Qualcuno va a spiegare ai senzadio di Repubblica.it che Giovanni Paolo II al momento viene solo beatificato e non santificato?
Ultimo aggiornamento: 2011-04-11 22:41
Qualcuno va a spiegare ai senzadio di Repubblica.it che Giovanni Paolo II al momento viene solo beatificato e non santificato?
Ultimo aggiornamento: 2011-04-11 22:41
Vatti a fidare dei senza dio…
(ma qualcuno dice che ha fatto dei miracoli?)
(è memoria liturgica, non è patrono del giorno)
@bob sì, mi pare una suora sia guarita (altrimenti non potevano beatificarlo). @carola: in ogni caso sarà memoria facoltativa, mi sa.
Comunque si dice canonizzato e non santificato.
ho letto (molto velocemente, quindi non so più dove) che sarà obbligatoria per Roma e per la Polonia
http://www.zenit.org/article-26286?l=italian – strano che non sia una memoria facoltativa (che sia il 22 ottobre immagino capiti a causa della data di intronizzazione e del non voler fare un clash con san Francesco da Paola)
non è facoltativa per il carattere di eccezionalità, GP2 è un raccomandato :-) Hanno messo una lettura propria all’ufficio delle lettura, chissà se è un suo scritto. E hanno anche concesso la possibilità di dedicargli una chiesa, non credo sia la regola
L’importante è prendere i verdastri a pesci in faccia (trote, ça va sans dir!). Lo so non c’entra niente, ma ci sta comunque.
@Bob.aka.Draco:
Sì. Cercando di essere il più conciso possibile (e sperando di non incorrere in errori):
0 – le tappe della Causa di Canonizzazione portano il fedele defunto ad acquisire in ordine i seguenti titoli: “Servo di Dio“, “Venerabile“, “Beato” e “Santo“.
1 – il Vescovo diocesano, della diocesi in cui viene aperta l’Inchiesta diocesana, funzionale alla Causa, a seguito di tale Inchiesta riconosce al fedele defunto il titolo di “Servo di Dio”. La diocesi in cui si apre l’Inchiesta è quella in cui il Servo di Dio è morto, a meno che la Congregazione delle Cause dei Santi non disponga diversamente. L’inchiesta è portata avanti da un Postulatore della Causa.
2 – A questo punto si hanno 2 possibili processi:
MARTIRE: Martire è colui che ha versato il suo sangue per la fede, cioè che è stato ucciso in odium fidei. Se morto martire, si ha un processo sul martirio
NON MARTIRE = CONFESSORE: Confessore è colui che ha testimoniato la sua fede durante la vita terrena, senza subire però il martirio. Se non è morto martire, si ha un processo sulla vita e sulle virtù eroiche.
2a – MARTIRE: Se il processo sul martirio si chiude in modo positivo, si potrà procedere alla beatificazione, senza bisogno che sia dimostrata l’intercessione del Servo di Dio per 1 miracolo. Dunque un martire viene detto “Beato” senza che sia dimostrata la sua intercessione per 1 miracolo.
2b – CONFESSORE: il Papa, dopo che il Congresso dei Teologi (commissione di 9 teologi) ha esaminato e valutato positivamente il lavoro del Postulatore, e quindi dopo che una riunione di Cardinali e Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi dà a sua volta un parere favorevole, autorizza il decreto con cui si dichiara l’eroicità delle virtù del Servo di Dio. Da allora il fedele defunto è per la Chiesa “Venerabile”.
3b – CONFESSORE: Il “Venerabile” viene proclamato “Beato” se alla sua intercessione viene attribuito 1 miracolo. Nel caso del miracolo di guarigione (che non è l’unico miracolo considerabile), ciò vuol dire che la preghiera di intercessione fatta da uno o più fedeli al Venerabile defunto è stata ascoltata e si è verificata una guarigione da malattia grave istantanea, inspiegabile per la Scienza, definitiva e totale. Per la Chiesa ciò significa che il Venerabile defunto ha interceduto presso Dio per il miracolato.
In questa fase è adottata ogni cautela! Perché un miracolo venga preso in considerazione dalla Congregazione delle Cause dei Santi occorre un’altra Inchiesta diocesana, che andrà consegnata alla Congregazione dei Santi. Si ha quindi un esame accurato da parte di 5 medici che devono dichiarare che l’accaduto non ha una spiegazione razionale e scientificamente valida. Successivamente l’accaduto viene valutato da 7 teologi, quindi da una commissione di vescovi e cardinali. Se anche quest’ultimo esame è positivo, il Venerabile defunto è proclamato “Beato”.
4 – Il Beato viene dichiarato “Santo” se viene dimostrato che 1 miracolo è avvenuto per sua intercessione, con un iter identico a quello descritto al punto 3b.
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In conclusione, per essere proclamato Santo Martire è necessario 1 solo miracolo, per essere proclamato Santo Confessore sono necessari 2 miracoli.
Lascio qualche riferimento utile per chi volesse leggere da fonti affidabili:
Congregazione delle Cause dei Santi
Giovanni Paolo II – COSTITUZIONE APOSTOLICA “DIVINUS PERFECTIONIS MAGISTER” – CIRCA LA NUOVA LEGISLAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
Nota circa la procedura canonica delle Cause di Beatificazione e di Canonizzazione
Avete posto i seguenti quesiti sulla celebrazione di beatificazione di Giovanni Paolo II:
A – la sua memoria liturgica è obbligatoria per Roma e per la Polonia?
B – è memoria facoltativa per questi due luoghi?
C – perché è il 22 ottobre? È stata scelta la data dell’intronizzazione, e si è voluto evitare il dies natalis, dato che in tal giorno si ricordava già san Francesco di Paola?
D – Nell’Ufficio delle letture c’è un testo del papa.
E – È normale che abbiano concesso che sia possibile dedicargli una chiesa?
Vi invito a leggere quanto segue per chiarire qualche punto
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La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha redatto una “Notificazione su alcuni aspetti dei Calendari e dei testi liturgici propri” nella quale si legge:
9. I Beati non figurano, ovviamente, nel Calendario Generale, ma il loro inserimento in un calendario particolare segue in genere gli stessi principi sopra enunciati per un Santo.
19. Nel calendario diocesano si iscrivono: la Festa del Patrono (principale) della diocesi, la Festa della Dedicazione della chiesa cattedrale nonché la memoria obbligatoria dell’eventuale Patrono secondario. Vi si iscrivono anche le celebrazioni di quei Santi e Beati, che hanno un legame particolare con la stessa diocesi: per esempio, vi sono nati, vi hanno svolto un lungo servizio ecclesiale, o vi sono morti, soprattutto se vi sono conservati i loro corpi o le reliquie maggiori, o ancora se vi sono oggetti di un culto immemorabile e sempre vivo (cf. Normae, n. 52a; Tabula nn. 8a, 8b, 11 a; Calendaria particularia, n. 9).
28. In particolare bisogna essere cauti nell’inserire nuovi Beati o Santi nel calendario della diocesi, in quello nazionale o quello generale di una famiglia religiosi. Spesso sarà più opportuno stabilire una celebrazione limitata alle località legate più intimamente con il Beato o Santo.
29. La distinzione tra celebrazione di un Beato e di un Santo generalmente richiede, infatti, che quella del Beato sia limitata ad una determinata area geografica.
30. Occorre ancora essere particolarmente cauti nell’inserimento di nuovi Beati nel calendario di un territorio interdiocesano più ampio, come quello di una nazione od anche nel calendario generale di una famiglia religiosa. E’ auspicabile procedere gradualmente in un lasso più esteso di tempo.
31. In qualche caso sarà giustificabile, soprattutto nelle Chiese giovani, inserire un Beato anche nel calendario della sua diocesi di origine, o dove è morto o ancora dove ha svolto l’attività ecclesiale. E’ consigliabile, però, che il grado sia quello di una memoria facoltativa e che si proceda, poi, ad un’estensione verso numerose diocesi o all’intera nazione solo dopo un congruo periodo di tempo nel quale si sviluppi con ritmi naturali la devozione spontanea del popolo.
32. In certe diocesi di antica evangelizzazione – aventi evidentemente un calendario proprio più nutrito – sarebbe pure opportuno iniziare con misure ancor più limitate, inserendo la celebrazione di un Beato unicamente nel calendario di un territorio ristretto: ad esempio, la chiesa dove è conservato il corpo o le reliquie maggiori (cf Calendaria particularia, n. 11), oppure la città d’origine.
39. L’introduzione di una nota biografica (cf. IGLH, n. 168) in testa ad ogni formulario nel Proprio dei Santi della Liturgia delle Ore sconsiglia la composizione di un nuovo testo agiografico da usarsi come lectio altera là dove sono disponibili altri testi adatti tra gli scritti dei Padri della Chiesa o del Santo o Beato stesso oppure, ad es., un resoconto dell’epoca.
[NOTA MIA: “lectio altera” significa “seconda lettura”. Nel Proprio dei Santi la seconda lettura è infatti comunemente tratta dagli scritti del santo di cui si celebra la memoria. Nulla di strano quindi che sia così anche per GIovanni Paolo II].
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Comunicazione della Congregazione delle Cause dei Santi
1. Fermo restante che la Canonizzazione, che attribuisce al Beato il culto per tutta la Chiesa, sarà presieduta dal Sommo Pontefice, la beatificazione, che è sempre atto pontificio, sarà celebrata da un rappresentante del Santo Padre, che di norma sarà il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
2. Il rito di Beatificazione si svolgerà nella diocesi, che ha promosso la Causa del nuovo beato, o in un’altra località ritenuta idonea.
3. Su richiesta dei Vescovi e degli Attori della Causa, atteso il parere della Segreteria di Stato, il rito di Beatificazione potrà svolgersi in Roma.
4. Il medesimo rito, infine, si svolgerà nella Celebrazione Eucaristica, a meno che particolari ragioni liturgiche suggeriscono che esso si tenga nel corso della celebrazione della Parola o della Liturgia delle Ore.
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CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI – DECRETO CIRCA IL CULTO LITURGICO DA TRIBUTARE IN ONORE DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II, PAPA
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20110402_dec-gpii_it.html
Un carattere di eccezionalità, riconosciuto dallintera Chiesa cattolica sparsa su tutta la terra, riveste la beatificazione del Venerabile Giovanni Paolo II, di felice memoria, che avverrà il 1° maggio 2011 presso la Basilica di San Pietro a Roma, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Attesa tale straordinarietà, a seguito di numerose richieste circa il culto liturgico in onore del nuovo Beato, secondo i luoghi e i modi stabiliti dal diritto, questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dà premura di comunicare quanto disposto al riguardo.
Iscrizione del nuovo Beato nei Calendari particolari
Si dispone che nel Calendario proprio della diocesi di Roma e delle diocesi della Polonia la celebrazione del Beato Giovanni Paolo II, Papa, sia iscritta il 22 ottobre e celebrata ogni anno come memoria.
[NOTA MIA: Memoria, dunque. Non memoria facoltativa. Per Roma e per tutta la Polonia].
Circa i testi liturgici si concedono come propri lorazione colletta e la seconda lettura dellUfficio delle letture, col relativo responsorio (vedi allegato). Gli altri testi si attingono dal Comune dei pastori, per un papa.
Quanto agli altri Calendari propri, la richiesta di iscrizione della memoria facoltativa del Beato Giovanni Paolo II potrà essere presentata a questa Congregazione dalle Conferenze dei Vescovi per il loro territorio, dal Vescovo diocesano per la sua diocesi, dal Superiore Generale per la sua famiglia religiosa.
Dedicazione di una chiesa a Dio in onore del nuovo Beato
La scelta del Beato Giovanni Paolo II come titolare di una chiesa prevede lindulto della Sede Apostolica (cfr. Ordo dedicationis ecclesiae, Praenotanda n. 4), eccetto quando la sua celebrazione sia già iscritta nel Calendario particolare: in questo caso non è richiesto lindulto e al Beato, nella chiesa in cui è titolare, è riservato il grado di festa (cfr. Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, Notificatio de cultu Beatorum, 21 maggio 1999, n. 9).
[NOTA MIA: Qui trovate il testo scelto come seconda lettura dell’Ufficio delle Letture, tratto dalla sua Omelia per linizio del pontificato
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20110402_uff-letture_it.html ]