Eldo e il TAEG

Nell’usuale volantino di Eldo c’è scritto bello grande “RITORNA IL TASSO ZERO”, con specificazione – sempre in grande – “PAGHI TUTTO CON TAN 0%, TAEG 0%”. Ora, il TAN è facile da vedere: se paghi 500 euro per un prodotto che vale 500 euro il tasso annuo nominale è effettivamente nulla. Il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, è più complicato e non so nemmeno bene come si calcoli in pratica; però so che mette dentro anche tutte le spese accessorie. Quindi mi ha stupito molto leggere in piccolo che «se l’operazione è di Credito Finalizzato si addebita l’imposta di bollo sul contratto di € 14,62, mentre se si usa una Linea di Credito ci sono € 1,03 al mese di spese di tenuta conto e € 1,81; di bollo su ogni estratto conto.»
Sono così andato a vedere su Wikipedia e ho visto che in effetti hanno ragione loro: l’Indice Sintetico di Costo (il nuovo nome del TAEG) comprende spese di istruttoria della pratica, commissioni d’incasso e assicurazioni obbligatorie, ma non i bolli statali e altre cose che qui non contano. Insomma, le spese di tenuta conto forse dovrebbero essere contate, ma se uno paga come Credito Finalizzato ha un finanziamento a tasso zero a norma di legge.
Resta il fatto che mi pare stupido che lo Stato abbia inventato un numerello che dovrebbe dirti quanto tu spenderesti in più e poi scoprire che i soldi che ti chiede lo Stato non contino in questo numerello. Fossimo negli USA non ci sarebbe nulla di strano, ma lì le tasse sono sempre escluse…

Ultimo aggiornamento: 2010-12-16 07:00

6 pensieri su “Eldo e il TAEG

  1. mestesso

    Il TAEG non l’ha inventato lo stato italiano ;-).
    Questo per sottolineare che lo scopo precipuo del TAEG è quello di far vedere, sinteticamente appunto, i costi accessori di servizi erogati da persone giuridiche a persone giuridiche o privati di natura collateralmente finanziaria (cioè che serve a comprare servizi o beni tangibili ma NON prodotti di natura finanziaria).
    Lo stato ospitante (la definizione che sta dietro questo numerello è pan-europea) non c’entra una mazza, e quindi le gabelle locali NON sono conteggiate.
    Non è un baco, ma una feature :-). LA EU, per questo verso, è simile agli USA.

  2. mfisk

    ISC e TAEG sono due cose diverse, per quanto la differenza sia di lana caprina dato che alla fin fine sono due numeri che si calcolano nella medesimissima maniera. L’ISC si applilca a mutui, prestiti personali, altri finanziamenti, mentre il TAEG alle operazioni di credito al consumo e alle anticipazioni in C/C.
    Di fatto (anche per il particolare contesto storico nel quale è nato il TAEG e poi l’ISC) più che indicatori di *costo* sono indicatori di *guadagno*, tesi a far vedere al consumatore quanto le banche o le finanziarie, cattive, gli portino via (e metterlo in condizione di scegliere, eventualmente, che si accontenti di portargli via di meno): ed è per questo che le imposte non vi rientrano.

  3. m.fornasa

    Occhio che la voce su Wikipedia genera dubbi maggiori di quelli che scioglie. Ad esempio:
    “T.A.N. + spese di istruttoria e documentazione = T.A.E.G.”
    mi pare un ottimo esempio di somma di mele con pere e con arance. Anche:
    “Il calcolo del TAEG/ISC consiste nel trovare quel tasso di interesse che rende uguali la somma del credito concesso al cliente, con la somma complessiva che il cliente dovrà rimborsare alla scadenza.”
    e` disordinata, e manca il concetto di interesse composto.

  4. .mau.

    @veraldus: bah, l’ho letto senza lente.
    @mestesso: s/lo Stato/l’Unione Europea/. La cosa non cambia molto. Per quanto mi riguarda, il TAEG doveva nascere per sapere quanto ti sarebbe costato prendere una cosa a rate invece che pagandola sull’unghia; non è che mi importi sapere a chi finiscono i soldi in più.

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