Se qualcuno è felice della decisione della Corte Suprema USA di non decidere, e quindi di ammettere le cause civili contro il Vaticano nei casi di pedofilia, non ci sono problemi. Da quanto leggo qua e soprattutto qua, però, mi sembra che la causa sia solamente civile e non sia mai stata tentata una causa penale. Se è così, mi immagino che il qualcuno sia felice quando i nostri politici e uomini importanti intentino cause civili milionarie per presunta diffamazione.
(Io non ho nulla contro le cause civili, basta che siano precedute da una causa penale quando i comportamenti sono illegali per il codice penale. La pedofilia è sicuramente uno di questi casi)
Ultimo aggiornamento: 2010-06-29 07:00
Concordo in pieno.
Il diritto americano e quello italiano si basano su presupposti così diversi che non sono confrontabili.
Le cause civili e penali in USA, per quanto ne so, sono del tutto scorrelate e non vi è automatismo alcuno in un senso e nell’altro (da causa penale a civile e viceversa). Uno può essere o meno d’accordo con questa o quella impostazione, ma così è la realtà.
Chi cerca di trarre conclusioni o forzature per la risoluzione di controversie sul nostro territorio è ignorante, oppure in malafede.
Sul fatto che sia o meno lecito l’automatismo penale -> civile non mi pronuncio, perchè ininfluente nel contesto.
@mestesso: «Le cause civili e penali in USA, per quanto ne so, sono del tutto scorrelate»
Anche in Italia lo sono da mo’.
@.mau.: mica da tanto tempo ;-). E poi è una area ancora grigia, vale a dire valida in certi ambiti, ma non necessariamente in altri, sempre grazie alla bizantineria del diritto italiano :-).
In USA hanno poche idee, molto chiare. Qui vale esattamente l’opposto :-).
Credo che non ci sia causa penale anche perché il prete che avrebbe commesso gli abusi ormai è morto. La causa civile è contro il Vaticano perché non solo avrebbe coperto i casi, ma, trasferendolo di parrocchia in parrocchia, gli avrebbe permesso di fare nuovi abusi. Per il resto ho l’impressione è che nel sistema americano la causa civile abbia, anche simbolicamente, una funzione diversa rispetto all’Italia. Non sono un giurista, ma mi pare che da noi la causa civile serve soltanto a rifondare eventuali danni subiti, mentre negli Stati Uniti esiste anche il concetto di condanna punitiva. Condannare a un forte risarcimento non serve solo a rifondare chi ha intentato la causa, ma anche a punire il querelato per qualcosa che ha omesso di fare. Serve, la causa civile, a punire quei comportamenti di chi dovrebbe avere delle responsabilità ma le ignora, causando danni ad altri (anche se questo non necessariamente penalmente rilevante). Si tratta, in ogni caso, di due culture giuridiche completamente diverse e che secondo me non si possono facilmente confrontare.
A me continua non tornare quale sarebbe il “vantaggio” di intentare una causa civile per diffamazione senza passare da quella penale, dove la presunta vittima si può costituire cmq parte civile. Vedo invece il vantaggio della penale: siccome la presunta diffamazione è una valutazione soggettiva, hai il modo di accusare qualcuno che ti è scomodo senza nemmeno rischiare una controquerela per calunnia e in più l’accusa viena condotta a spese della collettività. Senza poi contare che per certe categorie di potenti, tipo magistrati, c’è poi il vantaggio di giocare in casa…
(senza poi contare che trovo ottocentesco, per non dire pseudo fascista, mantenere la responsabilità penale per le diffamazioni: se c’è un danno è giusto che venga risarcito, ma nulla di più, altrimenti la libertà di pensiero e espressione dove vanno a finire?)
Nei confronti della Chiesa Cattolica penso non si possa intentare una causa penale.
Forse sono ignorante ma ho sempre pensato che un associazione o una persona giuridica non possano esser condannate per un reato, la responsabilità di un reato è SEMPRE personale.
E quindi dato che nel caso in questione si trattava di portare in tribunale la Chiesa la causa poteva solo essere civile.
Pietro ha ragione. La questione riguarda solo la causa civile. Dice Adista “[…] la tesi avanzata dai legali della vittima che fa leva, allo scopo di chiamare in causa le autorità vaticane e il papa stesso, sulla responsabilità diretta della Santa Sede, chiamata a rispondere delle azioni dei suoi dipendenti. […]”
Anche se il concetto di causa civile e penale è diversissimo tra USA e Europa credo che la responsabilità penale resti personale. Poi in Europa non si chiuderebbe, ad esempio, una causa penale con 53 milioni di dollari (per oltre cento vittime dei preti pedofili) per poi fallire… e forse questo l’aspetto che non piace a chi vede le cose “alla europea”.
Da notare che, esattamente come fece Bush, anche Obama è intervenuto a favore del tale stato estero. Favore, favori, chissà.