Terza (e ultima) raccolta degli articoli di Ian Stewart sullo Scientific American (e sulla versione francese Pour la Science – non so voi, ma a me il pensiero che la rubrica di giochi matematici sullo Scientific American fosse divenuta bimestrale e che sono state le versioni nazionali a mantenere alta la bandiera della matematica ricreativa fa un po’ di tristezza), in questo libro (Ian Stewart, Cows in the Maze, Oxford University Press 2010, pag. 306, Lst 8,99, ISBN 978-0-19-956207-7) troviamo quello che ci si può aspettare da un libro del genere: capitoli generalmente scorrelati, tranne il trittico sui viaggi nel tempo che in effetti sono l’espansione di un’unica colonna piuttosto lunga nell’originale, e che toccano più o meno tutti i campi, data la pervasività della matematica che i non matematici credono essere incredibile ma che in effetti per i matematici è una cosa assolutamente normale. Questo significa che ci sono capitoli (quello sulle figure di corda e sulle danze) che per me sono assolutamente inutili e altri (chessò, quello sui quadrati più che magici o sui percorsi dei cavalli su scacchiere rettangolari) il cui approccio è molto più interessante di quello che si trova in giro solitamente. Altra cosa molto bella è la sezione finale di ogni capitolo con la sitografia: perché diciamocelo, oggi come oggi il libro è il punto di partenza, non certo l’arrivo. In definitiva: carino, ma direi non essenziale.
Ultimo aggiornamento: 2011-02-05 07:00
il titolo è bello, la mia matematica è alquanto scarsa