Se voi volete far sì che il vostro libro autoprodotto sia Un Vero Libro, magari vi potrebbe venir voglia di appiccicarci su un bel codice ISBN. La cosa non è poi così difficile, basta pagare il giusto: di per sé nemmeno poi troppo, visto che dieci codici costano 45 euro più IVA (oltre a tutti gli eventuali corrispettivi per farsi stampare dei codici a barre o altro). Però c’è un però.
Supponiamo che uno abbia un libro in formato elettronico. Come ben sapete, il bello degli standard è che ce ne sono così tanti tra cui scegliere, e quindi “il libro” lo si può trovare come .pdf, in .lit, in .epub, in .mobi… financo in .html, se volete. Bene. Come potete leggere da voi, ciascuno di questi formati deve avere un codice ISBN diverso. Non importa che sia lo stesso libro con lo stesso contenuto. Non importa nemmeno che – se il libro non è protetto – uno possa convertirlo da un formato all’altro. Il formato è diverso, l’ISBN è diverso.
Poi non lamentatevi se gli ebook li trovate solo piratati :-)
Ultimo aggiornamento: 2010-10-28 07:00
e via con un’altra follia.
con tutta la buona volontà non capisco come questa insensatezza dell’isbn debba alimentare la pirateria. impatta sull’editore, ma al lettore che gli frega?
a me non sembra assurdo. oltre al formato diverso (che materialmente non è cosa da poco), è una categoria merceologica diversa. anche gli audiolibri hanno un isbn proprio. anche uno stesso libro cartaceo, basta che sia una nuova edizione, anche se è del tutto uguale alla precedente, ha un isbn diverso dalla prima. la logica dell’isbn non è primariamente quella del contenuto, ma quella dell'”oggetto fisico” da catalogare e/o da vendere, e, da questo punto di vista, la scelta mi sembra opportuna.
il problema vero dell’isbn è quello che riguarda contenuti modulari, aggiornabili o modificabili dal lettore.
@elisabetta: capisco la logica “ebook diverso da libro cartaceo”; in fin dei conti “libro brossurato diverso da libro cartonato”, anche se in quel caso c’è una differenza di prezzo :-) Quello che non capisco è la logica “.epub diverso da .mobi”. Non sono “oggetti fisici”e sono ottenibili l’uno dall’altro senza problemi, no?
@letizias: secondo me anche questa cosa è un incentivo in meno a produrre ebook, e quindi se la gente li vuole li può trovare solo sul “mercato parallelo”. Poi magari mi sbaglio (ho appena scoperto che Valori, http://www.valori.it/ , non usa ISSN ma ISBN, quindi ogni numero ha il suo bel codice…)
beh no, il paratesto (in questo caso il codice html o xhtml) di un ePub è diverso da quello di un mobi
La differenza tra mobipocket ed epub è la stessa che c’è tra una bicicletta elettrica e una moto custom. (ok, non è proprio così, ma per capirci) Hanno le ruote, servono per spostarsi, ma con prestazioni e possibilità d’uso ampiamente differenti.
ma è anche vero che quando si fanno per esempio solo correzioni di refusi e simile l’ISBN (di opere cartacee) non cambia, mentre cambia se si aggiunge materiale. A questo punto il metatesto non dovrebbe dare problemi logici.
La ristampa anche con correzioni che non modifichi i parametri essenziali (prezzo, formato, pagine, autori) non richiede l’uso di un nuovo ISBN.
se consideriamo il metatesto digitale come corrispondente digitale degli elementi paratestuali del libro (formato, grafica, rilegatura, eccetera) allora la richiesta di isbn ha senso.
Come sempre bisogna usare gli strumenti a disposizione con un po’ di sale in zucca…
E comunque è prassi di certi editori cambiare di tanto in tanto l’ISBN così giusto per far passare per nuovo un vecchio libro.
mi accodo ad elisabetta. aggiungi il fatto che (per esempio) se converti a manina da .txt oppure .html a .pdf o .epub, il risultato finale sarà decisamente diverso dalla versione .pdf o .epub “nativa”. questa differenza va osservata e rispettata, se uno è maniaco della catalogazione.
detto questo, non capisco il problema. apporre un codice isbn su un libro è una possibilità, non un dovere. la regola che citi mi sembra un suggerimento dell’agenzia isbn piú che una norma di legge. fatico a credere che tu possa avere problemi di qualsiasi sorta (siae?) se decidi di fregartene degli eccessi dei biblioteconomi e metti lo stesso isbn su formati diversi.
E’ interessante vedere come il vecchio mondo della catalogazione non riesce a gestire e a capire le tecnologie contemporanee che, del resto, lo rivoluzionerebbero completamente.
Sarò oramai abituato alle applicazioni android, ma se voglio essere sicuro di acquistare il libro che sto cercando (compreso il controllo sull’edizione, il formato, ecc.) preferirei che mio cellulare si leggesse un codice bidimensionale da centinaia di caratteri e non un codice da poche cifre comunque sempre limitato.
Comunque questa cosa dei codici mi sembra da considerare quando si parla di statistiche: per ogni libro scritto ne verranno pubblicati almeno 5, ma se il lettore è soddisfatto da uno qualsiasi dei formati avrà letto solo 1/5 dei libri pubblicati… :-)
tra l’altro oltre all’isbn (anzi all’EAN, visto che siamo a 13 cifre) spesso ci sono altre cinque cifre vicino. Le si sarebbero potute usare per le varie opzioni…
@.mau.: ma certo, però bisogna standardizzarne l’uso che per ora è definito dall’applicazione.
Sapendo che si tratta di max 5 cifre e che gli ebook sono in circolazione da un po’, quanti standard incompatibili tra loro si possono tirare fuori e dopo quanti anni di draft?