Posta Elettronica Certificata

Come forse avrete letto, qualche settimana fa il miniministro Brunetta ha lanciato in pompa magna il progetto di posta elettronica certificata nei confronti della Pubblica Amministrazione. Non sono totalmente sicuro che la cosa sia un gran vantaggio, visto che c’è la presunzione di ricezione anche se non si apre il messaggio e non si può fare in modo che noi scriviamo per PEC e l’amministrazione statale ci risponda per mezzo di una sana vecchia raccomandata; e inoltre, come forse non sapete, non è nemmeno garantita l’interoperabilità tra la PEC di diversi enti. Ma su queste cose io ci vado comunque a nozze, e così mi sono armato di santa pazienza e sono andato sul sito postacertificata.gov.it.
La procedura è abbastanza bizantina: si fa una preattivazione online, poi dopo almeno 24 ore e non più di un mese si deve andare in un ufficio postale abilitato con fotocopia e originale di un documento d’identità e del codice fiscale. Peccato che al mio primo tentativo il sistema si sia piantato per il troppo traffico, al secondo non mi era apparsa la schermata di ok e al terzo mi diceva che avevo già fatto la domanda. Passo comunque in posta (sportelli dei conti correnti, non delle operazioni con le lettere) e l’impiegato mi fa “guardi, abbiamo la procedura bloccata a terminale”. Insomma, non solo erano state sottostimate le risorse lato utente, ma nemmeno quelle di backoffice erano sufficienti!
Dopo qualche giorno riprovo la preiscrizione: sembra andato tutto a buon fine, ma non c’è traccia della mail di conferma che dovrei ricevere. In effetti avevo usato un indirizzo un po’ strano, tipo pippo+PEC@gmail.com; è perfettamente lecito secondo gli RFC 821 e 2821 e coincide con pippo@gmail.com, ma molti programmi non lo sanno e si lamentano per l’indirizzo “inesistente”. Quando finalmente la stagione delle piogge è terminata, e passato ancora un paio di giorni per sicurezza, ripasso comunque dall’ufficio postale; consegno, firmo, torno a casa e mi trovo sull’email di casa la notifica che è tutto a posto.
Adesso resta solo da scoprire come usarla, come scrivevo sopra :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-05-26 14:18

12 pensieri su “Posta Elettronica Certificata

  1. soloparolesparse

    Ma come a cosa serve!!!
    Serve a… praticamente serve quando… cioè, tu devi scrivere una mail, no… e allora… insomma serve quando… vabbè, però è certificata!

  2. andrea.gelmini

    Puoi, per cortesia, spiegare meglio cosa intendi con
    “non è nemmeno garantita l’interoperabilità tra la PEC di diversi enti.”
    Grazie e ciao,
    Andrea Gelmini

  3. .mau.

    @andrea: io ad esempio ho una casella PEC sulla mia banca onlne. Non è affatto garantito che io possa inviare posta certificata da quella casella a quella di postacertificata.gov.it.

  4. mestesso

    @.mau.:
    Da quel (poco) che mi è stato detto da sviluppatori SW che lavorano nella PA, il flusso delle PEC sarà dal centro (un ente statale) verso di te, e NON viceversa. Non ho idea se questa scelta sia definitiva o temporanea, ma per almeno un poco di tempo le cose sono in questi termini.
    Quindi non ti devi porre il problema di come usarla ;-). Al limite ti porrai il problema di scriverla in qualche modulo cartaceo che non sai quale è :-).

  5. .mau.

    @mestesso: se in https://postacertificata.gov.it/ scrivono che “La PostaCertificat@ è un servizio gratuito che consente ai cittadini di dialogare con le Pubbliche Amministrazioni dotate di PEC presenti nell’Indirizzario PA del Portale.” (grassetto mio) vuol dire che ci posso anche scrivere. E soprattutto se dopo c’è anche scritto che serve “Per eseguire comodamente via internet numerose operazioni, come richiedere informazioni, inviare istanze e documentazioni, ricevere documenti e comunicazioni [ecc.ecc]” il modulo deve comunque essere elettronico :-P

  6. rectoscopy

    Hai detto bene.
    La presunzione di lettura potrebbe essere perfino deleteria.
    Ad esempio, la PA mi comunica via PEC una cosa importantissimissima a cui mi posso opporre entro 30 gg. Ma io dall’alto della mia ricchezza in quei 30+ gg sono in barca a vela nel mezzo dell’oceano indiano senza una connessione internet. Come la mettiamo? Devo assoldare un filippino che mi legga periodicamente la posta? mah
    (la “cara” vecchia raccomandata ha un funzionamento ben diverso: i termini decorrono dalla ricezione del vero destinatario, se nessuno mi ritira la posta, non inizia il count-down)

  7. Diego

    Attivata settimana scorsa.
    Serve esclusivamente per le comunicazioni tra il cittadino e la PA.
    Se vuoi mandare una mail certificata ad un tuo amico mailcertificata-dotato, non puoi.
    Boh…

  8. marcoxa

    È ovvio che tutto il sistema è stato scritto da laureati in Ingegneria Informatica et similia del Politecnico di Milano. Lo sanno tutti che sono dei cagnacci. :)

  9. Anonymous

    @.mau.:
    se in https://postacertificata.gov.it/ scrivono che …
    Io mi rendo benissimo conto del tuo retroterra culturale proprio da questi post. La differenza tra Teoria e Realtà per un matematto non esiste, od almeno esiste in forma molto attenuata.
    Ripeto il concetto perché evidentemente NON sono stato chiaro. Da gente che produce SW che gestisce la PA, mi è stato detto “sì certo la PEC come no….in teoria ciascuna amministrazione (nazionale o locale) si dovrebbe attrezzare ad usare la PEC. In pratica vuol dire che uno sfigato in un ufficio ha un PC con il SW che ha la PEC. Ma che non sa usare. Poi altri, che usano SW ad-hoc per geneare e stampare i comunicati in un bellissimo PDF NON hanno il forward alla casella PEC, che va fatto a mano (se uno sa come si fa, of course). Poi NESSUN impiegato statale si vuole prendere la responsabilità di RICEVERE mail (di solito di lamentale) con la tracciabilità che LUI non ha fatto qualcosa per gestirla (alias forwardarla e fare scaricabarile) dato che nel 90% dei casi lo sfigato non ha la PEC o non sai quale è.
    Diciamo che ne riparlaimo fra 2-3 anni e vediamo come è andata :-).

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