A quanto ho letto, né il Terzo Polo né il Movimento 5 Stelle si apparenteranno con i candidati sindaco che devono andare al ballottaggio. C’è chi dà loro del paraculo; io personalmente ho un’idea completamente diversa.
Il cosiddetto Terzo Polo è un raggruppamento di destra, votato da chi è di destra ma non sopporta più Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle è votato da chi – ammesso avesse avuto ancora voglia di votare – avrebbe votato a sinistra, ma non sopporta gli attuali partiti del centrosinistra. [*] Ora, che senso ha che i loro maggiorenti chiedano ai loro elettori di fare qualcosa che questi non avevano e quindi con ogni probabilità non avranno affatto intenzione di fare? Molto, molto meglio fare finta di essere duri, ché tanto anche in caso di vittoria non è che guadagnerebbero chissà quanti consiglieri né sarebbero comunque necessari alla maggioranza. Tutto qua. Non è come in Francia, dove gli apparentamenti sono già previsti prima del primo turno – anche perché non è affatto detto che siano promossi al ballottaggio solo i primi due candidati – e la prima giornata di voto serve solo a contarsi. Insomma, qua è tutto nella normalità :-)
[*] spero abbiate notato che non ho detto che l’M5S è di sinistra, anche perché la cosa è evidentemente falsa. Né ho detto che ruba voti alla sinistra: la mia sensazione è che peschi più nell’elettorato deluso astensionista.
Ultimo aggiornamento: 2011-05-19 21:55
a parte che, secondo me, il M5S ha ramazzato soprattutto nell’elettorato leghista (forse orginariamente perso dalla sinistra, ma ormai da mo’ e abbastanza irrecuperabile) e dipietrista, per apparentarsi bisogno essere in due: non credo che a destra a sinistra ci sia una gran voglia di prenderseli.
Io tifo per il M5S perché sono stufo della politica tradizionalmente intesa sia di destra che di sinistra e voglio avere la possibilità di partecipare al processo decisionale sulle questioni che mi riguardano direttamente e non per delega. Purtroppo le vecchie logiche politiche ragionano per interessi contrapposti dove la maggioranza comanda sulla minoranza. Ciò significa che il più forte maggioritario sottomette il più debole minoritario. Quella non è democrazia, ma una presa per i fondelli del cittadino costretto a soccombere quando si trova minoranza, con il rischio di vedersi privato, dalla maggioranza vincente, delle sue aspirazioni e del suo diritto di realizzarsi come meglio crede, decidendo del proprio destino. E’ una subdola forma di violenza che premia solo il più forte, colui che appartiene al branco più numeroso, consentendogli di decidere anche il destino del branco meno numeroso. Invece nella vera democrazia il cittadino, anche se in minoranza, non deve essere privato del potere di decidere il suo destino.
Infatti non è che rilevi molto se il “terzo” polo (quarto come voti) e M5S vogliono apparentarsi dato che l’accettazione la devono firmare (anche?/solo?) quelli che vanno al ballottaggio. Le dichiarazioni della prima ora del “terzo” polo erano chiare: “basta pagare e ci siamo, non importa con chi”, ma poi è stato chiaro che non avrebbe avuto senso comprare il prodotto e quindi il venditore ha cambiato, con fermezza e dignità, le prime dichiarazioni ferme e dignitose. I voti non bastavano e sicuramente un po’ sarebbero entrati e un po’ usciti con un generale danno a livello nazionale proprio quando si potrebbero riaprire i giochi.
Non mi pare che dalla decisione di questa volta si ricavi una regola generale sulle strategie di apparentamento. E’ solo che questa volta non si può neppure ipotizzare che serva e quindi nessuno vuole pagare i costi politici conseguenti.
Meglio così, a me l’apparentamento pare un inquinamento del Cencelli causato da una retorica sulla governabilità che è sempre più appannata. Mi pare ben più innovativa la riflessione del movimento 15M contro il bipolarismo che, non a caso, cerca di capire come si è mosso il M5S.
Dai conti che ho fatto io (ho scritto qualcosa anche sul mio blog) non ci sono stati percentualmente sugli aventi diritto un numero maggiori di voti per le liste: semplificando hanno votato gli stessi, ma hanno cambiato idea.
Guardando alla più vicina elezione significativa – le regionali dell’anno scorso – il M5S ha solo lo 0,38% in più di tutti gli aventi diritto, in un panorama dove l’IDV ha perso 2,40% e il PD ne ha guadagnati 3,53%.
Grillo a Milano non ha fatto a questo giro un risultato particolarmente entusiasmante (ha comunque un buon risultato) ma se si punta a chi non ha espresso una preferenza di lista (non dico necessariamente un partito, ma neppure una lista civica) stiamo ancora parlando di 2 persone su 5.
NB spero naturalmente di non aver commesso clamorosi errori di calcolo …
@tutti: è ovvio che per apparentarsi occorre essere d’accordo in due, ma il ragionamento non cambia. Il candidato al ballottaggio deve essere ragionevolmente certo che molti di coloro che avevano votato i neoapparentati andranno a votare lui, e lo faranno proprio perché i vertici degli sconfitti hanno dato quell’indicazione (se lo facessero in ogni caso, non ha un gran senso apparentarsi)
Ho smesso di leggere a “fare finta”.