Silvio glia fa anche stavolta

Non so quanto la cosa gli servirà, ma sono ragionevolmente certo che il 14 dicembre Berlusconi riuscirà a ottenere la fiducia alla Camera. Non tanto perché la campagna acquisti del Cavaliere ha già incassato il voto di Cesareo e Scilipoti e la benevola astensione dei due parlamentari altoatesini (di Calearo si sapeva già prima delle elezioni del 2008, ma Uòlter Ueltròni era così fiero di averlo messo come capolista…), quanto per i commenti dei finiani e soprattutto per quello di Paolo Guzzanti. Sì: l’ex-amico di Silvio che ruppe con lui a causa di Putin e della Mitrokhin e che coniò il termine di mignottocrazia ben prima di Ruby e amiche varie ha scritto che i due o tre deputati PLI potrebbero riconsiderare la loro decisione di votare la sfiducia se. Non importa cosa ci sia dopo il “se”; nel caso vi interessi potete sempre andarvelo a leggere. Quello che importa è che siano in tanti ad avere cambiato idea: forse per colpa della mancata pensione se si va a elezioni anticipate, forse per le munifiche possibili elargizioni di Berlusconi, forse per intimo convincimento dei deputati. Insomma, al panettone Silvio ci dovrebbe arrivare. Non che la situazione migliori: una maggioranza risicata rischierebbe sempre di andare sotto, almeno se l’opposizione ne avesse voglia. Però i fatti sembrano questi. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2010-12-09 16:31

8 pensieri su “Silvio glia fa anche stavolta

  1. .mau.

    @Barbara: ci sono anche almeno due PRI, se per questo. Ho dei dubbi solo sul PSDI, ma secondo me ci sono anche loro.

  2. Nemo_bis

    Notizia vecchia, dopo la riunione di oggi i finiani si sono ricompattati (o cosí dicono, tutti, compresi quelli dati per convinti da Berlusconi).

  3. Giorgio

    a pura sensazione, ché non c’ho il pallottoliere, anch’io penso che glia fà.

  4. Bubbo Bubboni

    Credo che il numero di voti pro o contro, e quindi il risultato, non sia determinabile in anticipo. Troppe le forze che rilevano (pensioni, soldi, appalti per le aziende dei famigliari, dossier, collocamento di amici e parenti, ricandidature e seggi sicuri, ecc.) e troppo risicati i margini.
    Però mi pare che, anche se ben avvolto dalla tradizionale propaganda, il dibattito si stia spostando già sul “ma a che serve se c’è la fiducia e poi non si può neppure tenere aperto il parlamento?”. In questo senso il recente massiccio finanziamento di talune “pie opere” culturali sembra avere un certo gusto da campagna elettorale…

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