Un chiaro segno che io sia un matematico dentro e non un fisico è dato dal fatto che saranno quasi quarant’anni che mi chiedo perché i tram abbiano solo un filo per prendere la corrente mentre i filobus ne hanno due. L’illuminazione (ammesso sia corretta…) l’ho avuta venerdì, vedendo i tram a Padova che hanno una sola rotaia e non due. Notate che qualche anno fa ero stato a Padova, avevo visto la singola rotaia che era appena stata posata, ma non ci ho fatto caso. Assodato che il tram non sta in equilibrio sulla rotaia ma si muove su ruote, ho realizzato che la rotaia gli serve per avere una terra; il filobus, che tocca l’asfalto con le gomme, ha invece bisogno di un secondo filo di rientro.
Non so se gioire per questa mia scoperta oppure darmi dell’imbecille per non esserci mai arrivato.
Ultimo aggiornamento: 2009-10-23 12:00
Non vorrei dire una cavolata, ma penso che la rotaia per il Metrobus di Padova abbia un significativo ruolo di “guida” per il mezzo, al di là del fatto che torna comoda per la massa.
A latere, mi spiace essere scappato così senza salutare tutti, ma in quel momento tu e Nick eravate girati e non potevo far casino per richiamare la vostra attenzione :-D
Sulla scia di questa scoperta, ti sei chiesto le metropolitane che non hanno neanche il pantografo come fanno? :-)
Sei un matematico non un ingegnere ;-)
Saluti
Non vorrei dire una cavolata, ma è per la terra, forse?
E la metropolitana, in realtà è quel binario centrale che ha la funzione di filo per un “pantografo” che passa SOTTO i vagoni (mai toccare quello più uno dei due binari contemporaneamente per non finire fritti)
Letto questo incomincio a dare ragione a un mio prof del poli che diceva: “La differenza tra un ing informatico e un informatico? Il primo sa che il pc ha anche un cavo per la corrente” ;)
@maxxfi: la terza rotaia è nota a tutti, non per nulla in genere qui a Milano la gente si suicida sulla linea 1 che è l’unica ad averla :-)
@Laura:
e’ questo uno dei motivi peculiari per cui, a Milano, i suicidi in metropolitana tendono a scegliere per l’insano gesto la linea rossa, che ha l’alimentazione elettrica nella 3.a rotaia a terra, e non le altre due linee, a pantografo.
@.mau.: come già detto, è roba da ingegneri: certi fisici sono pure peggio dei matematici ;-).
@.mau. & Mago Fabian: dall’approccio sulla questione suicidi a Milano si vede che siete dei tennici e non delle persone “normali”.
Le persone non tecniche scelgono la linea 1 perché è la più affollata, dove si fa più notizia buttandosi dentro. Per tutti (e soli) i depressivi vale la regola “il suicidio come rivincita verso l’indifferenza degli altri verso sè stessi”. Per chi si suicida invece sotto la pressione di altre dinamiche (tipo “non sono in grado di tirare avanti in queste condizioni economico sociali”) vale esattamente l’opposto: andarsene alla chetichella.
Poi certo, tutto questo non esclude la versione “mi ammazzo fulminato versus dilaniato”, ma nessuno di voi si è mai chiesto per quale motivo aspettano che il treno arrivi quando la corrente c’è sempre ;-)?
Al di fuori del mestiere, c’è tutto un altro mondo che vale la pena esplorare.
Spiegando in parole povere da ingegnere: la corrente eletrica per compiere un lavoro (riscaldare, muovere un motore, elettolizzare, etc) deve stare in movimento (per questo si chiama corrente) quindi ha bisogno di un conduttore per entrare e un altro per uscire dall´utilizzatore. Nel tram l´entrada é via pantografo e l´uscita sono le rotaie, nei filobus ci vogliono due fili aerei, nel metro esiste la terza rotaia per entrare e i binari per uscire o un conduttore laterale e i binari. Tutti questi sistemi sono a corrente continua e normalmente, anche se impropriamente, il conduttore di ritorno é chiamato terra.
Sono sicuro che chi vuole uccidersi in metropolitana nel 99% dei casi non ha la minima idea di come sia alimentata la stessa… l’idea è “mi butto sotto il treno”.
P.S. La rotaia di Padova, per via della sua forma, è nota per essere assassina per bici e moto (nel senso letterale, già c’è stato un motociclista moto).
@mestesso: capirei che nessuno si buttasse giù sulla gialla che vale poco, ma la verde romperebbe le palle come la rossa, eppure nessuno lo fa. Per il buttarsi solo quando arriva il treno è ovvio: meglio aumentare la probabilità di restarci secco, no?
@.mau.:ma la verde romperebbe le palle come la rossa
Come numero di passeggeri forse sì, ma vuoi mettere con la qualità? La verde la percorrono molti sfigati (me incluso), mentre la rossa passando nella city e nei quartieri bene è decisamente più chic. Anche e soprattutto per quelli alla canna del gas. Voglio anche aggiungere che non è una idea mia, ma di uno psicologo che conosco…io sono d’accordo e la diffondo.
@mestesso se la ragione fosse quella, tutti si butterebbero sotto la gialla :-p
Quello che una volta s’è gettato sotto la gialla tra Corvetto e Porto di Mare doveva proprio essere sfigato. Il fatto di avermi fatto prendere il treno a Rogoredo con tre ore di ritardo me lo fa definire anche stronzo.
@.mau,.: dai, enumera le stazioni in zona ricca sulla gialla e sulla rossa. La rossa ha almeno nove stazioni in zone assai ricche. La gialla??? Ne ha cinque in zona lusso, quattro in zona da galera :-P.
Ma scusa, tram e filous non vanno a UWTB (di Vonnegutiana memoria)?
Faccio l’ingegnere cattivo e ti inoculo due nuovi dubbi (il primo facile da debellare, il secondo potrebbe causare un encomio all’eventuale debellatore).
– come fa una linea tranviaria a incrociare una linea filoviaria?
– come fa il tram, con il solo ausilio delle rotaie (che si’, sono il “negativo” della sua alimentazione) e la linea aerea (che e’ il “positivo”, a corrente continua, mi pare sui 600V), a controllare gli scambi?
@MarcoB: la prima è facile, ci sono pezzi di filo che non hanno corrente (ci sono i filobus che fischiano quando passano su un tratto senza corrente…) Per la seconda posso cavarmela dicendo che a Milano hanno bloccato tutti gli scambi generalmente inutilizzati e ci sono spesso degli omini che li spostano a mano? No?
Buona la prima, sbagliata la seconda.
Cioe’, ci sono scambi bloccati/inutilizzati, ma ce ne sono centinaia usati e spostati al volo dal manovratore del tram che arriva, senza scendere.
Se circoli regolarmente per Milano ti lascio il divertimento di scoprire come fanno, sbirciando anche che manovra esegue l’omino alla guida e com’e’ fatta la linea aerea nel punto in cui arriva il pantografo quando il tram sta per impegnare lo scambio con le ruote… non vado oltre, se no e’ troppo facile :-)
Aggiungo solo: quando l’ho scoperto, e fatto confermare da un manovratore (si’, sono malato), mi e’ nata una certa ammirazione per chi ha progettato le linee tranviarie elettriche a Milano all’inizio del secolo (scorso).