Prima che l’italica stampa si svegli, vi segnalo in anteprima dalla BBC questa notizia. In pratica, un gruppo di matematici dell’università di Ottawa hanno scritto un articolo (qui il PDF) sugli effetti per la razza umana di un’invasione di zombie. Dal punto di vista matematico, l’articolo è assolutamente corretto, e mostra vari scenari possibili (tutti con un pessimo risultato per la nostra specie, mi affretto a dire), e qualcuno potrebbe anche pensare “beh, hanno fatto un articolo di questo tipo semplicemente per ottenere i titoli dei giornali, ma in pratica è un semplice studio di diffusione di un’epidemia”. Peccato però che tra le ipotesi iniziali da cui discendono i vari scenari c’è sempre quella fondamentale in caso di zombie: che i morti ritornino in vita… ehm, a vagare per il pianeta. Insomma, qualcosa di piuttosto improbabile all’atto pratico.
D’altra parte, il portavoce del gruppo è tal Robert Smith?. No, non è un errore di stampa: il suo cognome è “Smith?”, con il punto interrogativo finale. Nella sua home page, Smith? spiega che secondo la legge australiana (dove è nato) il punto interrogativo fa a pieno titolo parte del proprio cognome, e che la cosa gli è molto utile per riuscire a distinguersi da tutti gli altri Robert Smith. (Checché ne dica, però, Google non riesce a discriminarlo: ve lo dice uno il cui nickname contiene due punti agli estremi :-( )
Ultimo aggiornamento: 2009-08-18 09:52
Se il chiamarsi Robert Smith gli causava problemi, poteva cambiare completamente nome, che ne so, Steven Patrick Morrissey …
@Mike: se non ho capito male, sono stati i suoi genitori a mettergli il punto interrogativo finale; però ammetto di avere solo scorso velocemente la sua homepage.
Sì ma la BBC oggi ha esagerato un po’ con la storia degli zombie: http://farm4.static.flickr.com/3489/3832454109_64db1b9788_o.png
@Marco: si vede che non è solo l’italica stampa ad essere così….
@mike: No, è che il punto interrogativo è per chiedersi se è proprio lui, cioè il cantante dei Cure
Cosa che tra l’altro spiegherebbe l’affinità con il tema zombie
:)
Chissa’ se il nostro eroe chiede anche di pronunciare il suo cognome con tono interrogativo :-)
Certo che presentarsi con un curriculum che parte da ricerche sul trattamento delle fogne, passa per studi su microbi rettali ed infezioni vaginali ed arriva ad una analisi degli effetti di una invasione di zombie, beh il ? passa quasi inosservato.
Ma…
matematici più pazzi della media umana,
o della media dei matematici?
:-P
@weissbach: che domande, la seconda ch’hai detto!
sono fiero di me!
secondo me al Corsera mi leggono ;-)
Se avessero usato i droid invece degli zombie i risultati sarebbero stati sempre positivi per gli uomini, al netto ovviamente delle vittime necessarie (che sono poi quelli che partono troppo presto rispetto al resto della falange; gli Spartani erano forti perche’ combattevano in sincronia perfetta!)… provare per credere. Prima di tutto perche’ I Droid Sono Come Le Aquile: sono paranoici… si rubano da mangiare tra di loro anche in condizioni di abbondanza, e invece in quel paper presuppongono che gli zombie non si attacchino tra di loro. Secondo poi perche’ li’ presuppongono (a) che sia gli uomini che gli zombie sono tutti uguali, mentre nel caso dei droid sono si’ tutti uguali… ma gli umani no (es: credere in un dio o una qualunque altra forma di misticismo… idealismo magico… e’ il movente perfetto per andare in guerra! Un soldato credente e’ piu’ efficace di uno non credente), (b) fanno scontri 1vs1, mentre se avessero un’arma ottica/acustica/etc (broadcast) che fa cuocere le cervella allo zombie…
Insomma, mi sembra piu’ un modello macroeconomico (ie: fallimentare) che una guerra tra uomini e zombie. Mau, ti va di rifare il modello aggiungendo queste considerazioni e pubblicare anche i diagrammi (bodhe, nyquist, quella roba li’; io non ce la faccio piu’… oltre che troppo sega, sono pure troppo sclerato per disciplinarmi matematica-mente) per visualizzare gli eventuali punti di instabilita’? Sarei cosi’ curioso di vedere cosa accadesse se per esempio oggi piombasse un aereo sul Colosseo e dalla terra cosi’ smossa saltassero fuori i droni armati di nanocosi, lasciati da un ufo migliaia di anni fa. Te ne sarei grato a vita… pensa un po’? :)
@mfp: non ne sarei capace, e soprattutto garantisco che in questi giorni non ho affatto tempo, oltre che non reggermi in piedi.
Stai male!? :(
Era tanto per dimostrare a Maxxfi che il cv conta poco. Perche’ io le modifiche a quel modello non l’ho mica trovate scientificamente. Mi fido di Gellman: “You Don’t Need Something More – gli zombie – To Get Something More” (basta entrare in un centro commerciale). Ad esempio Kary Mullis crebbe a botte di LSD; all’epoca lo davano ai bambini “troppo vivaci”. Poi tra una surfata e l’altra si sintetizzava droghe in garage (facendo saltare tombini di fronte ai poliziotti 200 metri piu’ avanti nello stesso isolato dove viveva). Infine – qui si riconosce il pazzo – scrisse un articolo talmente fatto bene che Nature glielo pubblico’. Segandosi pero’ le palle per quando – e qui invece si riconosce il genio – ne scrisse un altro in cui descriveva la PCR e l’editore non glielo pubblico’ per semplice vendetta (l’arma degli ottusi). Infatti poco dopo con la PCR lui vinse il Nobel, l’editore di Nature se lo prese ‘nder culo, e noi scoprimmo la genetica. Joshua – Daimon, 1-1 palla al centro, se ho ben capito Bulgakov. Mentre i messi incravattati che gli notificavano il Nobel stanno ancora aspettando davanti alla porta dove li ha lasciati… (“uh, bello, aspettate un attimo”, bam, e’ uscito dal retro e si e’ andato a fare una surfata)
Se dovessimo guardare ai CV, soprattutto qui che sono autoreferenziali e in genere non verificabili… io penso di essere stato l’unico coglione della mia generazione ad aver scritto un cv vero fino a che un tizio pur di prendere un lavoro non me lo altero’ lui, senza neanche dirmi niente, e allora capii che era inutile… ho smesso di tenerlo aggiornato… e poco dopo ho smesso di lavorare. Cosi’ come prima avevo smesso l’universita’; e infatti oggi chi ha continuato si sta’ attaccando al cazzo (lo stipendio lo trova, ma non gli basta) rispetto a chi si e’ messo a lavorare dopo il liceo (s’e’ gia’ comprato casa e qualcuno ha anche un figlio).