Zaia e l’inno di Mameli

Con tutti i problemi che abbiamo, non riesco proprio a capire perché mettersi a piangere perché il governatore veneto Zaia non ha fatto suonare l’inno di Mameli all’inaugurazione di una scuola (o l’ha fatto suonare solo dopo Va’ pensiero, cosa che a questo punto dovrebbe essere ancora peggiore).
L’inno di Mameli non è ufficiale, non c’è nella Costituzione, e ci ricordiamo che esiste solo quando ci sono le partite della Nazionale; una volta ci si lamentava perché i calciatori non lo conoscevano (come se fossero in tanti gli italiani che saprebbero cantarlo), ora ci si lamenta perché sembra che il momento dell’inno sia diventato simile a quello del giuramento a militare, dove invece che “lo giuro” si urla di tutto, da “l’ho duro” (in tema…) a “paguro”. Io lo so cantare, la marcetta non mi dispiace nemmeno, ma non lo sento come una roba “che fa l’Italia”. Più che altro, bisognerebbe spiegare ai legaioli che l’inno verdiano è tanto carino ma non c’entra una cippa né con l’Italia né con una ipotetica Padania, a meno che uno non sia stato deportato a Lamezia Terme o giù di lì e sia convinto che il nostro Paese sia stato riunificato dai Borboni. Scegliessero La canzone del Piave almeno avrebbero una giustificazione storico-geografica (tralasciando tutti i terroni che furono mandati al fronte nord-est, chiaro)
Ma io spero sempre in un atto di bontà degl Elii; se donassero alla nazione La terra dei cachi perché ne venisse fatto l’inno ufficiale avremo finalmente qualcosa di cui essere fieri.

Ultimo aggiornamento: 2010-06-14 11:53

6 pensieri su “Zaia e l’inno di Mameli

  1. Licia

    Vado fuori tema, ma non resisto: chi ha letto ieri l’articolo avrà anche notato il ripetuto orrore ortografico () che fa proprio pensare che nelle redazioni dei giornali ignorino l’esistenza non solo delle regole grammaticali di base ma anche dei correttori ortografici. Immagine dell’articolo originale qui.

  2. .mau.

    @Licia: non ci ho nemmeno fatto caso, forse anche perché la notizia l’avevo sentita per radio. Ma sei sicura che un correttore ortografico sappia riconoscere quegli imperativi?

  3. Licia

    @ .mau.
    Ogni correttore ortografico italiano che si rispetti dovrebbe segnalare * come errore perché è una forma che in italiano non esiste ma ho appena provato con il correttore di Office e lo ignora!!! Strano, perché quando si fa il testing di un correttore ortografico il rilevamento degli errori di ortografia più comuni è tra le prime cose che vengono controllate.
    A proposito di Office, se si dà un’occhiata all’elenco di parole nella correzione automatica (una funzionalità completamente indipendente dal correttore ortografico) si può vedere che alcune forme verbali erroneamente accentate, come ad es. *, *, e *, vengono sostituite automaticamente con la forma non accentata, l’unica corretta, mentre * manca dall’elenco perché non si può determinare se chi ha scritto intendesse la forma dell’indicativo (va) o dell’imperativo (va’).

  4. Daniele

    Premesso che sono d’accordo sulla sostanza, solo una precisazione puramente giuridica.
    L’espressione “non è ufficiale, non c’è nella Costituzione”, secondo me è inesatta.
    L’ufficialità/obbligatorietà dell’inno di Mameli può essere considerata una consuetudine costituzionale, parte integrante della nostra costituzione materiale.

  5. Marco B. Rossi

    E’ divertente come lo stato dell’inno di Mameli sia provvisorio ormai dal 1946, in perfetta sintonia con lo spirito che muove la nostra cosa pubblica… Proporrei di fondare un ente speciale, da chiamare “Mameli 2046”, con la funzione di “preparare il centenario dell’adozione provvisoria dell’inno della Repubblica Italiana, supportando con opportune campagne su televisione, stampa e facebook la diffusione della conoscenza di questo importante simbolo dell’unità nazionale”.
    A “La terra dei cachi” riserverei invece il compito di essere l’inno nazionale abusivo, da qui al 2046.

  6. .mau.

    Ad ogni buon conto, più che se e quando è stato suonato Fratelli d’Italia, mi piacerebbe sapere a quale titolo sia stato suonato il Va’ pensiero. Nessuno gliel’ha chiesto, al velocicssimo amante dell’Italia?

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