Il candore di Frattini

Io ho sempre parlato male di Franco Frattini, il ministro segnaposto; d’altro canto è chiaro a chiunque lo senta parlare che lui è il primo a chiedersi perché ogni tanto debba parlare ai giornalisti, quando ci sono altri esponenti del governo molto più adatti di lui tipo Simplificius Calderoli, e comunque c’è il Capo che le sa già tutte.
Però devo dargli atto che è uno dei pochi politici che le cose le dice chiaramente. A nessuno, in nessuna parte del mondo, sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello di ringraziare un ente monetario che compra i titoli del debito pubblico italiano per evitare il tracollo. Ce lo vedete Obama a far notare come una fetta consistente del debito USA sia in mano alla Cina? Ma nemmeno Papandreu in Grecia lo fa! Si accenna al più di come la nazione stia ben operando, sperando che i mercati – entità fumosa anzichenò – apprezzino gli sforzi prodotti e sconfiggano gli speculatori brutti cattivi e vergognosi.
Frattini no. Frattini comunica, non dai campi di sci bensì in un meeting come quello di Cernobbio dove tutti quelli che contano stanno lì ad ascoltare, che «insisteremo sulla Bce perché continui con la sua saggia politica di acquisti». Non aggiunge che lo faremo proni a terra da zerbini, né che il nostro potere decisionale è virtualmente nullo, ma non importa. Noi lo sappiamo lo stesso, e apprezziamo che anche lui lo affermi esplicitamente: forse la sua prima vera opinione. Come non volergli un po’ di bene?

Ultimo aggiornamento: 2011-09-03 22:18