Questo libro (a cura di Rita Marchiori, Le più belle fiabe dell’Europa, Edicart 2003, pag. 52, ISBN 978-88-8328-111-2) fa parte di una collana di fiabe da varie parti del mondo; essendo presumibilmente destinate alla lettura dei bambini insieme ai genitori il volume è di grandi dimensioni, con caratteri grandi e parecchie figure – non delle più riuscite, a mio parere; ma tanto i miei figli sono troppo piccoli, mi limito a leggere loro le storie perché sentano la mia voce. La cosa più interessante di questo volume è che i nove racconti contenuti non fanno parte del corpus standard, e quindi risultano interessanti anche per un adulto. Strana tra l’altro una storia come “Tom Tit Tot”, che non segue affatto la trama usuale delle favole; la protagonista non è bella e brava, non ha voglia di far nulla però ha tanta fortuna e quindi le va bene tutto. Chissà cosa avrebbe detto Propp al riguardo!
Ultimo aggiornamento: 2010-03-10 07:00
Mi dice “il libro non è presente in catalogo”. Non l’ho trovato neppure dall’editore stesso! Mi devo attrezzare anche io con le favole, in effetti leggiamo i libri illustrati con Lorenzo. Bisogna iniziare…
Una domanda: ma se i bambini sono troppo piccoli per capire, perché non ti leggi il Finnegans wake? Ho idea che tra qualche tempo ti pentirai di avere iniziato le favole così in anticipo.
@mestesso: infatti l’ho preso in biblioteca.
@chinalski: tu sei capace a declamare il Finnegan’s Wake in maniera tale che uno zerovirgolacinquenne si appassioni al suono?
@.mau.: allora non mettere il link ad un sito che vende libri che non puoi comprare e di cui non puoi nemmeno vedere la scheda informativa ;-). Hai un plugin che te lo fa in automatico?
@mestesso: è stato il massimo che sono riuscito a fare, se noti non ho messo ibs. Magari se scrivi a quelli là ti sanno dire qualcosa.
Noi abbiamo atteso che i figli sapessero stare seduti bene (5 mesi la prima, preferisco non dire i gemelli), poi gli abbiamo letto quasi esclusivamente quei piccoli libri cartonati con poche frasi per pagina, spesso in rima. Sono molto adatti perché ci si fanno anche i denti sopra.
Non abbiamo insistito molto: tanto una volta imparato a parlare (16 mesi la prima, lasciamo perdere i gemelli) hanno chiesto insistentemente che gli si leggesse, e scelto cosa. Uno dei favoriti ad esempio era questo, particolarmente apprezzato perché c’è anche un’immagine di gemelli.
Ora che leggono tutti in modo autonomo, siamo dovuti scendere a compromessi: libri a tavola a colazione sì, a pranzo e cena no.