Ecco un libro (Eduard Estivill e Silvia De Béjar, Fate la nanna, Mandragora 1999, pag. 118, € 8, ISBN 9788885957305, trad. Ana Ortiz Fernandez) per cui non ci sono vie di mezzo; o lo si ama alla follia o lo si stronca senza pietà. Il “metodo nazista” per convincere i bambini a dormire regolarmente è certo pesantuccio: quando è ora di dormire, dopo aver dato la buona notte al bambino non lo si tocca più per nessuna ragione. Peggio, ci si può far vedere, in modo che non si creda abbandonato; ma chissà se poi non si sente ancora più sconcertato. Ci sono però dei suggerimenti utili, tipo creare una routine senza cercare di inventarsi ogni volta chissà cosa e ricordarsi di essere il più possibile tranquilli per non ingenerare ansia nel pupo; per il resto l’attuale situazione di casa mi farà comunque aspettare due mesi prima di valutare se mettere in pratica il metodo oppure no, e quindi sospendo il giudizio :-)
Ultimo aggiornamento: 2009-10-28 07:00
Me lo hanno prestato al momento opportuno, l’ho scorso velocemente e presto dimenticato. Trovo che incuta terrore senza motivo e amplifichi le ansie ed insicurezze dei genitori.
I bambini vanno naturalmente a dormire e dormono tutta la notte filata nel loro lettino nella loro cameretta. All’inizio (primi mesi) fanno fatica a cambiare e capita che una sera o due facciano incredibili scenate, ma poi passa.
E’ normale che i genitori stiano tranquillamente insieme la sera in soggiorno a conversare o in camera da letto a dormire (altro all’inizio non si ha forza di fare…), mentre nell’altra camera si sentono urla strozzate e pianti commoventi provenire da un bambino in buona salute e lontano da pericoli. Di solito questo succede per 3-4 sere e mai più.
Poi ci sono le malattie, le notti in cui si svegliano e non riprendono sonno, le richieste di entrare nel letto dei genitori, ma sono cose normali e capitano assai di rado.
Se invece si prova appagamento assecondando le proprie ansie ed insicurezze, se si passano notti su notti in bianco tremanti perché il fantolin fa un zic nel sonno, allora è il libro che fa per voi. Ci troverete la coppia che carica il bimbo in auto la sera e fa i giri attorno all’isolato, quella che non dorme da mesi ed ha l’esaurimento nervoso. Vi spiegheranno la complessa manovra psicologica di sradicare il pargolo dal lettone all’età di 2 anni, scoprirete che il divano non è il giaciglio naturale del papà, eccetera.
Ho preso/letto prima di te diversi libri sulla prima infanzia :-).
Ecco alcune mie recensioni/giudizi in generale.
Il tuo libro non l’ho letto, però mi ha colpito il tuo approccio alla recensione…
Prima di tutto, essendo di norma dei manuali (cioè libri che ti dicono come-fare-cosa) o sono utili o non lo sono: amore od odio non c’entrano, direi.
Io ho trovato che di norma: a) molti libri di questo tipo scoprono l’acqua calda b) altri sono del filone new-age, nostalgia-dei-tempi-andati, salutisti e tantra con suggerimenti palesemente assurdi o ridicoli c) a volte vengono scritti da chi non ha mai avuto un bambino e si vede d) molti potrebbero essere lunghi la metà ma l’editore i dice che così non va bene e devono apparire completi e quindi si ripetono N volte le stesse cose. Insomma, ben che va sono utili a metà.
Solo un libro mi è veramente piaciuto, nel senso che mi ha fatto imparare delle cose non banali, ma è più sul versante scientifico della crescita e procreazione più che sull’educazione dei genitoti. Purtropo stanotte Lorenzo mi ha fatto un poderoso reset del cervello e non me lo ricordo, ma domani ti mando il titolo.
La mia opinione personale (ho una bambina piccola ma non sono un puericultore né un pediatra) è che il libro di Estivill abbia gli stessi fondamenti scientifici dell’oroscopo e delle cure dei guaritori filippini. Poi, se uno è disperato ci si può rivolgere senz’altro, dando una patina pseudoscientifica alla tentazione di lasciar piangere il pupo finché non sviene, e magari per caso funziona pure.
Libro da leggere insieme a “Facciamo la nanna”, libro meno noto che gli fa il controcanto, criticandolo drasticamente.
La mia opinione – ed esperienza personale come padre – è che a)il bimbo deve dormire nella sua culla prima possibile, e appena possibile in una stanza separata da quella dei genitori; b)non bisogna dare al bambino nessun motivo per alzarsi dal letto, durante la notte: non bisogna dargli alimenti o bibite, non bisogna sollevarlo per calmarlo, non bisogna distrarlo con giochi e giochini; c)bisogna osservare orari e abitudini il più possibile costanti, specie nei primi mesi di vita; d)bisogna osservare una rigorosa routine nell’avviamento alla nanna, tipo cena-bagnetto-coccole/favola-sonno, in cui i gesti siano sempre gli stessi e fatti sempre dalla stessa persona; e)se si sveglia durante la notte bisogna fare il minimo indispensabile per riaddormentarlo: agire con fermezza, serenità e velocità, e in ogni caso non restare a lungo accanto al bimbo, ma allontanarsi non appena si calma: deve abituarsi a riprendere sonno da solo.
Ovviamente poi è bene curare la temperatura della stanza dove dorme, che non sia troppo coperto, che il pannolino non gli dia fastidio, il nasino sia libero etc.etc.etc.; e naturalmente, occorre che il bimbo sia complessivamente sereno.
C’è poco altro da fare, e nei casi disperati non vedo di cattivo occhio l’uso di qualche leggero farmaco ad hoc, perchè la cosa peggiore è quando il mancato sonno distrugge la serenità familiare.
Nostra esperienza:
Creare serate standard:
per esempio: cena (1h), abluzioni (40m), storia (10m), nanna (1s). Necessaria la puntualità, senza esagerare.
Coccole: tutte le volte che vengono richieste e anche di più! :-)
Risultati:
1) figlia che dorme nel suo letto da sempre.
2) Eccezioni: malattia, incubi (rarissimi), risveglio di sabato e domenica mattina (solo su richiesta e dopo aver dato alternative, tipo tirare subito fuori i colori e disegnare. Se durante la settimana si sveglia alle 7 di mattina, non pensate che il sabato o la domenica si dorma di più. Anzi, preparatevi a svegliarvi alle 6.30, che deve finire un disegno.)
3) Nessuna pipì a letto.
4) A 4,5 anni ha già dormito diverse notti dai nonni, in una camera tutta sua. Senza genitori. Che intanto festeggiano… ‘-)
Suggerimenti:
All’inizio il neonato ha i suoi orari. Solo col tempo incastra le sue esigenze sui vostri ritmi. Se c’è bisogno della poppata notturna, il pupo non si fa scrupolo di svegliarvi e va assecondato.
Quando è abbastanza grande e ha un letto singolo, al posto di farlo andare nel lettone, andate voi da lui. Magari su una poltrona comoda o con una brandina di fianco. Risultato: il bambino si abituerà al fatto che il vostro letto è vostro e uno dei genitori dormirà. Almeno.
Il bambino più grande ci proverà: alle 4 del mattino: “Papi, possa andare nel lettone?” “No, è ora di dormire, mettiti giù.” “Mi racconti una storia?” “Sì, vado un attimo in bagno e torno.” Torno e dorme. Se non siete sicuri di questo se ne accorge e verrà con voi nel lettone. Sicuro al 100%. Qualche volta la spunterà lui lo stesso. Ma saranno vere eccezioni. (1-2 volte anno)
Leggi i libri e fai come ti pare. E’ il metodo migliore. :-)
Condivido quello che dice jan.
ciao
nicola.
Noi ci siamo trovati bene con questo:
Titolo: Il bambino: dalla nascita ai 6 anni
Autore: Leach Penelope
Editore: Mondadori Electa (collana Illustrati. Salute e bellezza)
Data di Pubblicazione: 1998
ISBN: 9788804447467
Dettagli: p. 560
Facendo poi di testa nostra, ovviamente. :-)
ciao
nicola.
@mestesso: avrei potuto scrivere “ha una distribuzione dei voti estremamente polarizzata”. Cambia qualcosa?
@nicola: qui la poppata notturna non è considerata “non dormire di notte”, ma un diritto costituzionale del bambino.
Più che altro, adesso i piccoli sono troppo piccoli per qualunque cosa.
Ho una bimba di venti mesi (la stessa bimba di Daniele Gewurz, per inciso) e sono una anti-estivilliana convinta. Approvo il suggerimento di P.G. di leggere anche “Facciamo la nanna” (Grazia Honegger Fresco, Il Leone Verde Edizioni, 2006, ISBN 88-87139-91-1), che demolisce tutto quello che c’e’ da demolire di Estivill.
Oltre alla mancanza di fondamento scientifico, il metodo Estivill va contro il piu’ basilare istinto di una mamma: consolare il suo bambino che piange. Trovo fisiologicamente impossibile rimanere ferma e calma mentre mia figlia si dispera da sola in un’altra stanza. E finora il mio approccio ha prodotto una bimba tranquilla, non particolarmente viziata, che salvo un paio di risvegli dorme tutta la notte serena e beata.
Libro da scartare, come ha scritto qualcuno: a noi ha creato dubbi e paure inutili.
Con Elle e’ stata dura, ma per scarsa esperienza nostra, e la lettura del libro non ci ha aiutato. Tentando di applicare il metodo abbiamo passato serate allucinanti (noi e Elle, ovviamente) senza risultato alcuno se non litigi e ulteriori paure. Un successivo approccio tranquillo e sereno, suggerito da gente con esperienza vera (semplici genitori, non pseudo-professori), ha funzionato senza problemi.
Con Gi, partiti con meno dubbi e un po’ di vissuto, abbiamo un bambino che dal primo mese si addormenta da solo nel suo lettino nel giro di 10 minuti. Il tutto con il libro in questione perso da qualche parte (forse nel cestino della carta da riciclare).
Ecco il libro che stamane non mi ricordavo e che ritengo il migliore della dozzina che ho letto:
Desmond Morris, Il bambino – Mondadori ISBN 978-88-04-55639-8
Prova a leggerlo, forse piacerà anche a te/tua moglie.
il libro della Leach non è male, se tuo figlio ha voglia di adeguarsi. il mio primo faceva esattamente l’opposto di quanto mi aspettassi dopo aver letto il libro (facendomi sentire terribilmente in colpa e inadeguata). la seconda riproduceva perfettamente i comportamenti e le abitudini descritte.
l’unico consiglio sensato che ho sentito (e applicato con un certo successo) è questo: quando il neonato si sveglia di notte, assicuratevi che sia davvero sveglio e non stia solo facendo versi nel sonno. se lo tirate su e non è davvero sveglio non riuscirà a riaddormentarsi, o meglio, non riuscirà a passare da una fase di sonno all’altra senza svegliarsi sul serio. con i miei ha funzionato bene (loro dormivano da subito nella loro cameretta e se c’era da stare alzati si stava lì, non nel lettone, quindi una poltrona comoda è fondamentale). e comunque, quando sono stati in grado di alzarsi da soli, nel lettone ci sono arrivati lo stesso.
ti abbiamo confuso abbastanza le idee?
ehehehe, butta tutti i libri nel cesso oppure leggili come leggeresti metro, dimenticandoli due minuti dopo averli posati, dall’allattamento al come dormire, cosa mangiare, come vestirli, dove portarli e cosa fargli fare. Tra gravidanza e primi mesi l’overflow informativo è devastante anche perché ognuno ti dice la sua, tanto la verità universale o il consiglio perfetto non ce l’ha nessuno.
L’unica cosa da tenere sempre presente è che ogni bambino è diverso e ogni nucleo famigliare è diverso, tutto il giochino sta nel trovare l’equilibrio di sistema, quello che massimizza il benessere di tutti i componenti senza ovviamente ledere troppo quello dei singoli (altrimenti daremmo ragione alla franzoni :-P), l’equilibrio è ovviamente instabile, mutevole e va visto nel medio periodo (giusto per dire che un paio di notti in bianco ci possono anche stare) e spesso i libri non fanno altro che interferire con una serie di sensi di colpa del tipo “oddio, sto facendo la cosa sbagliata, madre/padre degenere che sono”.
Di solito escono dalla TIN ben programmati sui ritmi sonno pappa, si sono “sprogrammati”? :-O
Seguite l’istinto, è un mestiere difficile ma siamo “geneticamente” competenti per farlo…
La mia esperienza di tre figli coincide totalmente con i consigli di P.G. e di altri. Le regole ci vogliono, i bambini hanno bisogno di routine e devono addormentarsi (e soprattutto riaddormentarsi) da soli. Ma comunque il buonsenso viene prima delle regole.
dovrebbero proibire di parlare di questi libri. Intendo dei libri dei bambini, tutti. Anzi, dovrebb essere proibito per tutti parlare dei bambini. Perché senti tutto e il contrario di tutto, perché tutti hanno tutte le possibili combinazioni di opinioni (anche i medici, e la cosa se ci pensi è bella tosta!), perché ognuno ha la sua soluzione e te la dice come se dovessi accudire il figlio suo, e non il tuo!
Ogni bambino è un caso a sé, non ci sono regole, nemmeno generali. Dormi tranquillo :)
La mia esperienza di tre figli mi porta a condividere parola per parola quel che dice CV (tranne per la TIN, che ho per fortuna evitato).
@P.G.: mi piacerebbe sapere dove hai trovato il pediatra che ti dà un farmaco ad hoc. Io ho pianto in tutti gli studi della città, ricevendo solo “Non si preoccupi signora, vede il bimbo come sta bene?” (infatti quella che stava male ero io, mica lui).
@nicola: per il bimbo (uno su tre) che si sveglia presto a suo tempo ho comprato… una sveglia. E gli ho insegnato che finché non suona può alzarsi e giocare ma non deve svegliare nessuno.
@Barbara: Noi siamo arrivati alla niaprazina soprattutto, ovviamente, per la nostra sopravvivenza psicofisica. Il bimbo era in perfetta salute, allattato al seno per un anno, nessuna malattia; ma i suoi frequenti risvegli notturni associati ai nostri problemi familiari e lavorativi ci stavano rendendo la vita impossibile. Quel che molti pediatri sottovalutano (come da tua esperienza)è che se i genitori finiscono per star male, a causa dell’insonnia, il risultato si ripercuote sul bambino in modo devastante(parlo di liti, incapacità di dargli attenzione, o addirittura PERICOLOSISSIME DISTRAZIONI durante il giorno, colpi di sonno alla guida etc.).
L’essere umano DEVE dormire. Sicchè…dopo mesi di storie e lamentazioni, abbiamo convinto la pediatra a prescriverci il farmaco suddetto. Personalmente sono contrarissimo agli psicofarmaci ed ero molto preoccupato, soprattutto per l’assuefazione, sicchè ho sempre tenuto le dosi al minimo possibile. Siamo andati avanti così quasi per un anno. Poi abbiamo calato e smesso, il bimbo non sembra averne risentito, ora ha 3 anni e da un anno dorme perfettamente, addormentandosi subito e senza risvegli(solo quando ha iniziato l’asilo ha avuto un breve momento critico).
Effetti collaterali non ne abbiamo avuti, almeno nulla di evidente.
@.mau.: alla buon’ora! Finalmente il commento di P.G. si vede!
@P.G.: complimenti per aver trovato una pediatra così ragionevole. Non sono un medico, ma a buon senso direi che un breve periodo di aiuto farmacologico non debba avere effetti di lunga scadenza. E condivido in pieno le tue affermazioni, comprese le maiuscole.
@PG: Noi per una cosa simile (risvegli ogni 40 minuti per mesi) quando eravamo sull’orlo della disperazione siamo andati da un pediatra (medico, allergologo, ex Gaslini) omeopata. Ci ha suggerito la strada della possibile intolleranza alimentare alle proteine del latte. Abolite quelle, dopo una settimana si dormiva *tutti* tutta notte.