Prima di pranzo ci è arrivata copia dell’accordo firmato da Telecom e CGIL-CISL-UIL dove abbiamo scoperto che dall’8 novembre per due anni ci applicheranno un contratto di solidarietà. Per quanto ci riguarda, il taglio dello stipendio sarà del 3,27%, o detto in altro modo 18 giorni in cui dovremo stare a casa nei prossimi due anni; ma ci sono gruppi il cui taglio è dell’8% e addirittura del 15%, mentre pochi fortunati continueranno a lavorare a tempio pieno. Almeno questo è quanto sono riuscito a capire dal verbale d’accordo, evidentemente scritto in politichese stretto che io parlicchio solo un po’.
Ora, possiamo chiederci la necessità di un contratto di solidarietà per un’azienda che nel primo trimestre 2010 ha fatto solamente 601 milioni di euro di utile e nel secondo altri 610. Ma non è di questo che voglio parlare.
Sono andato a recuperarmi i comunicati di SLC-CGIL e FISTel-CISL quando ci fu l’accordo del 4 agosto che – sempre leggendo l’accordo attuale – aveva previsto questi contratti. La CGIL ha scritto «In particolare 1100 esuberi dichiarati divengono lavoratori da formare nuovamente e da riconvertire verso altre aree aziendali (con particolare attenzione alle riconversioni verso la rete), accompagnati da strumenti di integrazione al reddito durante il periodo di formazione (contratti di solidarietà) garantendo a tutti la ricollocazione dentro lazienda.» Per quanto riguarda la CISL, «Saranno, inoltre, utilizzati i contratti di solidarietà e la formazione per i 1100 lavoratori che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali e per i 450 lavoratori di SSC e saranno rinnovati per altri 2 anni i contratti di solidarietà per il 1254-DA.». Persino a posteriori ho problemi a capire che quanto scritto lì indicava contratti di solidarietà per ventinovemilaerotti lavoratori. E posso garantire che da agosto a oggi non ho ricevuto nessuna spiegazione di cosa stava succedendo da nessuno di nessun sindacato, né quello di cui pago la quota di iscrizione né dagli altri due. Se tanto devo fare tutto da solo (e perdere tempo a ridire le stesse cose a tutti i colleghi, nonostante io abbia appeso in bacheca la copia dell’accordo da me annotata con tutto quello che so) posso anche lasciare perdere l’iscrizione…
Ultimo aggiornamento: 2010-10-21 13:59
Se tanto devo fare tutto da solo […] posso anche lasciare perdere l’iscrizione…
Questo è uno dei motivi (ma ce ne sono diversi altri) per cui si arriva alla paradossale conclusione che la metà circa degli iscritti al sindacato è fatta da pensionati.
@mestesso: più della metà, per quanto ne so.
In effetti leggendo sembrerebbe che il contratto di solidarietà riguardi solo i 1100 lavoratori ‘in esubero’. Mah…
Mi sono sempre chiesto quale sia il senso di un sindacato che dovrebbe supportare le categorie produttiva, e che di fatto difende invece gli interessi chi di produttivo (almeno nel senso lavoristico del termine, absit iniuria verbis) non lo è più.
Anche perché si verifica una curiosa anomalia, come al solito molto italiana: da un lato i sindacati difendono – conservano – i benefici di chi riceve una pensione a sfavore di chi lavora, peggio ancora se in condizioni non standard e precarie; dall’altro i pensionati hanno anche una rappresentanza politica solidissima perché sono la maggioranza di chi vota, e per questo coccolati e protetti anche dai politici.
E a noi resta il conto da pagare.
Fossi in te emetterei anche una fattura (anzi tre) per “Spese di comunicazione ai lavoratori”.
> un’azienda che nel primo trimestre 2010 ha fatto
> solamente 601 milioni di euro di utile e nel
> secondo altri 610.
Scusa a quanti miliardi ammonta il debito?
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