dopo i referendum

Vabbè, che io sbagli le previsioni è ormai assodato, inutile rimarcarlo :-) Che si può dire allora d’altro?
Secondo me il voto è stato indubbiamente politico ma non partitico. Questo a meno che voi pensiate che la maggioranza assoluta del corpo elettorale (non dei votanti) sia contro l’attuale governo, il che mi pare davvero un po’ esagerato. No, nemmeno il legittimo impedimento ha un senso così diretto antiberlusconiano; ovvio che molti l’abbiano votato con un tiè! mentale, compresi parecchi che sapevano perfettamente che dopo il passaggio della Corte Costituzionale non è che ci fosse più molto da togliere; ma per tanti altri quel quesito non importava poi molto, ed era semplicemente più veloce dover tracciare quattro SÌ.
Un semplice corollario a tutto questo: Berlusconi ha completamente perso la capacità di capire la gente, e probabilmente di stare ad ascoltare quelli dei suoi servi che non sono completamente subalterni e cercano ancora di dargli suggerimenti utili. Non so se i “poteri forti” l’avevano costretto a tentare il tutto per tutto pur di non affossare almeno il nucleare e le sue ricche commesse: se però fosse stato sveglio come un tempo, non avrebbe certo fatto rievocare Bettino Craxi e il suo invito di andare al mare. Fiutati i sondaggi, avrebbe detto qualcosa tipo “i referendum sono sempre espressione della volontà popolare; io andrò a votare ma lascerò scheda bianca, per non influire”. A questo punto ieri avrebbe potuto tranquillamente lavarsene le mani, invece che fare quelle brutte facce…
Tutto questo è poi capitato nonostante il diretto aiuto di Maroni. Non tanto per la stupida frase sul quorum presumibilmente raggiunto, frase pronunciata a urne aperte (e no, non è turbativa di voto. Se uno è così imbecille da decidere che non vale la pena andare a votare perché hanno già votato gli altri, peggio per lui). Ma per la scelta di non abbinare referendum e almeno secondo turno delle amministrative. A Milano ha votato il 15% in meno di due settimane fa e il 5% in meno della media nazionale; a Varese non si è nemmeno raggiunto il quorum. Resto dell’idea che bisognerebbe istituire per legge l’election day, valido anche per i referendum; sta poi all’elettore decidere se chiedere o no la scheda.
Cosa cambia? per quanto riguarda le leggi, mi sa poco. Per quanto riguarda il quadro politico di destra-contro-sinistra, anche poco. Quello che potrebbe davvero succedere è una lotta all’ultimo sangue all’interno del centrodestra, col tentativo di fare fuori Berlusconi prima di cadere a picco… e una lotta simmetrica all’interno del centrosinistra, perché è nel loro DNA.
P.S.: parliamo di importanza della rete? Gli unici posti dove ho visto parlare di voto distinto ai due referendum sull’acqua, con un SÌ alla scheda rossa e un NO alla gialla, sono stati quelli in rete. In pratica la scheda gialla è quella che ha avuto il minor numero di no. Qualcosa vorrà pur dire.

Ultimo aggiornamento: 2011-06-14 10:28

18 pensieri su “dopo i referendum

  1. Numero 6

    Non ho capito perché l’elettore “si sbriga” quando vota il legittimo impedimento, e poi lo stesso elettore è così accorto da chiedere solo le schede che vuole.

  2. .mau.

    @numero 6: nel senso che quelle dei referendum le potrebbe chiedere tutte o nessuna (perché è andato a votare per le amministrative e/o le politiche), tutto qua. Insomma non si distingue all’interno delle schede dei referendum, ma tra tipi diversi di schede.

  3. Numero 6

    Ho capito, ma per me l’election day (sic) resta un trucco per fare l’affluenza, basandosi sul fatto che la maggioranza degli elettori non ha voglia di perdere tempo. E in effetti non ne ha.

  4. .mau.

    se l’election day fosse istituzionalizzato e non sporadico come successo in passato, gli elettori imparerebbero presto a prendere solo le schede delle votazioni che interessano loro. (Facendo bene le cose, il costo burocratico di indicare il non voto ai referendum sarebbe virtualmente nullo: basterebbe avere nei verbali con i votanti le caselle “tutti / nessuno / parte” per le schede del referendum)

  5. Numero 6

    A me pare abbastanza chiaro che l’atto di rifiutare una scheda è innaturale, e che quindi l’opzione di starsene a casa, se è prevista, non dovrebbe essere forzata. Ma, trattandosi di sensazione personale, mettiamola da parte. Cosa fare con i referendum che per iella cadono in un momento in cui elezioni non ce ne sono? E questo fantomatico accorpamento elettorale, a parte gli Stati Uniti, dove si pratica? Lo chiedo perché gli Stati Uniti hanno un sistema elettorale che rende l’election day sensato, noi no.

  6. .mau.

    se non ci sono elezioni ma referendum si vota solo per i referendum. La cosa mi pareva così logica da non doverla nemmeno esplicitare…

  7. .mau.

    Giusto per spiegarmi: io voterei sempre la seconda domenica di maggio, con le uniche eccezioni delle politiche nel caso caschi il governo e del giorno delle europee (nel qual caso il giorno delle elezioni viene spostato là). Per il resto, per me è più innaturale non andare a votare, guarda un po’. Ho annullato più volte schede in elezioni di tutti i tipi, ma sono sempre andato a votare.

  8. m.fisk

    se l’election day fosse istituzionalizzato e non sporadico gli elettori si abituerebbero a rispettare il dettato evangelico (Mt. 5,37)

  9. Numero 6

    Non ho detto non andare a votare, ho detto rifiutare schede. Se lasci il requisito dell’affluenza minima così hai i referendum di serie A e di serie B.

  10. .mau.

    @numero 6: so what? ricordati che i referendum potrebbero essere solo accorpati per definizione a elezioni europee e amministrative. Non è poi affatto detto che si voti tutti alle amministrative, basta vedere quest’anno. A volte potrebbe esserci un effetto trascinamento, altre volte no.

  11. Numero 6

    Allora, nel mio comune si è svolto il ballottaggio lo stesso giorno del referendum elettorale (21/6/2009). L’affluenza nazionale fu del 22%, nel mio comune 44%. A Bologna, che votava lo stesso per il ballottaggio del sindaco, 53%. Negare il trascinamento a me pare rischioso.

  12. Grimsvotnpölpzwei

    Secondo me come prima cosa non si dovrebbe votare per più di un referendum alla volta; vorrei proprio vedere quanti di quelli che sono andati a votare sapevano a che referendum corrispondeva il colore di ogni scheda.

  13. Champ

    Sul finalino. Secondo me bisogna distinguere tra “rete” e “rete”. Un conto sono i blog, la cui influenza è probabilmente relativa e un’altra i socialcosi. Hanno evidentemente prevalso i socialcosi.
    Ne parla bene Davide qui

  14. Gavagai

    @.mau. (commento numero 6)
    Faccio presente che gia’ attualmente il “costo burocratico” di ritirare solo le schede che interessano e’ praticamente nullo: al fondo del registo dei votanti dell’ultimo referendum, ad esempio, c’era lo schema con le caselline da barrare per le schede non ritirate.
    Nel mio seggio abbiamo avuto in tutto quattro persone che hanno scelto di ritirare solo alcune schede (ad esempio solo i due quesiti sull’acqua, oppure quelli su acqua e nucleare), e non abbiamo avuto problemi. In fondo barrare una casellina in piu’ non e’ una cosa burocraticamente cosi’ complicata, no?

  15. marcoxa

    NB. L’election day va bene. Ma data la costituzione dovremmo fissarne credo almeno 6 (o forse 4) in un anno.
    Non sarebbe una brutta idea.
    Ntuniott

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