Non ho avuto tempo (e voglia, lo ammetto) di leggermi il contratto imposto proposto dalla Fiat per lo stabilimento di Mirafiori, e quindi non posso garantire che ci siano o meno delle clausole irricevibili perché contro i diritti dei lavoratori. In un caso o nell’altro, la campagna della FIOM e della CGIL perché operai e impiegati votino NO al referendum che si terrà a fine settimana è assolutamente sacrosanta: che uno sia d’accordo o no con quelle tesi, la libertà di opinione è sacrosanta.
Quello che io continuo a non capire è il comportamento a mio parere assolutamente autolesionistico del segretario FIOM Maurizio Landini, che anche contro la sua conferederazione continua a ribadire che anche in caso di vittoria dei SÌ non apporrà mai una firma a quel contratto, nemmeno “tecnica” (cioè della serie: non sono d’accordo ma sono costretto a farlo) perché a suo dire lo statuto della Federazione vieta di farlo. Beh, a me la cosa sembra comunque essere una stupidaggine colossale. Immagino che in ogni caso, se i SÌ al referendum vinceranno, la prima cosa che gli avvocati FIOM faranno sarà un ricorso al tribunale perché definisca illegittimo quel contratto. Direi che su questo non ci sono dubbi da parte di nessuno. Però, essendo i tempi giudiziali italiani quel che sono, passeranno mesi se non anni prima di avere un giudizio definitivo; e nel frattempo tutti gli iscritti FIOM non saranno affatto rappresentati all’interno della fabbrica, il che mi sembra una soluzione peggiore ancora. Sarebbe stato molto meglio rilanciare subito, e comunicare urbi et orbi che la firma tecnica sarebbe stata messa con l’avviso contestuale di inizio di azione legale e richiesta di pagamento dei danni ai lavoratori che venissero eventualmente acclarati. Ovviamente Marchionne non potrebbe dire nulla, visto che è certo che il contratto non leda diritti dei lavoratori, no? In ogni caso, abbiamo visto negli anni 1920 a cosa può servire l’Aventino: a rafforzare la controparte, che può fare il bello e il cattivo tempo.
Un ultimo punto. Avete notato come – nonostante la contrarietà all’accordo come principio – viene fatta una campagna perché si partecipi al referendum? Non è un controsenso: semplicemente, a differenza di quelli abrogativi, in questo caso non c’è un quorum e quindi un voto contrario non dato è un voto a favore in più. Come cambiano le politiche!
Ultimo aggiornamento: 2011-01-10 14:49
In realtà la FIOM è in guerra con la CGIL, o meglio, con la nuova segretaria. Infatti il precedente segretario era giudicato “ondivago” nel senso che alle volte stava con la FIOM, alle volte no, ma stando bene attento a non scontentare troppo la controparte.
La Camusso invece è decisamente più “corporate” e poco incline/affine alla FIOM. Attenzione: nessuno dei due ha a cuore il benessere dei suoi iscritti, sia ben chiaro, stiamo parlando di due insiemi di vedere le cose (altrimenti dette come politica di gestione) molto diversi, ma che nulla hanno a che vedere col benessere dei lavoratori: è il modo di vedere il benessere del sindacato che è diverso ed inconciliabile. Tutti noi lavoratori abbiamo solo ad perderci, chiunque vinca (nessuno imho).
Non conosco la questione, ma firmare e poi avviare un azione legale perché quanto si è firmato è illegittimo non mi pare un buon modo di rafforzare il ricorso all’autorità giudiziaria…
Mi pare logico che chi firmi liberamente un documento lo valuti come perlomeno legittimo, magari insoddisfacente o discutibile ma non illecito o contrario alle leggi o alle proprie convinzioni morali.
Se questa è la valutazione che sostengono di fare, se ho capito il punto, avvallare un atto contro i lavoratori non sarebbe ragionevole neanche in attesa di una decisione del giudice, no?
Dopotutto partecipare ad elezioni truccate o fare il democratico con le milizie fasciste a spasso non è una grande idea, anche se concorso sul fatto che la strategia della fuga su un monticello cittadino sia un po’ limitata. Ma, e questo mi pare certo, qui una delle parti evenutalmente insoddisfatta andrà all’estero alla velocità di un bonifico europeo e l’altra avrà del buon tempo libero per occuparsi delle carte bollate.
Io stasera ero in piazza a Torino alla fiaccolata FIOM contro l’accordo (c’era pure Nichipentola…). Devo dire che Landini ha fatto un bel discorso, e ha giustificato la cosa dicendo che se l’accordo è sbagliato non lo si firma e basta (ha fatto la battuta: “allora datemi il vostro libretto degli assegni e fateci sopra una firma tecnica”) e comunque che è inaccettabile l’idea che sia l’azienda, e non i lavoratori, a scegliere quale sindacato li deve rappresentare partecipando alle trattative. E tutto sommato sono d’accordo.
beh, no: al limite può dire “visto che tanto i soldi ve li tolgo comunque, datemi il vostro libretto degli assegni e fateci sopra una firma tecnica”. C’è una piccola differenza. Poi se uno preferisce perdere i diritti e la rappresentanza è una scelta sua. (Ah, la rappresentanza alla trattative c’è stata, sarebbe quella successiva).
Detto tutto questo, quanti di voi sanno esattamente cosa la Triplice era riuscita a ottenere negli accordi del ’93, a scapito di tutti gli altri sindacati?