E la Pace sia con Obama

Barack Obama sarà tanto bravo e farà chissà quali cose; e i Nobel per la pace si sa che sono spesso stati dati per ragioni che non hanno esattamente a che fare con la pace – si veda Arafat, Rabin e Peres nel 1994, Kissinger e Le DucTho nel 1973,
Ma Alfred Nobel scrisse che il premio sarebbe dovuto andare “alla persona che avrà fatto di più o meglio per la fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione delle armate in campo, e per l’indizione e la promozione dei congressi di pace”. Diamo per buono il primo punto; sul terzo non mi pare abbia fatto alcunché; sul secondo è persino in controtendenza. Non è che ci sia qualcosa che non va?
(vedi anche S.: «Certo che ora appare nella massima assurdità che il Premio Nobel per la Pace 2009 rifiuti di incontrare il Premio Nobel per la Pace 1989.»)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-09 11:29

7 pensieri su “E la Pace sia con Obama

  1. delio

    aspetta che ora arriva luca sofri a spiegarti tutto.
    (comunque, il fatto che due premi nobel non si incontrino mi sembra una boiata. non si sarebbe trattato di un incontro accademico tra premi nobel, ma di un incontro politico tra due capi di governo (uno vero e uno autonominato). mi sembra che di fronte alla politica reale le onorificenze passino in secondo piano, no?)

  2. ALG

    Ovviamente non essere perplessi sarebbe sbagliato. Ma penso che la perplessità a priori sia controproducente, voglio dire, quanti di noi sono rimasti perplessi su alcuni Nobel per la letteratura semisconosciuti? Erano immeritati? E gli esempi si possono sprecare (credo che Sofri citasse Walesa che mi sembra un buon esempio). In un certo senso io vedo questo premio Nobel come un atto di valore politico, una sorta di investitura ad Obama, un appoggio concreto a quanto finora a detto e cercato di fare sul piano diplomatico.
    Poi la frase di Nobel è una dichiarazioni di principi ma non va presa alla lettera, così come non va presa alla lettera un’altra dichiarazione di principio come il fatto che nella costituzione si dica che l’Italia “ripudia la guerra”.
    Ciao

  3. Claudio

    Mau, il premio Nobel assegnato a Obama non è un premio dato alla persona, ma a una statura politica. Così come ogni decisione che Obama ha preso o prenderà non è sua decisione personale ma collettiva. La non decisione di incontrare il Dalai Lama non mi turba.
    Riflettiamo: si tratta di un leader religioso (e politico) che incontra il capo di una superpotenza che può esacerbare gli animi di una seconda superpotenza.
    La decisione di non incontrarlo ufficialmente è stata la più saggia, in un momento di disequilibrio come questo. Più saggia anche nei confronti di un paese come il Tibet. Che non ne avrebbe tratto alcun vantaggio.
    La diplomazia ha bisogno di tempi lunghi, di pazienza e comprensione reciproca.

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