Trappole mentali (libro)

[copertina] Il nostro cervello è una gran bella cosa, e ci permette di compiere azioni incredibili. Però si è evoluto in un certo tipo di ambiente, e a volte si trova a disagio nel mondo di oggi. Peggio ancora, ci fa credere qualcosa di assolutamente falso, e ci fa sbagliare non solo in perfetta buonafede ma addirittura pensando di avere ragione. In questo suo secondo libro (Matteo Motterlini, Trappole mentali, Rizzoli 2010 [2008], pag. 307, € 10, ISBN 9788817039062) Matteo Motterlini ci presenta alcune decine di queste trappole: la differenza principale con la sua precedente opera Economia emotiva sta nella presentazione del materiale, che questa volta è suddiviso in comodi capitoletti che si possono leggere separatamente senza perdere il filo della storia. Per esempio, si può scoprire come di fronte a due opzioni assolutamente identiche la gente ne preferisca una rispetto a un’altra, solo perché sembra migliore: o peggio ancora, la scelta logica cambia con il cambiare dei dati (tra una cura che non salverà certamente 200 persone e ne farà morire certamente 400 su 600 e una che ha probabilità 2/3 di salvare ciascuna persona la gente sceglie la prima; ma tra una cura che ne farà morire certamente 400 salvandone 200 e una che ha probabilità 1/3 per ciascuna persona la gente sceglie la seconda). Oppure molta gente è convinta che ci siano più parole inglesi di 7 lettere che finiscono in ING piuttosto che parole di 7 lettere inglesi della forma ?????N?.
La prosa di Motterlini è sempre chiara e piacevole, e la bibliografia in fondo al testo è preziosa per chi voglia approfondire gli argomenti. Resta comunque importante ricordarsi che queste trappole sono per così dire “naturali”, che non è vero che siamo più stupidi degli altri se ci caschiamo e che la nostra via di uscita è conoscerle e imparare alcuni trucchi per accorgerci quando ci stiamo cascando; e questo libro ci può aiutare.

Ultimo aggiornamento: 2011-04-02 07:00

13 pensieri su “Trappole mentali (libro)

  1. Labadal

    Mi sa che ti sei perso una riga di testo per strada, appena dopo “Matteo Motterlini…”

  2. .mau.

    @labadal: mancavano delle virgolette. Ho corretto e ampliato, grazie!

  3. Galatea

    io mi sono persa persino sugli esempi. C’è una qualche cura per chi non appena vede un numero (sotto qualsiasi forma) ha un groppo al cervello e non riesce più a ragionare?

  4. Galatea

    @mau: fa lo stesso. Io quando mi fanno quelle domande lì mi blocco. Non ho mai superato lo choc di una prof odiosa di matematica alle medie.

  5. devan

    O la gente è sadica, oppure la prima opzione è qualcosa tipo “una cura che salverà 400 persone e ne farà morire 200”; tra queste due opzioni(che non sono affatto assolutamente identiche), anch’io scelgo la prima opzione (il “caso medio”); e anch’io, nel caso le probabilità di salvezza calassero da 2/3 a 1/3, scelgo la seconda (opzione “roulette russa”); mi sembra abbia una sua logica privilegiare la “sicurezza” se la maggior parte della gente si salva, e privilegiare “il caso” se la maggior parte della gente non si salva; dov’è la trappola? E perchè “peggio ancora” se la scelta logica cambia con il cambiare dei dati (il che mi sembra cosa buona e giusta)? Dove sbaglio? Eppure il post è del 2 aprile, non del 1°…

  6. .mau.

    @Devan: non so se ho scritto male, ma il concetto è proprio quello. Tra salvare 400 sicuramente e salvarne in media 400, si preferisce non rischiare; tra salvare 200 sicuramente e salvarne in media 200, si preferisce rischiare.

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