Devo confessare che ho iniziato a leggere questo libro (Denis Guedj, Il metro del mondo [La Méridiene], Le Scienze 2009 [2004], pag. 331, trad. Mauro Raggini) con un certo qual scetticismo, memore della pessima impressione che mi fece Il teorema del pappagallo. Però mi sono dovuto ricredere: è tutta un’altra cosa. Qui il tema è la creazione, anzi direi quasi l’invenzione, del metro: come cioè nel bel mezzo della Rivoluzione Francese si decise non solo di uniformare tutte le misure, ma di crearne una completamente nuova e legata alla Natura. Guedj racconta appassionatamente la cosa, dai cahiers des doleances che si lamentavano anche perché le misure correnti venivano modificate a piacere dai signorotti alle discussioni su quale sarebbe stata la misura più certa alle misurazioni geodetiche compiute in un momento in cui la Francia repubblicana era in guerra con mezza Europa. La parte più interessante è a mio parere proprio questo interallacciarsi degli avvenimenti della Rivoluzione con quelli trattati nel libro: nomi ben noti dalle lezioni di storia compaiono qui come comparse o protagonisti, ma in ogni caso da un diverso punto di vista. La traduzione è scorrevole.
Ultimo aggiornamento: 2011-05-18 07:00