali di cambio (1 EUR = 1936,27 ITL) dimenticando però che se parli di percentuali ci sono già 2 cifre. Lo 0,833334% si rappresenta in maniera standard con 0,00833334 ovvero ha 8 cifre significative.

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