cari i miei fanZ,
stavolta non potete dire che non vi avvisi con congruo anticipo: giovedì 15 sono di nuovo a Radio Popolare a fare il “professore”. Tema della puntata: i paradossi (tra il filosofico e il matematico). Avete suggerimenti?
Ultimo aggiornamento: 2011-09-05 11:55
Il paradosso del barbiere di Russell mi sembra piuttosto “raccontabile” per radio
Io ho una curiosità: quando in Numb3rs spiegavano i vari teoremi citati sparavano capperate o dicevano cose sensate ?
Numb3rs aveva un matematico come consulente, quindi i teoremi, per quanto romanzati, erano sensati.
Dipende da quale tipo di audience è attesa. Se è molto generalista si possono usare i grandi classici: quello di Zenone spiegato con Leibniz e quello degli insiemi di Russel spiegato con il barbiere che rasa se stesso o col viaggiatore del tempo (anche se da qualche parte ho letto che i quantistici l’hanno risolto con le solite brillantissime elucubrazioni sul multiverso e il continuum spaziotempo… :-P ).
Secondo me uno di grandissimo effetto, pur essendo solo etimologicamente un paradosso, è quello del gioco delle tre porte con dietro l’automobile.
Un altro che mi piace moltissimo è il paradosso della chiaroveggenza.
@glayos: mi sa che il paradosso della chiaroveggenza lo tratterò l’anno prossimo, e stavolta mi dedicherò ai classici… e mi rifiuto di parlare di Monty Hall :-)
(ah, ricordo per chi vota ai MacchiaAwards che 3 Metri sopra il Cepu è candidato tra i migliori podcast)
Peccato che tu sia alla radio perchè anche il paradosso dell’area che si perde trasformando un quadrato in rettangolo (si chiama paradosso del cuneo giusto?) è davvero soprendente.
Io trovo bellissimo il paradosso dell’esame imprevisto (o dell’impiccagione imprevedibile).
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_dell%27impiccagione_imprevedibile
La cosa che mi piace molto è che il ragionamento che si fa sul sul paradosso “rafforza l’enunciato”, in quanto la convinzione che l’esame non ci possa essere rende l’esame “ancora più imprevisto” (se mi passi l’espressione).
cia’nt
uhmm… sarò naif, ma sono per i paradossi da bar che si possono comunicare con poche parole; me ne vengono un paio:
1. il classico paragone dell’infinito: “La parte è inferiore al tutto?” (es: i numeri pari sono meno dei numeri pari + i numeri dispari?)
2. non so come si chiama ma potrebbe essere usato per dare un’idea di Godel, sempre al bar. Sull’impossibilità di dire la verità anche se lo si vuole e si sa qual è. Le regole sono: puoi rispondere solo con un “sì” o con un “no”. Dimmi se la tua prossima parola sarà “no”.
vabbe’, magari non sono esattamente dei paradossi, però rientrano nell’accezione di paradossi che si ha al bar :-)
@Mida04: il primo è praticamente uno dei paradossi di Zenone (il meno noto dei quattro) e il secondo è quello del mentitore. In effetti la scaletta che ho preparato parte appunto da Zenone ed Epimenide (oltre al paradosso del mucchio di sabbia) come archetipi, e poi si sposta ai classici moderni da Russell a Banach-Tarski a Schrödinger. Ma chi ha già sentito l’altra trasmissione sa che alla fine può entrarci di tutto, si improvvisa alla grande.
A me piace da matti questo: “Un giorno un padre, dopo che il figlio ne aveva detta una grossa, lo trascinò al Ponte dei Bugiardi, dicendogli che era così chiamato perché sarebbe crollato se un bugiardo l’avesse attraversato. Il bambino si spaventò, e confessò la bugia. Ma il ponte crollò ugualmente quando il padre lo attraversò, perché egli aveva ovviamente mentito. Non esiste, infatti, nessun Ponte dei Bugiardi”. (da C’era una volta un Paradosso – Piergiorgio Odifreddi)
Ora ho capito come hai fatto a fare una bella scaletta così in fretta :D scaletta collettiva!
Per variare un po’ rispetto ai classici parlerei del cielo stellato di Olbers, e magari data la radio e le elezioni che prima o poi arriveranno, di Condorcet
@emobranco: no, la parte collettiva mi serve se l’anno prossimo devo fare il corso avanzato di paradossi :-)
@marco b. rossi: per le elezioni (compreso paradosso dell’Alabama e teorema di Arrow) spero in una puntata straordinaria :-)
io non ho consigli, ma un problema sul lavoro: devo preparare delle tabelle che riassumano le risposte ad un questionario; l’ultima domanda del questionario è “spazio per eventuali commenti” (e si può lasciare in bianco), ed io devo stabilire quanti hanno lasciato un commento e quanti no; se uno riempie la stringa con la scritta “nessuno”, lo conto tra coloro che hanno lasciato un commento o no?
@devan il commento c’è, mi pare ovvio. Il problema ci sarebbe se qualcuno scrivesse “questo non è un commento”.
@mau: quindi dovrei contare anche chi ha inserito la stringa “.” o ” “? In altre parole: il fatto di scrivere qualcosa nella stringa dedicata ai commenti, è sufficiente per stabilire che è stato lasciato un commento, oppure la stringa scritta deve avere un contenuto informativo? [per me, la seconda, e la stringa “nessuno” mi sembra equivalente a “questo non è un commento”). Secondo me ha invece contenuto informativo la stringa “grazie” scritta da un altro utente…
@devan: se sei interessato al punto sintattico quelli sono commenti (ma non ci sono paradossi, semplicemente non puoi fare un sistema automatico per trovarli tutti ma solo euristiche); se sei interessato al punto semantico quelli non sono commenti.