È una sorta di par condicio. Avendo letto a suo tempo (e non apprezzato per nulla…) Il Tao della fisica di Fritjof Capra con l’associazione delle religioni orientali alla fisica contemporanea, mi è sembrato interessante vedere l’altra campana religiosa: la fisica vista dagli occhi di un cristiano, o meglio il cristianesimo visto dal punto di vista di un fisico. Frank Tipler, l’autore di questo libro (Frank J. Tipler, La fisica del cristianesimo [The Physics od Christianity], Mondadori 2008 [2007], pag. 361, € 19, ISBN 978-88-04-57599-3, trad. Tullio Cannillo) è noto per aver scritto con John Barrow Il principio antropico, e questa è la sua seconda opera al riguardo. Tipler non è certo uno che usi mezze misure. Parte dalle leggi fisiche validate dagli esperimenti come la relatività generale, la legge elettrodebole, il modello standard e l’interpretazione dei molti mondi, che per lui è la realtà dei molti mondi. Da qui deduce che devono per forza esserci due singolarità in cui non valgono le leggi fisiche, una alla fine dei tempi (Dio Padre) e una all’inizio (lo Spirito Santo). Poi c’è una terza singolarità che pervade – non ho capito bene come – tutto il multiverso; questa è il Figlio. Da qui parte tutta la sua visione sincretica tra fisica e religione. Devo dire che alcuni punti teologici sono interessanti. Per esempio, l’onniscienza di Dio deriva dal vedere lo spazio-tempo-multiverso come un tutt’uno che a livello superiore è statico; il libero arbitrio deriva dal fatto che se ci sono tutti gli universi possibili, ci saranno quelli in cui farò un’azione e quelli in cui non la farò, e la Singolarità può sapere le percentuali ma non i risultati della singola persona a causa delle leggi quantistiche. Anche i miracoli sono correttamente indicati come fatti non impossibili ma semplicemente assai improbabili. Detto questo, la maggior parte delle idee esposte non hanno fondamenti validi, soprattutto dal punto di vista matematico; l’equivalenza delle diverse successioni di Cauchy – e non del punto limite – oppure l’irrigidirsi sulla definizione di probabilità solamente come misura dell’ignoranza servono alla sua tesi, ma sono difficilmente accettabili aprioristicamente. Non parliamo poi del suo atteggiamento dove il principio antropico è portato a estremi letteralmente incredibili o degli esperimenti che propone per dimostrare la validità delle sue ipotesi, al di fuori delle possibilità attuali e quindi non invalidabili, oltre che essere spesso confusi. Ad esempio per verificare che l’Uomo della Sindone sia un maschio XX dove i geni tipici dell’Y si sono spostati in un X (cosa di per sé possibile) dice di cercare alleli X senza pensare alle possibili contaminazioni. Ah, Maria sarebbe nata senza un gene codificante il comportamento violento (il peccato originale!) e Gesù sarebbe il risultato di una specie di autofecondazione per quanto riguarda la materia fisica… Insomma, come Hard SF siamo messi bene, ma come scienza molto, molto meno. Noticina: Tipler non è antisemita, ma in compenso è antimusulmano… La traduzione di Tullio Cannillo è scorrevole; ho solo trovato un paio di punti non troppo chiari.
Ultimo aggiornamento: 2010-03-06 07:00
Tipler non sa che cos’è “The Culture”.
Sull’argomento ha già detto tutto Zichichi, al cui confronto Tipler è un dilettante.
Sul rapporto fra scienza fede le pagine più illuminanti nella loro semplicità ed acutezza le ho lette nei libri di Richard Feynman in particolare in “Il senso delle cose” pubblicato dopo la sua morte, un titolo che non gli sarebbe piaciuto visto che sosteneva che non era sicuro che avesse un senso chiedersi se la vita abbia un senso. Feynman era serenamente a-religioso senza nessuna animosità verso i credenti, ce l’aveva piuttosto con chi credeva nei miracoli, negli UFO, nel paranormale ecc. Quando gli scienziati hanno tentato di mettere assieme scienza e fede sono sempre venute fuori cose strampalate mi ricordo che Popper negli ultimi anni dela sua vita scrisse un libro con il neurofisiologo John Eccles in cui sosteneva di aver trovato la sede dell’anima in un certa zona dell’emisfero sinistro del cervello! per quanto riguarda “Il Tao della Fisica” concordo è letteratura fantastica.
.mau., passi che tu sia un pervertito e continui a leggere libri in italiano pur capendo perfettamente l’inglese (e pur sapendo che in originale costano meno – dev’essere la soddisfazione di criticare gli altri traduttori) ma che tu legga anche st… ca… (come si dice in italiano educato?) come questa mi pare eccessivo. O forse è parte della Quaresima: quaranta giorni senza leggere non ce la fai, allora leggi solo libri che non ti piacciono.
Non mi stupisce neanche che tu sbagli a scrivere il titolo originale, o ti dimentichi una t di atteggiamento – so che eviti i correttori ortografici per ragioni a me oscure ma senz’altro profonde. Ma almeno potevi far notare come sia un segno del destino che il prezzo sia la radice quadrata del numero delle pagine?
@popinga: un amichevole dito in un occhio per avermi ricordato l’esistenza di Zichichi. Come se non bastasse il risultato della partita per mettermi di cattivo umore. Sono decisamente più acida del solito, e ce ne vuole.
@Barbara. Giusto. Per penitenza (e *non* per punizione!), se non l’ha già fatto, il .mau. leggerà e criticherà “The Physics of Star Trek”.
Il Cristianesimo è una fede in una persona che ha la salvezza dell’uomo come obiettivo, la Fisica è la scienza della natura, come la definisce Wikipedia. Sebbene Wikipedia definisca il Cristianesimo una religione monoteistica a carattere universalistico, definizione che io non condivido, farei comunque attenzione a non confondere le due cose o a cercare una fisica nel cristianesimo perché significherebbe stravolgere il significato sia della Fisica che del Cristianesimo.
La Fisica non è una scienza esatta e ha bisogno della matematica che è una disciplina esatta. Il Cristianesimo poggia su Gesù che secondo la fede è Dio incarnato. Semmai parlerei di una matematica del Cristianesimo (non ti offendere), perché nel Cristianesimo come nella Matematica c’è una verità comune che non sta né in cielo né in terra, ma sta sul piano complesso dove avviene l’incontro della carne con lo spirito, della terra con il cielo, del reale con l’immaginario.
@barbara: vedi? manco sapevo che ieri ci fossero state delle partite, e infatti vivo molto più sereno. Quanto ai libri in lingua, il sistema bibliotecario milanese non è che abbia chissà quante opere in inglese, quindi mi contento di quello che trovo.
@marcoxa: La fisica di Star Trek l’ho letta quindici anni fa (in italiano, ma al tempo compravo in UK solo i libri di Terry Pratchett). Non ho letto Oltre Star Trek, però.
@marcoxa: ottima idea. Forse possiamo trovare qualche tomo di fisica più recente.
@.mau.: nella città(?) dove vivo io c’è una sola biblioteca, con pochissimi libri, che si è recentemente trasferita (senza avvisare nessuno) da una sede dove è difficile parcheggiare a una dove è impossibile. L’idea di prendere libri in prestito per diletto, ormai, l’ho dimenticata completamente. Sono invidiosa.
Sinceramente da quello che scrivi sembra che nel libro di Tipler ci sia un pò un sapore di follia molto più che nel libro (abbastanza discutibile) di Fritjof Capra. E’ interessante infatti indagare su alcuni aspetti in comune fra il pensiero orientale, in particolare il pensiero zen, e la Fisica. Feynman tendeva sempre a sottolineare come in Fisica si ha difficoltà a dare le definizioni, e spesso si è incapaci di darle anche quando tutto funziona perfettamente. Qualcuno sa definire con precisione cosa è il tempo o l’energia? Nessuno fino a prova contraria e nonostante questo fabbrichiamo computer sempre più potenti e verifichiamo gli esperimenti di elettrodinamica quantistica fino alla 15esima cifra significativa. La Fisica ha una natura operativa e sperimentale e se vogliamo anti-intellettuale. Feynman sosteneva ad esempio che i fisici hanno bisogno dell’epistemologia come gli uccelli dell’ornitologia. La Fisica alla resa dei conti è sempre “qualcosa che si fa” ed in questo ha qualcosa in comune con il pensiero zen che ritiene il linguaggio ed il pensiero logico insufficienti ed inadeguati a descrivere la realtà. Le implicazioni dell’elettrodinamica quantistica ad esempio sono tutt’altro che “logiche” basti pensare al concetto di “realtà di una particella”. Feynman sosteneva che l’elettrodinamica quantistica non l’ha “capita” nessuno anche se le equazioni funzionano in modo sorprendente. “Che cosa è la realtà?” Un maestro zen rispose con un pugno in faccia all’allievo che gli fece questa domanda, uno scienziato del ventesimo secolo non lo avrebbe criticato più di tanto.