Giuliano Pisapia non ne sta uscendo affatto bene dalla storia dell’affitto “a condizioni di assoluto favore” che la sua compagna Cinzia Sasso ha (aveva?) ottenuto dall’amministrazione del Pio Albergo Trivulzio. Le spiegazioni di Pisapia sono qua, per la cronaca; ma secondo me non sono sufficienti.
Giusto per spiegare: non credo che Pisapia sapesse della storia della casa, ma il punto non è quello. Avete presente il detto «La moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto»? Ecco. Non puoi pensare di fare una campagna elettorale in una città come Milano (a meno naturalmente che tu non la stia facendo per la destra) senza verificare accuratamente non solo la tua irreprensibilità, ma anche quella delle persone a te vicino. Senza contare poi che è almeno un mese che si parla degli affitti di favore: tu (Cinzia Sasso) non puoi arrivare al giorno prima della consegna ufficiale dei nominativi ad “anticipare” la notizia, perché in realtà non la stai affatto anticipando. E comunque non puoi inventarti come scusa «Dal 2008 il mio contratto è scaduto; nel frattempo ho trovato un’altra casa e ho mandato al Pat una lettera di disdetta del contratto di affitto». Se il contratto è scaduto tu non devi fare alcuna disdetta; e se comunque hai fatto una disdetta entro sei mesi massimo devi essere fuori dalla casa. Quando hai fatto la disdetta? il 17 febbraio 2011? Avresti dovuto farla al più tardi il giorno dopo le primarie, e pubblicizzarla immediatamente, senza sperare di far finta di nulla fischiettando qua e là.
Detto in altre parole, quella (indiretta) di Pisapia non è stata «una leggerezza», ma un perfetto autogol per fare in modo che la destra non debba più parlare della sua gestione (indiretta) del patrimonio immobiliare e possa permettersi editoriali come questo… Vediamo se e come saprà scusarsi davvero.
(p.s.: sarò un po’ controcorrente, ma a me non dà fastidio più di tanto che le case siano state affidate ad amici degli amici, quanto che le abbiano date in affitto, e in certi casi vendute, ben al di sotto del prezzo di mercato. Lo so, sono snob.
Ultimo aggiornamento: 2011-02-23 07:00
Ma infatti il problema è proprio quello: le hanno affittate e vendute a prezzi di favore.
E non si tratta di patrimonio privato di un partito (tipo il noto appartamento di Montecarlo), ma pubblico. In teoria Libero e il Giornale dovrebbero programmare due mesi di prime pagine sulla Moratti.
Fossi milanese a Pisapia avrei tolto il voto non tanto per la leggerezza (che anch’io giudico tale), ma per avere citato, come prima reazione, la “macchina del fango”. Ma dove vive, quest’uomo, e possibile che Boeri fosse peggio?
Io evidentemente sono snb come te e quindi la penso come te. Anche se, quando ci rifletto, mi brucia parecchio che io, in quegli stessi anni, pagavo seicentomila lire per un appartamento a Cologno Monzese, guadagnandone (primo impiego) un milione e duecentomila. Era meglio essere parente o amico di.
Io penso invece che ci siano due attori in questa vicenda che andrebbero ben distinti:
1) gli inquilini e
2) gli amministratori delle case
I primi immagino abbiano avuto quelle case seguendo alcune “regole” e **se la Sasso le ha rispettate**, che sia povera o ricca, che si chiami Sasso e Benedetto XVI non dovrebbe interessare a nessuno. Chi di noi rifiuterebbe un appartamento ad un prezzo ribassato potendolo avere legalmente? Nessuno, immagino.
I secondi hanno una responsabilità maggiore che è sia penale sia politica. Se quei beni sono stati donati per darli a prezzi calmierati a persone bisognose e/o se sono stati donati per dare maggiori introiti alle casse comunali, consentire che siano dati alla piffero con prezzi a “seconda di quanto sei amico” è una cosa che va indagata seriamente.
La responsabilità della Sasso è molto facile da verificare, quella degli amministratori è faccenda più complessa.
Mi dà molto fastidio, invece, questo prendere di mira parenti e amici dei candidati. La responsabilità è personale. Io non risponderei mai delle azioni di altri e secondo me Pisapia non dovrebbe dire nulla su questa vicenda.
ciao
nicola.
@scorfano: per quello che ho capito, quando la Sasso e il suo allora marito ottennero quell’appartamento vigeva l’equo canone, e quindi il prezzo dell’affitto era fisso: certo trovare casa non era banale, ma appunto immagino ci fossero regole formali e non tutti sapessero dell’esistenza del patrimonio immobiliare del PAT. Poi è chiaro che uno non si alza da solo l’affitto :-)
@nicola: vedi la frase sulla moglie di Cesare :-)
@.mau.
Per fortuna non siamo più nel 44 a.c. :-)
Sono d’accordo con te, e dovrebbero essere d’accordo tutti, non solo quelli della destra. Però ‘sto discorso che fai (a meno che non stia facendo campagna per la destra) nasconde il problema della “superiorità morale”. Cioè, il tuo inciso sembra indicare che la “moralità” sia intesa come un valore importante solo fra gli elettori di sinistra, mentre gli elettori di destra la considerano non rilevante.
Ti chiedo: è davvero così? oppure è il nostro essere “snob di sinistra” che ci fa pensare automaticamente in questo modo? Oppure, è solo l’ipocrisia dei candidati la discriminante?
@Giuseppe: non posso e non devo fare generalizzazioni, ma per esempio quando Silvio B. affermò che quando le tasse superano il 50% allora è morale evaderle non mi pare ci siano state così tante alzate di scudi a destra.
E invece secondo me dare in affitto o vendita case a prezzo inferiore a quello di mercato è esattamente il compito che dovrebbe avere un ente assistenziale o pubblico. Sia per fare assistenza ai bisognosi sia per calmierare il mercato. Il punto è quegli enti non dovrebbero possedere alloggi di pregio, dovrebbero avere un enorme patrimonio di piccoli alloggi in zone periferiche.
Il compito del PAT non lo decidono i suoi amministratori o le chiacchere da bar, ha uno statuto e come recita anche la sua Home Page “è un ente pubblico senza scopo di lucro le cui finalità si realizzano nei settori dellassistenza sociale, socio sanitaria e delleducazione”, quindi se ha un patrimonio lo deve far fruttare, e mi sembra assurdo che un partimonio di un miliardo e mezzo, che, investito in BTP renderebbe 45 milioni all’anno puliti puliti e senza rogne, se è investito in immobili di pregio debba rendere 11 milioni, questo significa che ogni anno ci potevano essere almeno 30 milioni di euro disponibili per quelli che sono i compiti del Pio Albergo Trivulzio, anche volendo mantenere un patrimonio immobiliare come investimento a lungo termine, comunque il suo rendimento è ridicolo, da alcuni conti che ho letto il rendimento netto minimo doveva almeno essere una decina di mioni di euro al’anno in più.
Insomma in 10 anni 100milioni di euro per l’assistenza agli anziani, agli orfani e ai malati cronici potevano essere utili.
Il concetto alla fine è che gli enti devono fare il prorpio lavoro, e la beneficenza non è tra i compiti di un ospedale.
Non capisco. Ci ha guadagnato Pisapia da questa storia, o solo la compagna? Io ci vedo una differenza. E Cesare è morto da duemila anni.
@barbara: oltre al guadagnarci o no, c’è anche da considerare la gestione del tutto; e da come si gestisce il piccolo si può anche avere un’idea di come si gestirebbe il grande. (E aggiungiamo che se leggo bene Biraghi Sasso gestisce la campagna elettorale di Pisapia…)
Che Cesare sia morto da 2000 anni è un fatto: d’altra parte adesso al governo c’è Berlusconi.
Caro .mau.
hai perfettamente ragione.
(Però insisti nel masochismo. Perché, dico, perché leggere Libero e generare traffico sul loro sito oltre a quello normale di astroturfing che si fanno da soli?)
Ntuniott