Oggi tutti i quotidiani (sì, anche il Giornale e Libero, naturalmente a modo loro: non ne parla la Padania, ma questa è solo una conferma della mia affermazione) parlano della nuova norma salva-azienda, che fa in modo che il giudice sia obbligato (e non abbia semplicemente la possibilità, come adesso) a sospendere l’esecutività di una condanna civile, se il risarcimento è superiore ai 20 milioni di euro (10 in primo grado) dietro il pagamento di «idonea cauzione»: il tutto fino a che la Cassazione non si pronuncerà.
Lo so, qui siamo sul civile e non sul penale, e le cose sono ben diverse: ad esempio, non esiste la prescrizione. Però, prescindendo da Silvio, io mi domando: cosa succede se la Cassazione ribalta il giudizio di primo e secondo grado? La controparte quei soldi li deve restituire, il che non mi sembra poi una gran bella idea. Insomma, visto che non si sa ancora a chi andranno quei soldi, mi sembra più logico che al limite non siano ancora di nessuno (il che è l’idea alla base della cauzione), ma sicuramente non vadano avanti e indietro. O c’è qualcosa che mi sfugge?
p.s.: naturalmente la grande porcata è quella di infilare a forza il codicillo in un testo che non c’entra nulla, e che verrà quasi sicuramente votato con la fiducia. Su questo sono perfettamente d’accordo.
Ultimo aggiornamento: 2011-07-05 10:06
Ma solo io vedo ‘sto “20 milioni” che mi ricorda qualcosa?
@Sig. N: non hai visto il SUPERIORE A, però. Quindi non interessa.
Premesso che di legge ne so quanto il fruttivendolo sotto casa (e forse meno), mi pare di ricordare che i primi due gradi di giudizio siano “di merito” ovvero sulla sostanza del contendere, mentra la Cassazione si pronunci solo sulla correttezza dell’iter processuale.
Se dovessi contemperare le esigenze di entrambi, più che la cauzione avrei previsto una congrua percentuale del risarcimento dopo la sentenza favorevole di appello. E tutto ciò non certo per somme superiori a 20 milioni, penso ai risarcimenti danni per omicidio colposo: vogliamo davvero lasciare i parenti senza nulla fino alla Cassazione?
Poi la norma esistente già consentiva la sospensione legata alla discrezionalità del giudice; invece che passare all’obbligatorietà si potevano inserire dei criteri guida, come determinare la congruità fra i redditi delle parti ed il risarcimento. Insomma, si è finito nuovamente con il passare il whisky come rimedio per la sete, giusto per fare gli interessi degli alcolizzati.
@VilCatto: giusto, la Cassazione si pronuncia solo sulla correttezza del giudizio, non sul giudizio stesso.
Se la Cassazione dice che il giudizio non è idoneo, si rifà tutto da capo! Questo nel contesto dato dato significa che si deve stabilire ancora a chi vadano i soldi e quei soldi non dovrebbero essere di nessuno. Ovviamente astraendo completamente dai soggetti in causa e su che poltrona siedano :-).
Giovanni Bianconi dà una motivazione plausibile: “Il paradosso è che l’articolo in cui è stata infilata l’ennesima norma ad personam s’intitola «Disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie». L’esecutività delle sentenze d’appello serve proprio a sveltire i tempi dei contenziosi, in modo da soddisfare più in fretta chi vince e scoraggiare ricorsi temerari o dilatori di chi perde. Il codicillo va nella direzione opposta. Nonostante il titolo. Ma evidentemente c’era un’urgenza più impellente da soddisfare.” http://www.corriere.it/editoriali/11_luglio_05/cattivi-pensieri-giovanni-bianconi_32005b38-a6c5-11e0-bbaa-d83a3b6f7958.shtml
d’altronde non si capisce nemmeno perché sopra i 20 milioni sì e sotto no. o meglio, si capisce benissimo…
Ti sfugge qualcosa, ma oggi è una giornataccia e non riesco ad argomentare (magari più tardi). C’è però un erroraccio: la “idonea cauzione” non si paga bensì si presta, che è cosa assai diversa.
Infatti… mi sa che qualcuno ha detto “facciamo sopra i 20, così io sto a posto”
avv., che mi sfugga qualcosa non è un problema. Ma mi sfugge anche qualcosa sul prestare cauzione? La cauzione viene restituita (non so se con interessi legali) quando vengono meno le cause per cui è stata chiesta, ma c’è dell’altro?
L’equivoco nasce dal fatto che prestare una cauzione non comporta un trasferimento di denaro: si rilascia una fidejussione bancaria, un pegno su titoli, una garanzia di terzi, secondo i casi. Ciò di cui parli è strutturato sulla falsariga del deposito cauzionale che si versa, in luogo della cauzione, quando si affitta un appartamento; ma è cosa ben diversa.
(chiedo scusa per il modo MdI on, ma sono proprio nella cacca, oggi)
eccolo: http://blog.mfisk.org/2011/07/della-provvisoria-esecutivita-delle.html