Segnali di fine della crisi

Io non ho mai capito esattamente la storia che “i mercati scontano già le notizie economiche”, che è la scusa che ti tirano fuori quando le banche centrali abbassano il costo del denaro e le borse vanno in perdita. (“Sì, ma il ribasso lo si aspettava, e quindi nei giorni scorsi erano salite…”) Vediamo se ho capito il giro del fumo.
Una decina d’anni fa le offerte a rate erano spesso presentate come “dieci più uno”: pagavi dieci rate di un decimo del totale, oltre a un anticipo sempre del 10%. Poi, col calare dei tassi, la formula era passata a “dieci e mezzo”: sempre dieci rate dal 10%, più una del 5% del valore. Adesso mi è capitato tra le mani un volantino della Saturn, dove è pur vero che ti offrono di iniziare a pagare tra sette mesi, ma abbiamo di nuovo undici rate del 10% (TAN sopra il 10%, TAEG sopra l’11%). Per la cronaca, il tasso di usura è il 24% abbondante.
Possiamo dire che l’aumento del costo delle rate presuppone un aumento dei tassi a breve, il che a sua volta presuppone un miglioramento della situazione economica globale? no?

Ultimo aggiornamento: 2009-08-18 14:15

5 pensieri su “Segnali di fine della crisi

  1. Bubbo Bubboni

    Per gli economisti tradizionali bisogna sempre fare previsioni positive perché le previsioni si avverano sempre (non subito, ma sempre che è più facile).
    Quindi si può dire e si dice.
    Ma non è “””vero”””. Se guardi fonti diverse vedi indicazioni opposte, ad esempio un noto conto di deposito offre interessi attivi calanti al crescere del tempo per cui i soldi sono vincolati. Quindi si aspettano che i clienti prevedano che continui il calo dei tassi con il solito fine di sostenere l’economia e di riavviare i consumi.
    Quando le imprese si aspettano che i consumi saranno crescenti acquistano macchinari per produrre di più. Questo sarà l’unico segnale affidabile di fine della crisi, il resto sono tentativi di far fuori le scorte, di campare almeno un altro mese, di spremere i fornitori e i dipendenti, di non ammazzare il budget, di sperare in almeno un bonus, di accontentare gli amici, di non perdere consenso politico, ecc.

  2. Tooby

    >Io non ho mai capito esattamente la storia che “i mercati scontano già le notizie economiche”, che è la scusa che ti tirano fuori quando le banche centrali abbassano il costo del denaro e le borse vanno in perdita.
    Sì, ma di quanto l’hanno abbassato? E perché? E qual erano le attese degli analisti (e quindi del mercato)? Non è mica tanto semplice. :)
    Qualche giorno fa la Fed ha svolto la sua consueta riunione mensile. Le attese erano di lasciare i tassi fra lo 0 e lo 0,25, e la Fed ha fatto così, senza sorprese. Ma perché dopo l’annuncio le borse sono salite? Perché contestualmente la Fed ha rilasciato anche un’analisi economica abbastanza positiva.
    Capire i mercati a posteriori è abbastanza facile, ma capirli mentre ci sei dentro è praticamente impossibile: nel caso che hai citato, ci sono grosse possibilità che il mercato sia stato spinto dalle attese al rialzo, magari oltre il suo livello naturale, e nel momento in cui la decisione è stata resa nota, sono partiti i realizzi perché l’attesa che spingeva il mercato non c’era più; oppure, contestualmente all’abbassamento dei tassi, la BC rende noto che l’economia sta andando peggiorando. E se la BC dice questo, perché mai le borse dovrebbero festeggiare? :)
    >Possiamo dire che l’aumento del costo delle rate presuppone un aumento dei tassi a breve, il che a sua volta presuppone un miglioramento della situazione economica globale? no?
    No, possiamo dire anche che in giro ci sono meno soldi (probabilmente perché sono in tanti a chiedere aiuto in crisi o, non necessariamente in alternativa, le banche non offrono il denaro che ricevono). I soldi quindi, essendo più rari, finiscono per costare di più. Quando qualcuno si lamenta che le banche non prestano i soldi che le BC hanno prestato loro non scherzano mica. Il bear rally market (e i risultati da capogiro di certi affaristi) di questi mesi dovrebbe essere la prova che i soldi sono finiti in borsa e non nell’economia reale (o al massimo sono andati a rinforzare il capitale di sicurezza delle banche gravemente eroso dalla crisi). La crisi ha generato un’alta richiesta di finanziamento, ma le banche non vogliono rischiare. La crisi aumenta il rischio che i soldi prestati non tornino indietro, e quindi le banche chiedono un premio maggiore per quel rischio. La domanda di soldi è alta e non soddisfatta, quindi, come in tutti i mercati, compreso quello del credito, i prezzi salgono. Facile, no? ;)
    Per il resto è tutto come dice Bubbo Bubboni, anzi, aggiungerei che i segnali positivi degli ultimi mesi provengono da miglioramenti solo fittizi (ad esempio, la domanda cresce perché sostenuta dalla spesa pubblica; le imprese ricominciano a produrre perché hanno esaurito le scorte, ma una volta che queste scorte saranno ricostituite saremo punto e a capo). Dice bene quando dice che la crisi finirà quando riprenderanno gli investimenti privati, ed è per questo che si scongiurano le banche a prestare denaro affinché quegli investimenti ripartano.

  3. vb

    Credo anche che, semplicemente, stia aumentando il numero di cattivi pagatori dunque le finanziarie del credito al consumo si stiano cautelando aumentando i ricarichi.

  4. .mau.

    (e io che speravo che l’incipit e quel “no?” finale rendessero chiaro che non credevo affatto a tutto quello che stavo scrivendo…)

  5. mfp

    Non so che dirti, non c’ho mai capito niente. Io mi limito a vedere le condizioni numeriche a contorno, e tastare il polso del popolino (neanche a dirlo: solo mio microcosmo, non ho il dono dell’obiquita’) per strada. Ad esempio telefono ad un amico che fa il venditore in un’assicurazione (ie: le loro direttive, essendo l’ultima ruota del carro, dicono tutto); a novembre 2008, poco dopo Berlusconi “Dobbiamo assolutamente riportare l’etica nella finanza” e’ stato detto di non sgravare con la fiducia de Gli Altri, e fare polizze il piu’ possibile. Questi dettagli invece non mi dicono niente.

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