Sì, l’azienda si chiama Leda (“Latte E Derivati Alimentari”, dicono, anche se mi pare strano), i nomi dei protagonisti sono diversi e la sede è Acqui Terme e non Collecchio: ma è chiaro a tutti che in questo film si parla del crac Parmalat.
Dal punto di vista della ricostruzione il film è indubbiamente fatto bene, anche se ci sono alcuni punti evidentemente nati per appassionare il pubblico e che non hanno nulla a che fare con la cronaca: non penso tanto al tentativo di penetrare nel mercato russo con le relative scene a San Pietroburgo o all’anticipo temporale del suicidio del direttore marketing Filippo Magnaghi-Lino Guanciale (il povero Alessandro Bassi), ma alla storia d’amore tra Ernesto Botta-Toni Servillo e la nipote del patron Laura Aliprandi-Sarah Felberbaum. Però quello che mi ha scocciato di più del film è la sua lentezza. È probabilmente un problema mio, d’accordo, ma la trama va avanti in maniera davvero tranquilla, senza nessun guizzo di alcun tipo. Poi è chiaro che mi addormento!
Ultima noticina: che il sito ufficiale del film sia ospitato dal Corriere della Sera è inddubbiamente strano :-)
Ultimo aggiornamento: 2019-07-24 21:53
Concordo che non è un film da vedere alla fine di una giornata di lavoro impegnativa, anche perché si regge molto sul profilo psicologico dei singoli personaggi e non c’è spazio per l’impatto della vicenda sui risparmiatori, che avrebbe potuto creare più coinvolgimento. A me è piaciuto, sicuramente però mi ha aiutata molto avere visto il film con una persona che per questioni di due diligence aveva avuto a che fare con l’azienda in tempi non ancora sospetti e mi aveva chiarito vari dettagli prima del film (e poi aveva espresso varie perplessità sulle effettive capacità seduttive del famigerato ragioniere).