Il gruppo Facebook “La mucca di Schrödinger” è dedicato ai libri scientifici; creato da alcune case editrici italiane, mette periodicamente in palio alcune copie di un libro per chi voglia leggerle e recensirle. Questa volta (Luigi Fantappié, Cos’è la Sintropia, Di Renzo 2011, pag. 288, € 20, ISBN 978-88-83232-58-9) è toccato a me. Ma che cos’è in effetti la “sintropia”? Il sottotitolo del libro recita “Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico e conferenze scelte”. Il punto di partenza della teoria – più filosofica che fisico-matematica, almeno in questo testo – è dato dalle soluzioni delle equazioni che descrivono la teoria della relatività e la meccanica quantistica. Queste soluzioni sono fondamentalmente di due tipi: onde generate da un punto nello spazio-tempo e onde che convergono verso un punto. Questa seconda classe di soluzioni è generalmente eliminata perché “non ha senso fisico”; Fantappié invece le tratta come esistenti, pur notando che per definizione tali fenomeni non possono essere studiati con il metodo scientifico; mostra come sono opposti all’entropia andando verso una complicazione e non una semplificazione, e li chiama per l’appunto sintropici. Da lì si giunge poi a una teoria degli universi possibili che vengono definiti a partire dai gruppi di trasformazioni dello spazio n-dimensionale e a un argomento ontologico per l’esistenza di Dio (Fantappié era cattolico).
Prima di buttar via tutto come stupidaggini pesudoscientifiche è meglio ricordarsi che uno come Feynman, insomma non esattamente l’ultimo arrivato, postulò che nell’universo ci fosse un singolo elettrone che andando avanti e indietro nel tempo ci facesse credere di essersi moltiplicato; e d’altra parte tutte le millanta teorie dell’unificazione della fisica partono proprio da gruppi di trasformazioni che “sarebbero” le particelle elementari. Anche la sua teoria della Relatività Finale, in cui le leggi fisiche non varrebbero a distanze spaziotemporali enormi, è interessante, così come la sua critica al positivismo scientifico che parte dalla considerazione che dalla metà del XIX secolo la matematica è diventata tutto tranne una scienza basata sulle percezioni sensoriali. Resto però molto scettico sulla possibilità di studiare seriamente eventuali fenomeni sintropici; in definitiva il libro mi pare più un esercizio filosofico che una teoria verificabile, nonostante l’artificio dualistico escogitato da Fantappié che studia gli eventi invertendo il senso del tempo.
Peccato infine per i numerosi refusi, probabilmente legati alla scansione OCR dei testi originali.
Ultimo aggiornamento: 2018-06-26 16:38
A me così a naso invece pare proprio pseudoscienza (o meglio, fuffa)
Non sono generalmente scettico rispetto a teorie apparentemente bizzarre e controintuitive.
Sono invece molto scettico di chi afferma che certi fenomeni non possono essere studiati con il metodo scientifico. Questo è generalmente un escamotage di chi intende sottrarre ad un’analisi scientifica una classe di presunti fenomeni (tipo l’anima, la resurrezione, il peccato originale o simili minchiate). Non so se sia il caso di Fantappiè, ma non mi stupirebbe se lo fosse.
@Sig.N: la parte di filosofia della scienza non è malaccio.
@Ugo: il punto di partenza di Fantappié è che visto che questi fenomeni sono finalistici e non causati (né causabili) il metodo scientifico classico non può essere utilizzato per definizione. Lui poi afferma che però, visto che i risultati delle equazioni sono necessariamente simmetrici rispetto al tempo, è possibile inferire informazioni su un processo sintropico semplicemente sostituendo -t a t e vedendo cosa succede, il che almeno teoricamente ha senso ma praticamente – almeno dagli esempi che fa – no. Per quanto riguarda la relatività finale, se non ho capito male Arcidiacono ricavò delle equazioni generali: non so però se ci sia un modo per ricavare previsioni e quindi validare la teoria.
Ed il quinto elefante?