La notizia è vecchiotta, anche se Sleepers me l’aveva spedita immediatamente; ma le vacanze sono vacanze, e non avevo voglia di mettere su l’armamentario per postare sul blog.
Tanto per cambiare abbiamo il solito pool di ricercatori (stavolta dell’università di Valencia, chissà se la ricerca l’hanno fatta a Ibiza) che ha studiato l’utilità degli ombrelloni per proteggersi non tanto dal sole quanto dai raggi ultravioletti. Si scopre così che gli ombrelloni usati per il test sono bianchi e blu, ma soprattutto «alti un metro e mezzo e con una circonferenza di 80 centimetri». Ottanta centimetri di circonferenza significa circa venticinque centimetri di diametro; non dico che siano ombrellini da aperitivo, ma nemmeno un ombrello tascabile da pioggia è così piccolo. In effetti Sleepers ha anche recuperato l’abstract dell’articolo originale, dove si scopre che gli 80 centimetri sono il raggio dell’ombrellone – e la cosa torna – e anche che l’altezza non è 150 cm ma un metro, il che in compenso dà qualche perplessità sull’altezza del turista vacanziero spagnolo. Resta il fatto che a volte non è nemmeno facile copiare i numeri, mi sa!
Ultimo aggiornamento: 2010-08-31 07:00
Fa gran tenerezza un lavoro sugli ombrelloni.
Comunque grazie: mi porto a scuola entrambi gli articoli e vediamo cosa ne viene fuori :-)
Personalmente preferisco lo studio sulla prevenzione del foto-invecchiamento della pelle con i flavonoides (flavanoidi in italiano?), anche se d’estate neppure io mi gonfio di cioccolato.
Però sulla stampa spagnola gli ombrelloni erano di “1,5 metros de altura”. Forse neanche scrivere gli abstact è banale…
P.S.: Lo studio è di quelli fatti bene, non la solita statistica sui dati di studi precedenti… ma sulla rivista ci sono anche titoli come “Basal Cell Carcinoma: What’s New Under the Sun” (riferito agli effetti delle radiazioni solari nello sviluppo di questi tumori) che mi lasciano :-?
Gli autori parlano di “100 cm high” nell’abstract ma di “radius and height of 0.8 and 1.5 m, respectively” nell’articolo, il che la dice lunga sul livello di attenzione dei reviewers di Photochemistry and Photobiology, per un articolo che e’ piu’ che altro geometria…
Avevo segnalato a .mau. anche il simpatico e fuorviante sottotitolo “Oltre un terzo delle radiazioni oltrepassa la tela dei parasole”, quando nell’articolo si afferma “il sistema funziona alla perfezione per la luce diretta (che riesce a filtrare attraverso la tela solo in piccolissima parte, intorno al 5 per cento)”.
Secondo me non è una “licenza poetica” :-) [inside joke tra me e .mau.], considerato il duplice riferimento alla “tela”.
Per togliermi lo sfizio, ho tentato di contattare l’autrice dell’articolo: l’indirizzo e-mail non era disponibile, e una mia ricerca ha avuto scarso successo, quindi ho ripiegato sul generico sportellocancro*corriere.it; non hanno corretto, non mi hanno risposto (umpf!).