In questi giorni – non senza polemiche sulla privacy violata – Google ha tirato fuori il suo socialcoso, Buzz. Ma come, diranno i più attenti, non c’era già Google Wave a fare da socialcoso? Beh, stendiamo un velo pietoso (e speriamo che non lo usi più quasi nessuno, così potrebbe forse essere un po’ più veloce e quindi utile come sistema collaborativo) e passiamo al nuovo prodotto.
Buzz ha un vantaggio competitivo: è integrato in Gmail. Quelli di Google, però, sono riusciti a farlo diventare uno svantaggio, visto che per default quando l’utente lanciava per la prima volta l’applicazione tutti i suoi contatti mail apparivano pubblicamente nella lista; sembra che adesso ci abbiano messo una pezza, ma tanto io ho per prima cosa cancellato un po’ di persone dalla lista e reso impossibile agli altri di sapere chi seguo e chi mi segue. La seconda cosa che ho fatto è stata eliminare le notifiche di buzz nella casella di posta che è già intasata di suo; basta creare un filtro con “label:buzz”, fregarsene degli avvertimenti della grande G, e dire di archiviarli come già letti senza passare dall’inbox.
Detto questo, la logica di Buzz ricorda non tanto Facebook quanto FriendFeed, e credo che questo sia voluto. Anche la grafica è simile, a parte l’effetto di fadeout quando si nasconde un post (pardon, si fa mute) che è abbastanza scocciante. Ci sono però alcune differenze:
– si è visibili per nome e cognome e non per nick scelto (MALE, è una questione di principio per non dire che potrebbero esserci grossi problemi di privacy)
– per quanto riguarda sopra, è obbligatorio avere un profilo con nome e cognome per scrivere dei buzz o dei commenti; per riceverli, bontà loro, non è obbligatorio farlo (MALE)
– i singoli commenti, e non solo il capofila, hanno indicata la data (BENE)
– non ci sono gli amici degli amici (BENE)
– non è possibile nascondere una categoria di messaggi – chessò, quelli da un altro socialcoso – per non leggere doppioni e triploni (MALE; ad esempio ho smesso di importare da Google Reader perché altrimenti certe notizie erano doppie)
– è possibile fare buzz ristrette a un certo gruppo di persone (BENE, è molto più comodo che fare una mail a N persone nel caso si debba fare una discussione)
Ci sono ancora molte cose che non vanno, come il fatto che non si riesce mai a capire se effettivamente ci sono buzz o commenti nuovi oppure non si è riusciti a marcarli come letti; l’impressione è che più che una beta stiamo parlando di una versione alfa, e ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che questi bachetti vengano corretti.
Risultato finale? Bah. Per uno come me che tanto ha un profilo Google noto a cani e porci, l’unico problema di Buzz è che è l’ennesimo socialcoso e soprattutto l’ennesimo generatore di doppioni in giro. Per uno più attento alla privacy che non usa Gmail l’alternativa è creare un account con un nickname e non col nome, ma i vantaggi dell’integrazione si perdono. Infine chi usa gmail ma non vuole rendere noti i suoi dati urbi et orbi probabilmente farà meglio a evitarlo.
Ultimo aggiornamento: 2010-02-12 14:07
No. Google wave preview era un’interfaccia raccogliticcia appicciata sopra un nuovo protocollo di comunicazione (google wave, appunto). Lo scopo di google wave era di dare un’idea agli sviluppatori di quello che si poteva fare con il protocollo.
Immagino che sotto il cofano di buzz ci sia proprio google wave.
@ilbarbaricore: non credo.
SE mi dici “Google Wave è nato per capire come fare un socialcoso” potrei essere anche d’accordo; ma Wave ha un protocollo interno completamente diverso da quello della email, e anche le funzionalità sono diverse, a ben guardare.
Ho rivalutato wave da quando ho scoperto il plugin per scrivere in LaTeX…
@zar: plugin per usare LaTeX? Linka che magari rivaluto Wave :-)
Per scrivere in LaTeX devi invitare, nell’onda, anche l’indirizzo Watexy@appspot.com – poi ci pensa lui a spiegarti come fare per scrivere formule.
Come hai detto, il vantaggio di Buzz e’ che integrato in Gmail.
Per cui anche persone come me che usano Gmail ma a malapena sanno cos’e’ FriendFeed e che dovrebbero fare opt-in ai socialcosi, se lo ritrovano li
e dicono “evvabbe’, visto che c’e’, lo provo”.
Cosi’ Google puo’ far partire il servizio Buzz gia’ dai primi giorni con 50-60 milioni di utenti invece di guadagnarseli uno ad uno.
(poi ci sarebbe da discutere quanto e a cosa servoni i socialcosi, ma questa e’ una’altra storia)
Quello che ha detto maxxfi. Inoltre, il mio account gmail è nome.cognome, e per quanto riguarda possono pubblicarlo dappertutto (io ho pure un google calendar pubblico). Ho anche un account gmail come nickname, ma su quello non uso buzz :-).
che si sia visibili per nome e cognome mi pare BENE, non MALE
Google deve aver avuto un bel po’ di feedback:
passeranno da un modello auto-follow ad un auto-suggest (G. prendera’ solo l’iniziativa di suggerire con cui fare buzz insieme, ma richiedera’ all’utente Gmail di approvare la scelta), e un nuovo tab dovrebbe apparire nelle preferenze di Gmail (a me non e’ ancora apparso)
http://gmailblog.blogspot.com/2010/02/new-buzz-start-up-experience-based-on.html
In tutto questo vien da chiedersi quanti $$$ ci siano dietro da aver spinto Google ad attivare questo servizio con tutti gli onori senza passare prima per Labs o per lo status Beta.