Chi vincerà le regionali?

Dal mio infimo punto di vista, mi pare chiaro che – se si vuol dare un significato nazionale a una consultazione locale – le elezioni regionali saranno vinte dalla coalizione che ha strappato più regioni all’altra; insomma se il centrodestra ne guadagnasse anche solo una in più rispetto all’attuale coppia Lombardia-Veneto avrebbe diritto di cantar vittoria, anche se al centrosinistra ne rimanessero otto su 11 al voto.
Accetterei comunque come parametro di vittoria “quel che conta è il numero totale di voti alle due coalizioni“, separando insomma il dato dei consigli regionali da quello del “voto nazionale”.
A quanto pare però Berlusconi non apprezza più nessuna di queste forme, e ha deciso che vincerà chi amministrerà più cittadini. Ecco, questo non mi pare sensato. Persino in uno stato come l’Italia che federale non è, le regioni – come regioni, claro – contano tutte allo stesso modo. Per dire, per chiedere un referendum costituzionale occorrono cinque regioni, non “cinque regioni con tot abitanti”. Poi è chiaro che i senatori sono eletti su base regionale e proporzionalmente alla popolazione, ma quello è appunto il Senato e non un organismo locale.
Mi resta da capire la ragione di questo voltafaccia (che come dico all’inizio non è nemmeno utile) e perché non si può più fare come una volta che si aspettavano i risultati per dire tutti “abbiamo vinto”
Aggiornamento: Ci ho pensato un po’ su. Il probabile guaio è che gli slogan elettorali sembra debbano essere sempre enormi per riuscire a far presa sull’elettorato. Così il centrodestra non poteva limitarsi a dire “ci basta prendere una sola regione in più” ma all’inizio voleva la maggioranza delle regioni: adesso deve per forza trovare un qualche altro tipo di “maggioranza”.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-24 10:40

5 pensieri su “Chi vincerà le regionali?

  1. marcoxa

    A me sembra che l’unico dato positivo di tutta la faccenda è che finalmente Formigoni non sarà più presidente della Lombardia.

  2. Giorgio

    beh, non tutte le regioni sono uguali. seconedo me ce ne sono otto che hanno 4 milioni di abitanti o più, qualcuna è assegnata in partenza (veneto e lombardia, emilia e toscana), nelle altre quattro si vede, secondo me, chi ha vinto davvero.
    poi, ovviamente, tutto è legittimo, chi dirà che ha migliorato da 11 a 2 e chi metterà sullo stesso piano lombardia e umbria o basilicata (massimo rispetto!), ma sono di quelle cose che si fanno tanto per tener in piedi il palco e galvanizzare i militanti meno difficili.

  3. layos

    A me sinceramente questa cosa di investire il voto regionale di grandi significati nazionali mi infastidia e non poco. Tutto sommato io potrei decidere di votare Biasotti e non Burlando (non lo farò e non lo farei, dicevo a titolo di esempio) magari sfruttando il voto disgiunto, giusto per avere un po’ di aria nuova in regione e allo stesso tempo mantenendomi la possibilità di esprimere la preferenza politica.
    Invece usando questo sistema becero del “conto delle regioni” per sapere chi ha vinto, un elettore tiepido di destra o di sinistra che volesse mandare a casa Formigoni o la Bresso o Burlando li rivoterebbe di nuovo per evitare di dare la vittoria agli “altri”.
    Io capirei dire: alle politiche il PD ha preso il 36% alle amministrative il 29% ora vediamo se è sopra o sotto questi valori o nel mezzo, per capire lo stato di salute e, in caso di tracollo o di decollo, trarne altri significati. Ma il conto delle regioni come referendum sul governo e l’opposizione è veramente l’antifederalismo per definizione.

  4. marcoxa

    @layos. Non c’è bisogno di mandare a casa Formigoni. È ineleggibile come Errani.

  5. Flx

    Minzolini ha appena detto la stessa cosa sostenuta da Belusconi (in modo del tutto casuale, ça va sans dire). Ossia che si debba evidenziare il numero di cittadini amministrati.

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