I furbetti della trasparenza

I grandi proclami del mininistro Brunetta li conosciamo ormai tutti. Uno di questi è la famigerata “operazione trasparenza”, che richiede che vengano pubblicati in rete tutti gli stipendi dei dirigenti pubblici (oltre ai loro curriculum). La cosa di per sé ha molto senso, considerando che questi dirigenti sono pagati da noi: insomma, l’idea non è per nulla balzana. Però…
Vittorio Pasteris ha fatto una ricerchina e ha scoperto una cosa molto interessante, che potete leggere da lui. In effetti, se uno entra nei siti istituzionali a partire da quello del mininistro, le informazioni le può trovare; peccato che non vengano immesse nei motori di ricerca. Infatti i gestori dei siti sono stati molto attenti a inserire le cartelle con questi dati nella lista nera del file robots.txt, che è uno standard di fatto accettato da tutti i motori di ricerca che non vanno a cercare documenti nei posti lì indicati. Lo standard nacque perché ad esempio ci possono essere degli indirizzi web corrispondenti a file generati al volo da informazioni che cambiano col tempo, e che quindi non ha senso salvare; è chiaro che però lo si può usare anche per “nascondere” quello che non si vuol far vedere. Certo, le informazioni sono sempre alla portata di tutti; ma è un po’ come la famosa citazione della Guida Galattica per gli Autostoppisti.

– Ma i piani erano ben visibili al pubblico…
– Visibili?! Sono dovuto andare nello scantinato per vederli!
– Ma è quello l’ufficio di consultazione per il pubblico!
– E si deve consultare con la torcia elettrica?
– Oh già, si vede che le lampade si erano fulminate!
– Ma non mancava solo la luce. Mancava anche la scala!
– Insomma, avete trovato i piani?
– Sì – disse Arthur – sì. Erano in fondo a un casellario chiuso a chiave che si trovava in un gabinetto inservibile sulla cui porta era stato affisso il cartello “Attenti al leopardo”.

Fuori di metafora: un conto è mettere dentro Google o Yahoo! la frase “Stipendio di Renato Brunetta” e trovarsi il link tra i primi risultati; ben diverso è dover andare a caccia dell’informazione in mezzo a chissà quanti altri documenti.
A pensare male si commette pecccato, ma nei commenti al post di Pasteris si scopre che nella pagina web dedicata a presentare l’iniziativa (“Dirigenti pubblici: online curriculum, stipendi, email e tassi di assenteismo dei propri uffici”) il primo collegamento ha titolo “Accorgimenti tecnici per impedire l’indicizzazione nei motori di ricerca”. Parliamone, e ringraziamo intanto Vittorio.
(mi viene tanto voglia di fare un robottino che recupera tutti questi documenti – indubbiamente pubblici – e li posti da qualche parte dove i motori di ricerca possano prenderli a loro volta…)

Ultimo aggiornamento: 2010-02-19 17:07

7 pensieri su “I furbetti della trasparenza

  1. Jan

    A naso, credo che sia una prassi standard per evitare googlebombing et similia.. Ce ne fu una famosa contro Berlusconi anni fa e credo che da allora si faccia in modo che le pagine istituzionali contenenti biografie (o curriculum, in questo caso) non vengano indicizzate dai motori di ricerca.

  2. .mau.

    @Jan: capirei la cosa se stessimo parlando della pagina con la biografia di Brunetta, ma qui abbiamo i PDF con curriculum e stipendio di poco noti dirigenti :-)

  3. .mau.

    @popinga: la cosa è un po’ più complicata, non tanto tecnicamente quanto per il puro lavoro. Innanzitutto, come giustamente hanno scritto dai commenti del Pasteris, copiare i dati può dare delle rogne. Molto più semplice fare dei puntatori, tipo un blog nominato “operazione trasparenza” e che abbia chessò il post “Dirigenti del ministero per la funzione pubblica”, con tante righe tipo “curriculum e stipendio di Pinco Pallino” ciascuno dei quali è un link al documento in sé (e un link generale alla pagina del sito del ministero, così non si può nemmeno dire che si faccia solo deep linking). Però questo significa un lavorone, perché ogni amministrazione ha il suo posto distinto dove indicare questi dati, come scritto da Pasteris: quindi ci vorrebbe un’opera collaborativa con tanta gente che ha voglia di fare le ricerche e aggiungere i post.

  4. mestesso

    Copiare i dati è del tutto legale, visto che sono informazioni pubbliche non secretate. Sui giornali ogni tanto saltano fuori gli stipendi, e nessuno si lamenta per questo. Non è un problema se sia legale o meno, ma se sia opportuno o meno.
    Fare un elenco di puntatori procurerà rogne a chi lo farà (se il sito avrà una certa popolarità), non fosse altro perché non ha le entrature e le protezioni di un giornale vero ;-). Questo non vuol dire che non lo si debba fare: uno con un certo pelo sullo stomaco e con una certa conoscenza di come giri il mondo dell’informazione può sfruttare a suo vantaggio la controreazione dell’amministrazione pubblica in generale, che non sarà sicuramente contenta. Con un poco di abilità può riuscire bene. E’ fondamentale il timing dell’operazione: se uno si tiene in canna il lavoro di collezione dei dati ed aspetta il prossimo scandalo per innescare la bomba è a posto. Certo, occorre uno che sappia reggere e cavalcare la tigre :-).

  5. maxxfi

    Non e’ un’operazione che potrebbe potenzialmente interessare un beppegrillo(TM)?
    – accuse di non-trasparenza al governo: check
    – Internet!: check
    – reggere alle rogne: check
    – cavalcare la tigre: check
    – consistente traffico sul proprio sito: check

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