Stamattina ero a Torino per un funerale: avevo poi un po’ di tempo prima che partisse il treno di ritorno e dovevo anche fare una commissione sulla strada, così sono andato verso Porta Susa a piedi. Mentre camminavo, ho notato che c’erano parecchie bandiere tricolori appese ai balconi; considerando che i mondiali di calcio sono stati l’anno scorso e le bandiere non viravano verso il grigio smog ho immaginato che fossero lì per celebrare i 150 anni dall’Unità d’Italia, e che qualcuno le avesse offerte agli interessati.
Devo dire che ho apprezzato la cosa :)
Ultimo aggiornamento: 2011-02-24 15:28
A me non piacciono le bandiere, tranne che in occasioni tipo mondiali di calcio. Quando hanno regalato bandiere all’asilo di mia figlia, non l’ho presa. Ma se a te tirano su il morale, sono contenta tu le abbia viste.
@barbara: vedi? io non sopporto le bandiere italiane durante i mondiali di calcio. (nulla da dire contro le bandiere della squadra di calcio che ha vinto il campionato, qualunque essa sia)
.mau., la penso come te sulle bandiere. L’italianità mi pare mal rappresentata da una squadra di calcio, fosse pure la Nazionale (non parliamo delle altre, con giocatori di tutto il mondo). Idem dicasi per tutti gli altri sport. Non dimentichiamo che questi atleti o giocatori innanzi tutto gareggiano per se stessi e il proprio portafoglio, solo qualche volta hanno uno sprazzo di orgoglio patrio, che mi sembra molto mal riposto: io sarei orgogliosa se l’Italia (periodo ipotetico del 3º tipo) fosse una Nazione esemplare o quanto meno si barcamenasse a metà classifica, per restare nello sport…
Di calcio e d’altro sport si muore poco (e no, non mi dimentico dell’Heysel – neanche gli juventini meritano di morire) (non mi dimentico neanche dei troppi calciatori degli anni ’70 morti o ridotti ad anni di sofferenza indicibile). Ma lo stesso, è poco.
In nome dell’orgoglio e del senso di superiorità nazionale, ed in particolare di quello italiano, sono state commesse in anni ch non dovremmo sentire lontani atrocità indicibili.
E tuttora vedo e sento, negli anni 2000, persone – non strani tizi alla tv, ma i genitori e i nonni dei compagni di scuola dei miei figli – che dichiarano orgogliosi tale superiorità.
Non nel senso (a parer mio accettabile) che il nostro espresso o la nostra pasta sono migliori di quello che il resto del mondo ha da offrire, ma nel senso che noi come italiani siamo superiori. Che chi viene da fuori ha minori diritti; che “prima noi”. Talvolta, che chi viene da fuori è intrinsecamente peggiore (in senso morale) di Noi Italiani.
Non mi sento italiana in questo senso, non mi piace la bandiera perché non mi piace quel che rappresenta, e faccio del mio meglio perché i miei figli, crescendo, abbiano la possibilità di andare a vivere altrove.
@Barbara: Scrivi: «faccio del mio meglio perché i miei figli, crescendo, abbiano la possibilità di andare a vivere altrove.»
Non ti pare una reazione eccessiva rispetto a quanto da te scritto nella parte precedente del tuo messaggio? A me sì, per due motivi:
– mi riesce difficile credere che la situazione nel resto del mondo sia davvero migliore e così invidiabile, come molti vorrebbero farci credere in tutti i modi. “The grass is always greener on the other side of the fence”.
– tra il non sentirsi italiana “in quel senso” e il non sentirsi affatto italiana ce ne passa! E la tua reazione sembra quella di una mamma che non si sente affatto italiana…
@barbara: tu parti dal principio che la bandiera debba necessariamente dividere, e non unire. Detto in altro modo: se le bandiere italiane fossero messe perché si vuole rimarcare la propria italianità contro tutti quegli sporchi immigrati, sarei contrario anch’io, ma quello non mi pareva il caso. Quanto all’orgoglio, io non sono “orgoglioso” di essere italiano, e non lo sarei in ogni caso; non ho fatto nulla per esserlo, in fin dei conti. Però nel bene o nel male lo sono, e non vedo perché negarlo.
Mah … io credo che si faccia un po’ di confusione tra nazionalismo e patriottismo.
Quello descritto da barbara, secondo me, è il nazionalista (per non dir di peggio), che apoditticamate ritiene superiore tutti ciò che è prodotto dalla propria nazione, dagli uomini alla pasta, e quindi implicitamente (o esplicitamente) ritiene inferiori le altre nazioni.
Chi ama la propria patria, invece, non per questo non apprezza gli altri paesi.
Io sono orgoglioso di essere italiano, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, ma non per questo non apprezzo e amo altri paesi (la Spagna per dirne uno), che però non sono il mio.
Un po’ di sano patriottismo è giusto, anzi questa è una classica carenza degli italiani…