La formula segreta (libro)

[copertina][se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!]
Non vi siete mai chiesti perché a scuola ci abbiano insegnato la formula per risolvere le equazioni di secondo grado, ma non quella per le equazioni di terzo grado? La formula esiste, come anche esiste quella per le equazioni di quarto grado (per il quinto grado no, ma quella è un’altra storia…), ma non è che sia così utile in pratica. Ma quello che è davvero importante in quella formula è un’altra cosa: né i greci né gli arabi erano riusciti a trovarla, e quindi è stata un trionfo della matematica rinascimentale, ancora più prezioso considerando che non esisteva ancora la notazione algebrica simbolica. La caccia alla formula risolutiva avvenne in Italia: Scipione Dal Ferro, Niccolò Tartaglia, Girolamo Cardano e Lodovico Ferrari sono i protagonisti. Toscano racconta in questo libro (Fabio Toscano, La formula segreta Sironi 2008, pag. 205, € 18, ISBN 978-88-518-0124-3) la storia dietro la scoperta di questa soluzione; si vede così che i matematici non sono affatto persone con la testa nelle nuvole, ma gente che si fa la guerra tra loro. In questo caso, poi, le cose sono spesso narrate con la voce stessa dei protagonisti, di cui conserviamo le opere scritte nel volgare dell’epoca e che Toscano cita a profusione. Insomma, la matematica non è nemmeno la parte più importante del libro…
Il mio unico dubbio è se diciotto euro non siano un po’ troppi per quello che non è certamente un tomo da lanciare come arma contundente.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-20 07:00

Un pensiero su “La formula segreta (libro)

  1. fB

    Durante gli ultimi mesi di servizio militare, avendo a disposizione intere giornate da trascorrere in qualche modo, la notazione algebrica simbolica e una reminiscenza liceale di come si arrivasse alla formula risolutiva delle equazioni di secondo grado, arrivai indipendentemente alla formula in questione in meno di mezza mattinata: il metodo è essenzialmente lo stesso, a un certo punto è utile introdurre un’incognita ausiliaria per ridurre di grado il problema. Ne dedussi come la notazione simbolica semplificasse i calcoli astratti ancor più di quel che pensavo.
    Quella di quarto grado, però, mi ha fieramente resisitito, anche se ho poi scoperto che il metodo è pur sempre il medesimo (a trovare da me la formula risolutiva delle equazioni di quinto e sesto grado con le funzioni ellittiche ho rinunciato in partenza).

I commenti sono chiusi.