La sovrana lettrice (libro)

[copertina] Uno si può lamentare per spendere 12 euro per 95 pagine (lorde, il racconto inizia a pagina 9 e l’ultima pagina ha tre righe). Ma non può certo lamentarsi per la storia… Il titolo originale del libro (Alan Bennett, La sovrana lettrice [The Uncommon Reader], Adelphi 2007 [2007], pag. 95, € 12, ISBN 978-88-459-2209-1, trad. Monica Pavani), “The Uncommon Reader”, era davvero intraducibile, essendo un gioco di parole tipicamente britannico: la “lettrice non plebea” non è nient’altro che la regina Elisabetta II, che trovandosi per caso dietro le Reali Cucine il furgone della biblioteca circolante entra, prende in prestito un libro… e diventa un’accanita lettrice. Leggendo il libro, si avverte chiaramente l’origine teatrale di Bennett; sembra quasi di vedersi davanti le varie scene, soprattutto quelle comiche. Ma naturalmente, proprio come in una rappresentazione teatrale, ci sono anche considerazioni diverse; da quelle sull’utilità della letteratura forse alla fine un po’ stucchevoli alla visione del governo e delle incombenze regali da parte di Sua Maestà. Ottima traduzione, che permette di mantenere il ritmo anche nel caso di lettura ad alta voce.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-21 07:00

6 pensieri su “La sovrana lettrice (libro)

  1. Barbara

    Potresti pure citare il libro (in realtà sono due) che ha ispirato il titolo. Supponendo tu li abbia letti, del che non sono sicura.

  2. .mau.

    «Loro a scrivere sono tanti, io a leggere sono uno solo, non c’è competizione!»

  3. Barbara

    Per scegliere le letture uso il metodo di Leopardi: molto vecchio e poco nuovo. Tu probabilmente non hai letto neppure le operette morali. (La citazione, in compenso, ho dovuto cercarla su gugol).

  4. Barbara

    Cito anch’io: Yet who reads to bring about an end, however desirable? Are there not some pursuits that we practise because they are good in themselves, and some pleasures that are final? And is not this among them? I have sometimes dreamt, at least, that when the Day of Judgment dawns and the great conquerors and lawyers and statesmen come to receive their rewards—their crowns, their laurels, their names carved indelibly upon imperishable marble—the Almighty will turn to Peter and will say, not without a certain envy when he sees us coming with our books under our arms, “Look, these need no reward. We have nothing to give them here. They have loved reading.”

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