I pasticciacci del centrodestra in queste regionali erano tre: la lista PdL a Roma, il listino Formigoni in Lombardia, il listino Polverini nel Lazio.
L’ultimo è stato sanato prima che venisse promulgato il decreto salvaliste; il secondo è stato sanato col Tar che è stato bene attento a dire “noi l’abbiamo fatto indipendentemente dal decreto salvaliste”; il primo non è stato sanato nonostante il decreto salvaliste.
Senza entrare nel merito: perché diavolo hanno fatto questo decreto, allora? E dobbiamo dire che Nappy ha fatto tutta melina perché sapeva cosa sarebbe successo? Sono cose troppo complicate per un povero piccolo matematico quale io sono.
Aggiornamento: (9 marzo) c’è un’altra cosa che non ho capito. Il dispositivo del Tar dice che (b) visto che il ricorso è stato fatto prima del decreto e (c) le liste al tempo non c’erano, allora non può essere accolto; ma tanto (a) il decreto non serviva a nulla perché la legge regionale prevale sulla nazionale (e Bossi sarà contento). Però l’ordine non è b-c-a, ma appunto a-b-c. Che senso ha?
Ultimo aggiornamento: 2010-03-08 20:35
“un povero piccolo matematico” piccolo, soprattutto :). Per il resto, condivido – o meglio condividerei se avessi tempo per pensare a questa storia, il che non è.
Eppure dovrebbe esistere una formula matematica che spiega questo governare fibrillatorio….
Semplice: per ripresentare i documenti. Cosa che hanno fatto.
Anche il primo è stato sanato: oggi, in forza del dl, il PdL ha presentato la propria lista.
A quanto pare sono arrivati in ritardo pure stasera, ma vabbé…
@.mau:
Anche Malvino sostiene(http://tinyurl.com/yeu24pn)che “la volpe” Napolitano abbia firmato nella convinzione che il Decreto non sarebbe stato applicato dalla Magistratura. Comincio a pensare che l’ipotesi non sia poi tanto peregrina…
@Tooby:
Si, è vero, oggi, in forza del Decreto, hanno finalmente presentato la lista, ma non finisce qui: il PD ha già preannunciato ricorso al TAR avverso la (prevedibile) accettazione della lista, domani, da parte dell’Ufficio Elettorale.
E il TAR, a meno che non voglia smentire se stesso a distanza di pochi giorni, dovrebbe ritenere il Decreto inapplicabile.
Che macello!
Tecnicamente, il Tar Lazio si è pronunciato sul mancato accoglimento delle liste, sulla base delle leggi vigenti in quel momento. Il DL infatti non ha previsto retroattivamente l’ammissione delle liste già presentate in ritardo, ma ha permesso che fossero presentate nuovamente entro 24 ore dalla sua pubblicazione in gazzetta ufficiale. Quindi il ricorso sulla prima presentazione è comunque arrivato alla fine, con sentenza di diniego, e contemporaneamente c’è stata la nuova presentazione in forza del decreto.
Bene. Tutto questo dimenticando un piccolo particolare. La Costituzione, all’articolo 72, prevede che in materia elettorale si possa disporre solo con l’iter della legge ordinaria del Parlamento. E che quindi non è ammessa la decretazione d’urgenza.