santini elettorali: Giuliano Pisapia

Pezzo grosso, oggi! Nientemeno che il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia!
Naturalmente Pisapia, come del resto la Moratti col suo bel librino patinato, non ha fatto mettere in buca delle lettere un volantino ma ha scritto una lettera vera e propria (tariffa ultrascontata elettorale da 4 centesimi), per la precisione intestata a mia moglie. Considerando che ci siamo trasferiti a questo indirizzo da meno di un anno e mezzo, i casi sono due: o quando Anna andò a votare per le primarie si dimenticò di specificare che non voleva alcuna pubblicità elettorale, oppure il comitato Pisapia ha sfruttato la leggina che permette ai candidati di farsi dare nominativi e indirizzi degli elettori; leggina che abolirei subito, ma tant’è.
Pisapia – no, scusate, il Comitato Elettorale: il committente della lettera, per la cronaca, è Bruno Siracusano – è uno che va subito al sodo: assieme alla lettera ci sono due bollettini postali (identici) per fare donazioni al Comitato Pisapia X Milano. Perché due? Mah, forse perché tanto c’era spazio per due bollettini, oppure perché seguendo i dettami comunisti l’elettore possa dividere la gioia con un suo amico o collega, o magari perché uno potrebbe sempre sbagliarsi a scrivere e almeno ha ancora una copia di scorta.
Ma passiamo al testo vero e proprio. Dal punto di vista sintattico, è una delusione: è scritto in italiano corretto e chiaro, si direbbe che sia passato al vaglio di qualcuno esperto in comunicazione prima dell’imprimatur. Anche le poche righe di presentazione di Pisapia stesso, messe in fondo al testo, seguono la stessa falsariga: un po’ sul lezioso quando scrive «Per me la politica è soprattutto servizio, verso i più umili e verso le istituzioni. Per questo mi candido a sindaco della città che amo e nella quale ho sempre vissuto». Trovo solo pesante l’uso spropositato del grassetto per indicare i punti fondamentali: nei punti 3 e 4 del programma il grassetto è praticamente metà del testo, il che dà contenuto informativo praticamente nullo.
Passando al punto di vista semantico, è interessante notare che la prima metà del testo segue esattamente i canoni portati avanti in questo ventennio da Berlusconi, con l’unica differenza che il testo (nonostante il grassetto) è meno urlato o per la precisione meno “popolare”. Si mostrano i sondaggi (beh, l’unico sondaggio che lo dà vincente), si batte molto sulla necessità di battere il centrodestra, si aggiunge una (inutile) stoccata a Berlusconi che rifà il giochino di candidarsi, prendere il botto di preferenze e andarsene subito dopo (se la lettera la stai mandando a un tuo supporter, quello comunque Silvio e Letizia non li vota; al limite può indignarsi, ma non è che quello gli faccia venir di nuovo voglia di andare a votare; se la stai mandando a caso e finisce a un elettore di destra, lui se ne impippa e fa bene, perché ho come il sospetto che avere Berlusconi in lista serva più che altro a non farsi annullare le schede dove l’elettore maldestro ha aggiunto il cognome del suo Nume); si casca verso la fine con il timore di potere perdere Expo 2015 (occhei, questo pezzo gliel’ha infilato di nascosto Boeri, ne sono certo. Secondo me il milanese medio, di destra o di sinistra, che non faccia il palazzinaro di professione nella migliore delle ipotesi ritiene l’Expo irrilevante).
Retoricamente parlando, tre delle «quattro volontà fondamentali» sono in realtà doppie, sfruttando i bisensi: l’aria pulita (da respirare per le strade e nell’amministrazione), il muoversi sicuri (sia come mobilità che come sicurezza), la cultura (per chi arriva da fuori e per chi in città ci vive), e questo non dev’essere un caso ma una scelta per fare imprimere meglio le cose nella testa degli elettori. Ma è più interessante notare cosa NON c’è scritto, e capire che la coalizione che sostiene Pisapia è indubbiamente ampia ma ben poco unitaria. Per pulire l’aria si parla solo di riconversione energetica degli edifici comunali. Per la mobilità, si accenna a chi tornando a casa non riesce a trovare un parcheggio glissando sul fatto che non ci sono parcheggi sufficienti per le automobili presenti in città. Si parla di piste ciclabili di quartiere che non servono a nulla (l’isola pedonale di quartiere può servire come punto di aggregazione cittadino, ma le piste ciclabili per essere utili devono essere a rete su tutta la città e anche fuori.
Boh, alla fine di questo pippone temo di aver capito perché la destra vince facile: perché è come Roger Rabbit, e sa far ridere. Con la sinistra non ci si riesce, si diventa subito seri (e tristi)…

Ultimo aggiornamento: 2011-04-22 07:00