Le fiabe sono per i bambini. Beh, una volta non era così, ed è solo perché ormai siamo moderni e “scientifici” che si è arrivati a questo dogma. Peccato che i bambini restino bambini, che le spiegazioni “scientifiche” del come succede qualcosa per loro sono incomprensibili – tanto che chiedono il “perché”… – e le fiabe servono loro per avere un modo comprensibile di rapportarsi alla loro realtà. In questo libro (Paola Santagostino, Come raccontare una fiaba, Red Edizioni 2004, pag. 87, € 10, ISBN 978-88-70315493) la Santagostino spiega tutte queste cose e suggerisce ai genitori quali storie non raccontare, come interagire con i bambini (il genitore inizia una storia e la fa finire al bambino, oppure l’opposto, o ancora il bambino crea tutto da solo la favola) e dà indicazioni anche agli insegnanti che vogliono fare questa attività a scuola.
Nonostante la brevità del testo, il libro è molto chiaro, essendo scritto in un linguaggio comprensibile; ogni capitolo ha anche un riassunto che in una paginetta raccoglie gli elementi fondamentali. L’unica difficoltà è forse per un genitore avere abbastanza fantasia, prontezza e capacità di guidare il proprio figlio alla creazione di storie… ma non so se questo possa essere insegnato da un libro.
Ultimo aggiornamento: 2009-12-17 07:00
Uh, puoi fare un esempio di storia da non raccontare? (Compatibilmente con la tua attuale situazione disagiata…)
storie che finiscono male o dove i buoni e i cattivi non sono solo buoni e solo cattivi (il bimbo ha bisogno di certezze); storie troppo esotiche che il bimbo non capisce (paradossalmente l’idea che ci sia un re che comanda o qualcuno che per magia faccia arrivare le cose è molto più vicina all’esperienza del bambino della vita reale; a casa non c’è un parlamentino che discute cosa fare, e la pappa arriva sempre per magia)
Le fiabe si possono pure leggere, e non solo le fiabe: per appassionare i bambini, fin da piccolissimi, alla lettura (accompagnandoli in questo percorso fino all’adolescenza) ti consiglio anche COME UN ROMANZO, di Pennac. È un libro bellissimo e io, ispirata dai suoi suggerimenti, sono riuscita a rendere da sempre appassionato alla lettura e ai libri un ragazzino che è svogliato e difficile in quasi tutto il resto.
Ciao!
Senza aver letto il libro, da papà con una figlia avente una fervidissima immaginazione, posso dire con una certa sicurezza che il libro è inutile. Inutile se si pensa di usarlo con (tutti?) i bambini. Forse ottimo per far lavorare di ingegno i genitori.
Non credo esistano storie da non raccontare. Esistono forse storie da adattare. Personalmente mi sono trovato, pensando di scoraggiarla visto che lo stavo leggendo io e volevo farlo in santa pace, a leggere alcuni capitoli dell’inferno di Dante. A 4,5 anni! Ebbene, non solo si sono dimostrati molto interessanti anche senza capirci nulla (Papi! Non interrompere sempre con le tue spiegazioni! Leggi bene!), ma le spiegazioni truculente sono state ben memorizzate e non hanno creato paure particolari.
E poi mi sono trovato a spiegare una storia di Dylan Dog e una di Julia, che in fatto di mostri e violenze non scherzano. E’ vero, ho un po’ barato nelle spiegazioni e alcune pagine sono saltate… però guai a raccontare una storia nuova senza i cattivi: non è valida!
ciao
nicola.
@zar: ok, non sono fiabe e non sono proprio per bambini piccoli ma un esempio che alle volte si fa (specie nell’educazione in area cristiana) è Gandalf vs Harry Potter.
Gandalf (e gli altri personaggi della saga di Tolkien) sono abbastanza chiaramente buoni o cattivi, ed inoltre la storia è ambientata in un mondo fantastico lontano -> il bambino capisce facilmente che è solo una storia inventata (e può elaborare sul confronto buoni vs cattivi)
Harry Potter è ambientato invece in un universo molto più simile a quello dove il bambino vive, ed alcuni personaggi hanno un ruolo ambiguo -> il bambino può essere indotto a credere che i maghetti esistano davvero.
@nicola non mi sono spiegato bene. I cattivi devono esserci nelle favole! Quello che non ci deve essere è un cattivo sì ma non troppo, insomma una persona reale che anche se cattivo dentro può magari fare una cosa buona. I bambini non hanno ancora la capacità di capire queste finezze. Al limite il cattivo può pentirsi alla fine e cambiare vita :-)
E’ vero che il cattivo *deve* esserci e *deve* essere *solo* cattivo, che le sfumature non sono gradite e nemmeno i ripensamenti. Ma quello che non è gradito nelle storie, lo si interpreta nei giochi: mia figlia chiacchera amenamente con tutti i “cattivi” delle storie che guarda, a mo’ di personaggi immaginari. E’ lei che aggiunge sfumature umane ai cattivi delle storie.
Tutto questo per dire che incasellare il mondo fantastico dei bambini e i loro desideri è cosa ardua. Meglio navigare a vista. :-)
ciao
nicola.
Da grande fruitrice di fiabe prima e romanzi fantasy/avventurosi/fantascienza/tutto quello che non è attualità, credo che leggerò il libro recensito.
Ci sono alcune fiabe più cupe di altre, me le ricordavo vagamente perchè i libri da cui ce le leggevano non erano miei… sono riuscita a ritrovarle qui:
http://www.ibs.it/code/9788833909288/franz-marie-louise-von/ombra-male-nella.html
confesso di aver saltato una buona parte delle elucubrazioni psicoanalitiche dell’autrice per concentrarmi sul testo dele fiabe e sulla loro prima analisi ( che non coincideva per nulla con l’idea che mi ero fatta da bambina leggendole)
Avessi dei bambini probabilmente “il signore degli anelli” sarebbe una delle prime cose che leggerei, insieme alla “storia infinita”, alle fiabe classiche e ad vari miti e leggende
I bambini adorano sentire leggere le storie, praticamente tutte, ma soprattutto le favole.
Poi per fare qualcosa di bello quando sono un po’ più grandi, ti consiglio di leggere La grammatica della fantasia di Gianni Rodari, del quale avevo letto favole e filastrocche ai miei figli con grande godimento loro e mio. In quel libro ho imparato un gioco bellissimo per genitori che come me hanno poca fantasia: le favole alla rovescia. I miei ancora ricordano con spasso La brutta sveglia nel deserto.
Per me, ma sopratutto per le mie bambine, le fiabe sono un luogo dove dare libero sfogo alla fantasia, dare forma e colore alle proprie idee, alle proprie passioni e perchè no anche alle proprie paure. Non esistono fiabe da NON raccontare o temi da NON affrontare, le fiabe, soprattutto quelle inventate direttamente con i bambini, sono uno straordinario mezzo per affrontare anche temi molto delicati, che sarebbe davvero difficile affrotare in modo “scientifico”. E’ quello che mia moglie ed io abbiamo fatto – con grande soddisfazione, nostra e delle nostre bambine – dando vita a Giocafiabe (www.giocafiabe.it); un’esperienza che ora stiamo portando fuori dalle mura domestiche, organizzando laboratori di creazione fiabe con gruppi di bambini in età scolare. Ciao Paolo