Le mani nelle tasche degli italiani

Oggi sono andato a comprare l’antibiotico per Jacopo, cosa putrtoppo abbastanza usuale. Il farmacista mi dice che quello specifico indicato nella ricetta non ce l’aveva, e se mi andava bene il generico. Certo, faccio io, non penso che i batteri si accorgano della differenza e secondo me nemmeno Jacopo avrà qualcosa da ridire. Il farmacista mi dà la confezione, e poi mi dice che – come da cartello esposto – devo comunque pagare un euro e 33 centesimi perché il ministero della Sanità ha abbassato da ieri i rimborsi per i farmaci generici e si è dimenticato di abbassare contestualmente le tariffe. Probabilmente tra qualche giorno la cosa si allineerà, ma per il momento paga Pantalone.
Capisco che il governo italiano abbia cose molto più importanti a cui pensare, e capisco anche che essere costretti a tenere i Consigli dei Ministri in pausa pranzo con in mano un panino e un bicchiere di spuma può far sì che un povero ministro si dimentichi qualcosa mentre cerca disperatamente di far quadrare i conti dopo i tagli impostigli dal Giulio (che se Visco veniva raffigurato come vampiro lui cosa sarebbe, Edward Mani di Forbice?) Né sarà l’euro e trentatré sborsato che cambia la mia vita. Però mi sono scocciato di sentire ripetere che questo governo non mette le mani nelle tasche degli italiani: che almeno si dica che non potendo rubare le monetine dalle cassette delle offerte in chiesa lo fa dai portamonete dei cittadini

Ultimo aggiornamento: 2011-04-16 23:03

Un pensiero su “Le mani nelle tasche degli italiani

  1. pietro

    Il sistema migliore che abbia visto di partecipazione dei cittadini alla spesa pubblica è quello che ho visto in Francia, salvo casi di indigenza chi va in farmacia a comperare un farmaco con ricetta deve pagarlo al 100% ma poi gli arriva a casa il rimborso integrale in tempi brevissimi ( una settimana circa ).
    Così si incentivano le persone a comperare solo farmaci effettivamente necessari senza pesare effettivamente più di tanto sul loro portafoglio.

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