macché TFR scippato!

Mica l’ho capita, io, tutta questa levata di scudi contro l’ipotesi di passare al Tesoro i fondi TFR.
Innanzitutto, il vero scippo c’è stato quando l’INPS si è presa dalle aziende con più di 50 dipendenti questi fondi, che erano sì formalmente dei dipendenti ma servivano in pratica per avere denaro quasi liquido a un tasso di interesse sicuramente conveniente. In secondo luogo, questa mi sembra più che altro una partita di giro… a meno che non serva per poter dire che l’INPS è in rosso (cosa più o meno vera, anche se non a brevissimo termine) e quindi aumentare i contributi per i lavoratori e/o allungare l’età pensionabile. Quello che però è strano è che nessuno sembra aver fatto questa ipotesi. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2009-12-09 17:14

4 pensieri su “macché TFR scippato!

  1. mfisk

    Mi sembra che Bonanni-Angelini-Polverini parlino di tutt’altro che del tema della questione, che è: “che si deve fare con i soldi del TFR girati nel fondo INPS”?
    Epifani dice che bisogna usarlo per investimenti e non per spesa corrente, e questa mi sembra una sacrosanta verità, dal momento cha anche nella struttura dei bilanci d’impresa il TFR era una fonte di finanziamento a lungo termine, ideale quindi per sostenere investimenti di lungo periodo.
    Utilizzare i fondi per finanziare spesa corrente non mette a rischio le prestazioni ai lavoratori, ma certo non fa del bene all’economia.

  2. .mau.

    sì, ma cosa sta facendo adesso l’INPS con quei soldi? Immagino nulla, il che significa che usarli per spesa corrente è appunto una partita di giro: prima lo faceva un ente statale, adesso lo fa il Tesoro. Altra cosa è usarlo per investimenti (che non siano il ponte sullo Stretto di Messina).
    Comunque quando ero un giovane amministratore della cooperativa mensa dello Cselt (la gloriosa CAMLC) investivamo il TFR dei dipendenti in pronti contro termine… certi anni il nostro bilancio è stato in pareggio grazie a quegli utili. (A nostra parziale discolpa, abbiamo sempre dato l’anticipo del TFR a tutti i dipendenti che ce lo chiedevano, anche se la legge ci permetteva di darlo a una sola persona l’anno, se avessimo voluto)

  3. pietro

    il problema è: adesso questi soldi sono dell’INPS, lo stato li prende e li utilizza per coprire una parte del bilancio pubblico e quindi come spesa pubblica, questo significa che una parte del debito pubblico viene scaricata sul deficit dell’inps, e dato che la sostenibilità dell’inps dovrebbe essere garantita dall’equilibrio tra entrate ( contributi ) e uscite ( pensioni ) per pareggare i conti o si aumentano i contributi o si riducono le pensioni, alla fine è comunque un esproprio nei confronti dei avoratori, perchè se lo stato garantisse esplicitamente questi soldi, la garanzia in questione dovrebbe essere considerata nel computo del deficit di competenza, e quindi sarebbe assoluatmente irrilevante dal puto di vista della copertuira finanziaria della spesa pubblica.

  4. marcoxa

    A pensar male si fa peccato, ma ….
    Bottom line. Prima che il TFR fosse “investito” (dall’INPS o da altri), questo non era nient’altro che un modo di sovvenzionare le imprese. Tanto quanto lo sono le tredicesime. Tant’è vero che il diabolico D’ALema, durante il suo governo zittì dall’oggi al domani la cagnara sulle “pensioni” fatta da Confindustria ed i suoi accoliti nella stampa dicendo: potremmo parlare anche di TFR (nel senso di: lo versiamo direttamente in busta paga ai lavoratori, come si fa praticamente in tutto il mondo). Morale della favola, ha ragione “di pietro” ed hai ragione tu, .mau., a pensar male.
    A preust
    Ntuniott

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