il casco in bicicletta

Vittorio Sgarbi si lamenta sulle pagine del Giornale: la Legge vuole imporre ai ciclisti l’obbligo di usare il casco e lui, «nato a Ferrara, dove andare in bicicletta è un rito che pertiene alla civiltà della conversazione», non ci sta.
Io non faccio molto testo: pedalo col casco dopo che Anna mi ha ingiunto di farlo per gli allora non ancora nati gemelli, ma ritengo che il casco dovrebbe essere obbligatorio solo per i minorenni, a differenza dei giubbotti riflettenti che dovrebbero essere portati da tutti. Però il ragionamento sgarbiano è (ma chi l’avrebbe mai detto?) completamente fallato. L’ineffabile dice infatti che «un ciclista può essere investito ma non corre i rischi tipici di chi va a motore per il quale, in automobile, è prescritta la cintura di sicurezza e, in motocicletta, è previsto il casco. Un ciclista non si può far male cadendo più di quanto si possa far male chi andando a piedi inciampa», cosa che mi fa pensare che non sia mai andato in bicicletta fuori da Ferrara.
È relativamente vero che se un ciclista cade per conto suo in genere non si fa tanto male più di un pedone che inciampa, anche se a dire il vero io cammino a 6 km/h e pedalo a 25 km/h. C’è però una piccola differenza: un pedone generalmente cammina sui marciapiedi mentre un ciclista pedala per strada. Certo, quando il pedone attraversa la strada è a rischio, ma la probabilità è molto minore. E se un’auto ti prende sotto in bici, è la sua velocità che conta, non la tua.
Ma d’altra parte credo che il vero problema di Sgarbi sia evidenziato da un’altra sua frase: «Il casco per i ciclisti è come il preservativo per la testa» (preceduta dal pippone dove i poveri studenti che vogliano fare sesso sono costretti a usare il preservativo)… Diciamo che il critico d’arte ha mostrato ancora una volta un certo tipo di equipollenza che vale nei suoi riguardi.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-27 15:37

44 pensieri su “il casco in bicicletta

  1. .mau.

    Vittorio Sgarbi si lamenta sulle pagine del Giornale: la Legge vuole imporre ai ciclisti l’obbligo di usare il casco e lui, «nato a Ferrara, dove andare in bicicletta è un rito che pertiene alla civiltà della conversazione», non ci sta. Io non faccio molto testo: pedalo col casco dopo che Anna mi ha ingiunto di farlo per gli allora non ancora nati gemelli, ma ritengo che il casco dovrebbe essere obbligatorio solo per i minorenni, a differenza dei giubbotti riflettenti che dovrebbero essere portati da tutti. Però il ragionamento sgarbiano è (ma chi l’avrebbe mai detto?) completamente fallato. L’ineffabile dice infatti che «un ciclista può essere investito ma non corre i rischi tipici di chi va a motore per il quale, in automobile, è prescritta la cintura di sicurezza e, in motocicletta, è previsto il casco. Un ciclista non si può far male cadendo più di quanto si possa far male chi andando a piedi inciampa», cosa che mi fa pensare che non sia mai andato in bicicletta fuori da Ferrara….

  2. vanz

    boh. 6 times per me significa una cosa sola, ma per i dati precisi bisognerebbe leggere “The pattern of injury in fatal pedal cycle accidents and the possible benefits of cycle helmets”. British Journal of Sports Medicine, 1996 Jun;30(2):130-3

  3. vanz

    comunque io sarei per l’obbligo del caso anche in auto, à la Kubrick. sono un socialdemocratico di stampo nordico: il principio di precauzione è indice di civiltà.

  4. Alice Twain

    6 times non vuole dire una cosa sola. Se in termini assoluti vuole dire una cosa, se in percentuale vouole dire una cosa ben diversa. Perché se i pedoni sono sei volte più proni a spaccarsi la testa ma sono dieci volte più numerosi dei ciclisti ha un senso ben diverso che se fossero sei volte più proni a farlo in percentuale!

  5. paolo

    A parte Sgarbi e le sue tesi, mi sembra un po’ eccessivo obbligare i ciclisti a mettere il casco.
    Io lo uso sempre quando vado a fare le mie pedalate di amatore MTB, ma per andare a fare una commissione o una passeggiata mi sembra troppo.
    Forse lo consiglierei per i più piccoli.
    Non credo che in altri paesi lo usino in quanto obbligatorio ma per questioni culturali. Ma in Italia per educare bisogna usare le maniere forti…

  6. nicola

    Diciamo che il casco non serve fino a quando non cadi.
    Aneddoto: ai primi anni novanta facevo il volontario sulle ambulanze della CRI e una volta siamo andati a soccorrere un signore anziano caduto dalla bici che aveva sbattuto la testa sullo spigolo del marciapiede. Nessun “bernoccolo” e nessuna perdita di coscienza, ma si era ritagliato un bello scalpo che penzolava attaccato ad un ultimo pezzo di pelle. A occhio una ventina di punti. Con un casco, probabilmente, non si sarebbe fatto nulla. (All’epoca i caschi per bici erano praticamente sconosciuti.)
    Seppure con notevole ritardo, da quest’anno anche noi usiamo il casco.

  7. vanz

    boh, leggiti il paper e risponditi da sola, a me non interessa: sono per il casco obbligatorio a prescindere, perché mi pare ovvio per chiunque che cadere di testa da un metro e mezzo è meglio farlo con un casco che senza.

  8. Alice Twain

    (Comunque, io sarei ancora più radicale e proibirei la circolazione di auto in città, eccezion fatta per le auto di servizio, e financo la proprietà privata di mezzi motorizzati per il trasporto. Chi si vuole muovere usa il servizio pubblico o noleggia il mezzo.)

  9. mfisk

    Io il casco lo userei anche, perché fastidio in testa non ne dà (lo usavo sempre, per dire, quando andavo in bici da corsa).
    Il problema enorme è che non sai dove cazzo metterlo una volta sceso dalla bici: e così vanifica tutta la comodità della bici in città.

  10. m.fisk

    Io il casco lo userei anche, perché fastidio in testa non ne dà (lo usavo sempre, per dire, quando andavo in bici da corsa).
    Il problema enorme è che non sai dove cazzo metterlo una volta sceso dalla bici: e così vanifica tutta la comodità della bici in città.

  11. mestesso

    Mi spieghi dove sta il senso logico di differenziare l’obbligatorietà del casco per i minori o maggiori di una certa età? I primi hanno la testa più (dura|molle) dei secondi? E perché le cinture di sicurezza non hanno fasce di età?
    Assumi anche che un ciclista cada per scontro, e mai da solo (sai quanta gente incoccia una buca e cade?).
    Inoltre, sai quanti sono gli investimenti da parte di bici dei pedoni? Mi rendo conto che sia una analisi tarata sulle tue abilità ciclistiche, che reputo buone, ma direi che non scala affatto nella realtà, in generale.

  12. .mau.

    @mestesso: perché i minori in auto devono stare su apposito seggiolino? Per il resto, mi spieghi dove avrei assunto che un ciclista cada per scontro, avendo io esplicitamente scritto “È relativamente vero che se un ciclista cade per conto suo n genere non si fa tanto male più di un pedone che inciampa”? Infine, gli investimenti di pedoni da parte di ciclisti sono fin troppi, e soprattutto da parte di quelli che vanno in bicicletta sul marciapiede (ma anche dei pedoni che se ne stanno sulle piste ciclabili), ma non riesco a capire che c’entri nel conteggio degli incidenti per cui il casco (a pedoni o ciclisti) possa servire.

  13. mestesso

    Prima domanda: ritieni quindi che i grandi siano più bravi dei piccoli in bici? Io penso (ma statistiche alla mano non ne ho) sia esattamente il *contrario*. Non solo, ma i tempi e la gravità delle conseguenze di un incidente peggiorano in media con l’età (peso maggiore, ossa relativamente più fragili, e così via).
    Seconda: ho omesso il fatto che il pedone va sempre molto più piano di un ciclista (mediamente). Quindi il ciclista si farà (mediamente) più male. In breve, non ho capito come arrivi alla tua conclusione…dico non empiricamente intendo.
    Col conteggio c’entra poco, ma non capisco bene l’integrità (o correttezza) del modello.

  14. .mau.

    @mestesso: no, non ritengo che i piccoli siano più a rischio dei grandi. Ma ritengo che un minore abbia diritto a una maggior salvaguardia obbligatoria di un maggiorenne. Per il resto, ovvio che un pedone va più piano di un ciclista, ma esiste anche una soglia di velocità sotto la quale non ci sono grossi problemi in una caduta salvo in caso di sfiga.

  15. Marco Barisione

    Qui in Inghilterra, e in particolare a Cambridge dove metà della gente si sposta in bici, se ne parla abbastanza. Il problema principale è che se obblighi le persone ad avere un casco le scoraggi ad andare in bici quindi invece di una piccola percentuale che ha incidenti gravi ci saranno altri con problemi di salute dovuti al poco movimento :)

  16. Bubbo Bubboni

    Quasi il 14% dei morti in incidenti stradali sono pedoni, hai voglia a inciampare!
    I minori devono stare sull’apposito seggiolino per l’impossibilità di proteggersi con una cintura standard o di sopportare la botta dell’airbag. Se il 5% (mi pare, negli USA) muore per “airbag senza cintura” e un tot % per “incidenza senza la cintura” al di sotto di un certo peso/dimensione la percentuale di morti è altissima.
    Il problema mi pare, come nel caso della cintura un’altro. La legge deve proteggere il cittadino da se stesso oppure è meglio lasciarlo crepare tra i tormenti?
    Dal punto di vista morale ed economico la cosa sembra di una certa complessità, ma credo che il vantaggio dal punto di vista dell’occasione di farci due chiacchiere non abbia confronti!

  17. Ipazia Sognatrice

    So che, quando finalmente diventerà obbligatorio, mi pentirò di questa affermazione, ma io la leggina per il casco la farei: anche se poi portarselo in giro è una rottura, e anche se pedalari con i 35 gradi d’agosto e il casco farebbe fondere quei pochi neuroni che mi son rimasti…
    Però quando vedo che agli automobilisti non gliene frega proprio un piffero, se mi investono o meno, capisco che il casco una volta mi servirà, e quella volta ovviamente non ce l’avrò, e quindi addio… a compendio delle osservazioni fatte, mi permetto anche di dire che la consistenza del cranio resta la stessa sia per chi pedala che per chi va in bici. Poi uno ci cade sopra a 25 km/h e non a 6 Km/h. E qui sta la leggera differenza…

  18. Barbara

    Mio nonno è andato in motorino senza casco per qualche decennio. Poi ha smesso di lavorare ed è passato alla bici. Ha avuto un piccolo ictus ed è svenuto. Frattura cranica, ha sbattutto sullo spigolo del marciapiede.
    A parte gli aneddoti, un pedone non è in equilibrio instabile, e gli è assai più facile cadere sul sedere o sulle ginocchia rispetto a un ciclista.
    Sono a favore dell’obbligo, come sono a favore dell’obbligo per le cinture – anche per i maggiorenni. Non tanto perché sono rompicoglioni (e lo sono) ma perché così me lo metto anch’io.
    @mfisk: il casco lo metti in borsa. Non ti ha insegnato la mamma ad uscire sempre con una borsa passati i dodici anni di età?

  19. Bubbo Bubboni

    Ah, anche interessante che nelle nazioni dove il numero di ciclisti aumenta (quindi aumentano i km percorsi in bici) si riduce il numero di incidenti a danno dei ciclisti… bella la statistica, no?

  20. vanz

    ah questo è interessante (anche se sa di minchiata). dalla BBC: “The study found drivers tend to pass closer when overtaking cyclists wearing helmets than those who are bare-headed.” qui il paper: http://goo.gl/mvb1

  21. silvia

    ah si, questa cosa che se hai il casco gli automobilisti ti passano piu’ vicino l’avevo letta anch’io…ma anche a me sa di minchiata…

  22. maxxfi

    Sarei interessato ad ascoltare una lezione di civile eloquenza ferrarese qualora l’esimio giornalista fosse prima incaprettato ad un telaio metallico e poi scaraventato su del salottiero brecciolino. Senza casco ovviamente, che rovina il feeling.

  23. Marco Beccaria - ffdes

    Il tizio svizzero citato nel link proposto da Frederic Argazzi dice stronzate peggio di Sgarbi. Il casco protegge da possibili danni al collo e al cervello, altroché. Non è la panacea di tutti i mali (se ti prende un suv con un frontale muori, evvabe’), ma contiene i danni contenibili, che sono in ogni caso tanti e spesso fondamentali per discriminare tra vita e morte o tra qualche escoriazione e cose ben più gravi. Perché sia chiaro: io non sono a favore dell’obbligatorietà dell’uso del casco per legge, in quanto penso che lo Stato non debba necessariamente impedire per legge ogni comportamento potenzialmente pericoloso dei suoi cittadini. Però un ciclista che pedali per strada, soprattutto in luoghi trafficati, che non si mette il casco è un irresponsabile.

  24. iced

    Condivido il “principio nordico di vanz” della precauzione: se il casco salvasse almeno 1 dei 200 e più morti all’anno di chi cade dal velocipede (statistica ISTAT 2008), forse ne vale la pena. Almeno per lui.

  25. Ormazad

    Sgarbi dice puttanate , ma io non amo gli obblighi e in questo caso meno che meno .
    Mi pare normale poter decidere di mettere il casco con la bici da corsa , velocità alta , piedi bloccati e parecchio tempo in sella , e non usarlo in città dove serve meno ed è più scomodo .
    Ormazad

  26. Frederic Argazzi

    Marco, forse dice stronzate ma gli studi che cita dicono chiaramente “Helmets may protect against fall injuries, but current models are not designed to withstand the impact of collisions with motor vehicles. Evidence for the benefit of pedal cyclists wearing helmets is limited” e “this suggests the greatest effect of the helmet law was not to encourage cyclists to wear helmets, but to discourage cycling. In contrast, despite increases to at least 75% helmet wearing, the proportion of head injuries in cyclists admitted or treated at hospital declined by an average of only 13%”. Io per ora sono inclinato a crederci ma se ci sono altre cose da leggere sono pronto a cambiare idea.

  27. Marco Beccaria - ffdes

    Certo che è “limited”, embè? Guarda, nei miei 15 anni da ciclista ho visto accadere (per fortuna senza rimanerci coinvolto) tre cadute gravi, una delle quali causata da un’auto. In due casi i ciclisti portavano il caschetto. In uno dei due (un banale aggancio tra ciclisti in gruppo) il caschetto è stato fondamentale a fare la differenza tra qualche graffio e un trauma cranico (uno dei ciclisti è caduto secco sulla testa). Nel secondo caso (quello dell’auto) le conseguenze sono state gravi (fratture varie per tre persone), ma le teste sono rimaste intonse, pur picchiando contro parabrezza e sportello dell’auto. Nell’unico caso senza caschetto (una banale scivolata in discesa) il ciclista coinvolto s’è fatto tre mesi di coma e sei di riabilitazione.

  28. Frederic Argazzi

    Ok, vedere uno che cade e si fa molto male deve essere un’esperienza brutta e capisco che uno possa decidere di portare il casco, e anzi prima o poi forse me lo prendo anche io un bello Yakkay. Ma visto che stiamo parlando di vietare un comportamento *per legge* vorrei sapere su che *fatti* scientifici si basa la decisione. O se forse non è un modo per rigirare la frittata e dire “il ciclista si è fatto male? è perché non aveva il casco”, invece che cercare la risposta vera e cioè che non ci sono abbastanza ciclabili, la gente in macchina sta al telefono e pensa ai cavoli suoi invece di guardare dove va, etc.

  29. vb

    Io vado in bici anche per il piacere di stare all’aperto (persino in città). Penso che se diventasse obbligatorio il casco la userei molto di meno e prenderei più spesso l’auto.
    E sì, razionalmente ha poco senso, anzi è una misura protettiva, in teoria uno dovrebbe andare in bici più tranquillo col casco e quindi l’effetto potrebbe essere opposto, eccetera… ma la realtà è che imporre il casco ai ciclisti in città vuol dire dimezzarne il numero.
    Per non parlare dell’ennesima spesuccia obbligatoria che lo Stato ti impone, a vantaggio di qualche produttore privato…

  30. .mau.

    @vb: non mi sembra che un casco da bicicletta (che non è uno da moto) tarpi così tanto la libertà. Sarà che porto i capelli corti :-P

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