Legends – volume 2 (libro)

[copertina] A leggere questo libro (AA.VV., Legends – volume 2 [Legends], Sperling&Kupfer 2002 [1998], pag. 435, € 19, ISBN 978-88-200-3389-7, trad. Marina Deppisch e Francesco Di Foggia) ho scoperto una cosa: la fantasy (vera e propria, Harry Potter non c’entra) è una palla. Mettere insieme i racconti di vari grandi del settore mi ha fatto vedere come con tutte le variazioni possibili ci sia sempre la stessa storia dietro, e che quindi io debba prendere questa roba con le molle. Faccio eccezione per Terry Pratchett, il cui racconto apre il libro; ma Pterry notoriamente non scrive fantasy, anche se ne usa i personaggi. Granny Weatherwax e Nanny Ogg, le protagoniste del racconto, sono due streghe; ma la storia è a dire il vero un racconto di psicologia sociale.
Traduzione buona, tranne proprio nel racconto pratchettiano dove mi è rimasta la sensazione che la traduttrice abbia sbagliato registro linguistico; ma forse è perché sono abituato a leggerlo in inglese.

Ultimo aggiornamento: 2010-08-28 07:00

15 pensieri su “Legends – volume 2 (libro)

  1. Anonymous

    Con la dovuta eccezione per PTerry, concordo e rilancio: “palla mostruosa”.
    In genere io riesco ad appassionarmi anche a opere ritenute pallosissime, sul tipo della fantascienza sociale alla Olaf Stapledon, ma la fantasy di Tolkien, imitatori e discendenti vari è al di là delle mie capacità di sopportazione.

  2. juhan

    Volevo solo una conferma, fa sempre piacere essere in buona compagnia :-D
    Ma si scopre sempre qualcosa: non sapevo nulla di pTerry!!!11
    A me nessuno dice mai niente!!!undici! E pensare che Pyramids lo riletto un paio di volte (sì sono un po’ gnugnu).
    Non è che leggi anche Neil Stephenson? È il mio autore preferito con pTerry e Egbert B. Gebstadter ;-)

  3. .mau.

    @juhan: di Stephenson ho letto Snow Crash e Cryptonomicon. Prima o poi attaccherò Quicksilver, ma per uno come me che legge contemporaneamente tre-quattro libri non è banale averne uno con tre storie interallacciate :-)

  4. zar

    Stephenson lo leggi in inglese? Perché del ciclo barocco i disgraziati hanno tradotto solo i primi due volumi…

  5. marcoxa

    @.mau. Che la “fantasy” fosse al 95% “rifamo Tolkien” non ti era chiaro da tempo? Il problema con la “fantasy” (e con – anche se meno – la fantascienza) è di trovare qualcuno che dica/faccia le cose in maniera differente. Io anni ed anni fa scoprii la trilogia di Earthsea (poi espansasi); veramente qualcosa di diverso rispetto a Tolkien. Ma la scrittrice sappiamo chi è: Ursula K. Le Guin. Di recente, ho classificato qualche lavoro di Gaiman come “fantasy”, ma anche in questo caso il discorso si ferma lì.
    @.mau., juhan, zar. Stephenson nasce essenzialmente come scrittore sci-fi. Non direi che il ciclo barocco con gli antenati di Waterhouse e Shaftoe e Goto del Cryptonomicon (e Newton e Leibniz al posto di Turing) sia una un’opera di fantasy (sorry .mau. per averti rovinato una sorpresa).
    Visto che ci siamo, un consiglio per l’autunno. “Spook Country” di Gibson (è fantascienza?). Se poi qualcuno ha dei commenti sui due Follett, “The Pillars of the Earth” e “World Without End”, mi faccia magari un fischio.

  6. juhan

    @ zar
    questo è quello che dicevo sempre io; poi ho preso il terzo volume del ciclo barocco in inglese e Neal (a proposito nessuno mi ha corretto) è davvero tosto.
    Il traduttore della Shake (non ho il nome sottomano) è davvero bravo.
    L’ultimo volume del Nostro pare sia difficile anche per i madrelingua e non oso avventurarmi.
    @ marcoxa
    lui si definiva, una volta, post cyberpunk.

  7. zar

    @juhan: io leggerei volentieri la traduzione italiana del terzo volume del ciclo barocco (le prime due mi sono sembrate fatte molto bene), ma pare che non ci sia verso di averla…

  8. Giuseppe

    A proposito di fantasy riciclata, tempo fa lessi un commento di Moorcock che si lamentava di The Witcher del polacco Sapkowski e nel contempo accennava a come dopo Tolkien tutti avessero copiato dal papà degli hobbit. (trovi il link a questo commento nella wikipedia inglese, alla voce di The Witcher)
    Concordo con marcoxa sulla LeGuin, Earthsea è un’altra cosa (e a proposito di traduzioni, “Il mago” versione Oscar Mondadori mi pare contenesse alcuni errori, anche se aveva una traduzione dei nomi che preferivo rispetto alla versione del malloppone della Nord con tutti i romanzi) e, con l’eccezione delle “Tombe di Atuan”, IMHO più divertente di un hobbit con un anello in tasca.
    Dopo Tolkien e una marea di videogame con ambientazione D&D (ormai conosco meglio la geografia dei forgotten realms di quella del veneto), l’unico che mi sento di consigliare, io lo considero fantasy, è Gaiman (anche se in originale per me è un problema, visto che usa moltissimo un vocabolario molto ricercato). Anche in classiche storie di “quest” come Neverwhere e Stardust è riuscito a tirare fuori qualcosa di insolito.

  9. Barbara

    In genere non leggo fantasy, perché non mi piacciono le copertine :-).
    @marcoxa: a me piace praticamente tutto quel che scrive UKL. Purtroppo alcune traduzioni italiane fanno davvero piangere (sorry, zar), in compenso l’originale non è difficile.
    @.mau.: “tre-quattro libri contemporaneamente”: una volta potresti fare un bel post su come e quando leggi. A me di leggere più di un libro alla volta non succede mai.

  10. J B

    @Giuseppe: “The Witcher” ha un personaggio principale che, in effetti, un certo debito nella caratterizzazione fisica verso “Elric of Melniboné” ce l’ha. Tuttavia, a mio parere, i lavori di Moorcock sentono molto il peso degli anni, mentre quelli di Sapkowski sono un piacere da leggere. A suo tempo avevo anche fatto una breve recensione de “Il sangue degli elfi” http://www.fcvg.it/?p=620 ).

  11. Barbara

    @zar: lo so. Ma penso che chi non ha letto UKL dovrebbe farlo, perché scrive bene. E parla di scienziati in modo sensato.
    Neal Stephenson non l’avevo mai sentito dire, la storia degli inizi di analisi 1 sembra un argomento assai noioso ma i grando scrittori fanno miracoli.

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