Diciamocelo onestamente: era un po’ difficile riuscire ad affermare che la corruzione di Mills fosse da datare 29 febbraio 2000, quando il simpatico avvocato aveva finito di fare il gioco delle tre carte con i 600000 dollari benignamente elargitigli da Mister B., e non l’11 novembre 1999 quando i soldi finirono sul suo conto. Persino il procuratore generale, cioè l’accusa nel processo in Cassazione, l’ha riconosciuto; ecco perché Mills non verrà condannato penalmente (ma civilmente sì!) Insomma, il nostro PresConsMin ha ragione a lamentarsi della cattiveria dei giudici milanesi; sicuramente sapevano perfettamente anche loro la cosa. Perché avevano condannato Mills, allora?
La mia sensazione – da profano del diritto, quindi potrei sbagliarmi – è che sia stata una scelta molto precisa e politica. Il giudizio in cassazione è sul diritto e non sul fatto; quindi il giudice di Cassazione non può dire “Mills non è stato corrotto” (e infatti non l’ha detto, anche se qualche direttore di quotidiano cerca di rassicurare i suoi lettori che è il contrario). Un giudice di primo e secondo grado invece dice semplicemente “il reato è prescritto” senza entrare nel merito e affermare che il reato è stato effettivamente commesso oppure no. Ricordate la sentenza Andreotti? Ecco. In pratica, i giudici di appello hanno scelto di fare una figuraccia pur di avere agli atti definitivi che David Mills è stato corrotto. Corrotto da chi? Leggetelo da voi (se siete masochisti, qui ci sono tutte le quasi 400 pagine). Indubbiamente un accanimento, ma utile per gli storici del futuro.
Ancora un paio di considerazioni. In un primo tempo pensavo che lodo Alfano fosse stato una fregatura per Berlusconi, visto che il suo processo non finirà in prescrizione che a fine anno; poi ho fatto un po’ di conti e mi sono accorto che Niccolò “Mavalà” Ghedini non farà molta fatica a impantanare il processo in modo che la prescrizione arrivi prima dell’invio in Cassazione, per preservare la purezza del PresConsMin. Corollario: la legge sul legittimo impedimento – che allungherebbe i tempi di prescrizione – sarà messa da parte in attesa del prossimo processo che vedrà Berlusconi come imputato.
La seconda interessante considerazione è che fino a qualche anno fa la prescrizione per il reato di corruzione in atti pubblici era di durata maggiore. Poi c’è stata la legge ex Cirielli, quella che è stata sconfessata persino dal suo relatore; in fin dei conti l’onorevole Cirielli voleva alzare la prescrizione per i reati di mafia e terrorismo, e poi la legge è stata trasformata per abbassarla per reati evidentemente di scarsa importanza come corruzione e concussione. La legge è stata promulgata dal governo Berlusconi III; il Capo però aveva sempre spergiurato: «Dalla legge ex Cirielli non trarrei alcun beneficio». Vedete che a volte sbaglia anche Lui?
Ultimo aggiornamento: 2010-02-26 09:41
Verosimilmente i giudici e i PM hanno voluto evitare di ritrovarsi nella situazione che è avvenuta dopo i vari decreti “salva ladri” che sono susseguiti al primo più celebre, poi affossato per sommossa popolare, con delle leggine apparentemente innocenti che hanno smantellato decine di processi istruiti da Mani Pulite e dai suoi cloni in giro per l’Italia.
Oggi c’e’ gente che beatifica i martiri di Tangentopoli come innocenti perseguitati, anche coloro i quali sono stati condannati, figurarsi quelli che sono stati via via prosciolti perchè le leggi introdotte in seguito hanno mandato per aria le prove o i procedimenti. Magari ci sono imprenditori che hanno patteggiato la pena per corruzione e i politici che avrebbero corrotto hanno sfangato la condanna per concussione o reati connessi per l’introduzione della norma secondo cui le deposizioni vanno ripetute in aula (ma senza che esista la possibilità da parte della magistratura di obbligare uno che ha patteggiato a tornare in aula a ripetere le deposizioni rilasciate in fase istruttoria).
Ergo gli imprenditori patteggiano, escono dal processo e non hanno nessun buon motivo per andare in aula a far condannare un politico, senza alcun obbligo, alcun tornaconto e, anzi, con l’evenienza di inimicarsi gente che è ancora saldamente in sella.
Facendo pronunciare la Cassazione resteranno ad imperitura memoria carte in cui c’e’ scritto nero su bianco che la dott.ssa Gandus accusata di essere una eversiva, una comunista, una pazza terrorista, in realtà aveva ragione e che la sua condanna era ampiamente fondata (perchè la condanna in primo grado, anche considerando l’atto di consumarsi del reato nel novembre del ’99, sarebbe stata emessa lo stesso).
La differenza sarebbe stata che, con una condanna in primo grado e un prosoglimento per prescrizione in Appello, avrebbe potuto lasciar dire ai pasdaran del correo che la condanna in primo grado era avvenuta per la presenza di un giudice ostile e comunista iscritto a MD. Oggi che su tutti e tre i gradi di giudizio la pronuncia è stata concorde, questa tesi scricchiola un bel po’.
Sul merito, essendo pure io digiuno di diritto, ma ragionando ad elementare buon senso, se io rapino una banca, poi prendo il denaro rubato, lo esporto all’estero, lo ripulisco e lo faccio rientrare in Italia, non so immaginare come i vari reati commessi dopo il primo si possano considerare scorrelati e far contare la decorrenza della prescrizione a partire dal primo.
Se io convinco un testimone ad omettere fatti che mi compromettano con la promessa in cambio di una dazione di denaro, lui testimonia in modo a me gradito, io gli comunico che la disponibilità del denaro è su un conto estero e lui preleva questo denaro da questo conto estero, secondo me lo stesso reato si protrae fino al momento in cui il testimone entra in possesso del denaro. In ciò non vedo davvero alcun artifizio.
Poi ci sono due aspetti: uno è che il reato è prescritto grazie alla ex Cirielli. Il secondo è che in paese normale la prescrizione dovrebbe terminare nel momento in cui c’e’ il pronunciamento di un giudice.
Da quel momento in avanti, fermo restando il diritto di ricorrere ai vari gradi di garanzia, non è possibile che anni di processi con costi esorbitanti finiscano in un nulla di fatto e che giungere alla prescrizione del reato resistendo strenuamente in giudizio e anzi, cercando di ostacolare il corso della giustizia, possa portare ad un esito favorevole.
D’accordo su tutto, ma la prossima volta metti il semaforino rosso vicino ai link pornografici :-@
Ma perché non ci sbarazziamo di questa evidente ipocrisia e facciamo una bella legge per cui sopra ad un certo reddito non si possa essere processati mentre sotto neanche perché si è dichiarati immediatamente colpevoli?