Salari ingabbiati

I casi sono due. O la boutade estiva dei salari differenziati per regione serve per gli scopi fatti intuire da Maramotti nella sua vignetta di ieri, oppure sono giusto polverone che la Lega ha sparso per coprire il suo vero scopo: differenziare i salari dei dipendenti pubblici. Nel privato la differenza c’è già, non foss’altro che perché la contrattazione aziendale è molto più forte al nord; lo stipendio nella funzione pubblica invece è al momento per definizione uguale ovunque. Epperò…
Considerando che non penso sia costituzionale fare concorsi pubblici su base regionale, e considerando che comunque non possono vietarti di prendere la residenza in un’altra regione, come può ragionevolmente finire la cosa? Il lavoratore viene a nord, vince il concorso, e dopo un po’ chiede il ritorno al sud. Non possono decurtargli lo stipendio ad personam (non ci sarebbe un'”indennità nord”, ma proprio uno stipendio diverso), quindi tornerebbe giù con uno stipendio più alto. Tradotto in altri termini: i più furbi guadagneranno di più.
Mi resta solo da capire se i legaioli ci sono arrivati da soli.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-12 12:46

8 pensieri su “Salari ingabbiati

  1. Tooby

    A parte il fatto che un’idea del genere è l’ennesima trovata statalista appoggiata da un premier liberale (se, come no), non serve a nulla o addirittura danneggia gli interessi del Paese. Gli stipendi devono essere adeguati non all’inflazione, bensì alla produttività.

  2. Massimiliano

    Non so se differenziare i salari dei dipendenti pubblici su livello regionale evitando le furbate che citi sia fattibile… ma personalmente ero rimasto colpito da questo articolo:
    http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1286
    E mi trovo sostanzialmente d’accordo con l’idea che differenziali così significativi (oltre il 20%) tra salari nel pubblico e nel privato siano assolutamente nocivi per il mercato del lavoro e per la crescita del Sud.
    Al di là delle considerazioni sulle disuguaglianze tra i salari reali dei dipendenti pubblici delle diverse regioni, che IMHO non è eretico fare a priori.
    Certo un altro degli effetti della Lega è travolgere tutto con demagogia e populismo impedendo che si avviino dibattiti seri su certe tematiche.

  3. mestesso

    Guarda, per me e’ iniquo che un insegnante a Milano non possa praticamente vivere senza un altro reddito ed a Crotone (due miei ex colleghi sono di li’ e mi dicono come vanno le cose) siano gran signori facendo lo stesso lavoro e con lo stesso impegno. E non sono leghista!
    @tooby: guarda che neppure i liberisti accaniti hanno il coraggio di dire quello che dici tu, per un semplice motivo: loro si’ che sanno quanto e’ il valore REALE dei soldi che ti danno, e ti danno SOLO quello che SUL TERRITORIO e’ considerato UN BUON STIPENDIO per il lavoro che fai. Mica le solite sparacazzate sulla produttivita’. Sai che un tizio che conosco, per fare il MANAGER in cina per una grande ditta si e’ visto offrire lo stipendio di un equivalente figura cinese? Perche’ tanto devi vivere la’ e quindi il salario vale l’economia locale, mica quello ipertrofico di un italico. Vedi tooby, si vede che conosci soloo la teoria e non la pratica.

  4. Tooby

    @mestesso: è un ragionamento miope volto al breve periodo. È ovvio che se vai in Cina ti daranno l’equivalente di un lavoratore cinese nella tua stessa posizione. Ma in un più lungo periodo gli aumenti (reali) di salario devono essere correlati all’aumento della produttività. Aumentarli semplicemente in base all’aumento del costo della vita crea pericolose spirali inflattive senza alcun tipo di guadagno: hai dimenticato la scala mobile? Te la rinfresco: poiché gli aumenti di salario non premiavano la produttività, risultava che tali aumenti erano superiori agli aumenti di produttività stessa. Se il prodotto rimane lo stesso, ma aumenta il denaro per acquistarlo, si crea inflazione, perché hai la possibilità di comprare più di quanto venga prodotto e per correggere questa distorsione i prezzi aumentano, creando nuova inflazione, che farà automaticamente aumentare i prezzi e punto e a capo. Se invece premi la produttività, tu non fai altro che redistribuire la ricchezza prodotta grazie a quell’aumento di produttività.
    In pratica, visto che ti piace tanto, se nell’anno X l’impresa ha un fatturato di 100 e paga stipendi per 50, se c’è un’inflazione (che ricordo essere calcolata su un paniere di beni) al 10%, l’anno prossimo dovrà pagare 55. E chi ci dice che il fatturato a sua volta sarà aumentato del 10%? Non è plausibile ritenere che il prezzo di quel bene prodotto è aumentato di solo il 5% (o anche meno, anche diminuito), e di conseguenza il fatturato sia aumentato meno dell’inflazione? Alla fine non fai altro che passare denaro dalle imprese al lavoratore, con la possibilità di mettere in difficoltà quell’impresa, farla chiudere e buonanotte al secchio pure per il lavoratore (visto che il lavoratore si ritrova a posto con 55 di stipendio, mentre l’impresa si ritrova con 50 di utile, dunque in termini reali ha perso).
    Al contrario se dall’anno X all’anno X+1 sei passato da un fatturato di 100 a uno di 110 grazie all’effetto della produttività, puoi aumentare della stessa misura gli stipendi aumentando anche il tuo utile (da 50 a 55). E se c’è un’inflazione al 10% non fai altro che distribuirla fra impresa e lavoratore, alleviando la sofferenza ad entrambi, e non sulla singola impresa (come accade per la scala mobile) e non sul singolo lavoratore (come accade in questo disastrato Paese).
    Ah, quello che hai detto su Milano e Crotone è una scemenza: accomodati http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,24_ART_101163,00.html?lw=24;7 . Gli squilibri di cui parli sono dovuti a diverse “filosofie di vita”, chiamiamole così. Invece di parlare per sentito dire (suppongo per questo che tu non sia “sudista”), ti invito ad andare a viverci al sud (da dove provengo) e di farmi sapere. Credo che avrai grosse sorprese (sempre che riesca a rimanerci: i miei zii meridionali ormai trapiantati da vent’anni a Milano non riescono a rimanervi più di una settimana; un’altra mia zia si era trasferita per amore a Milano, dove viveva e lavorava suo marito, ma stava uscendo pazza a rimanervi ed è ritornata a casuccia sua; e pure io, che sono a Milano da appena tre anni, comincio a dare segni di insofferenza ogni volta che sono “costretto” a scendere. Tutta colpa di quelle differenti filosofie di vita).

  5. .mau.

    ricordo solo il tema principale di codeste notiziole: state buoni e non picchiatevi.

  6. mestesso

    @Tooby: guarda che al sud la spesa al supermercato non la fa nessuno o quasi :-). Perche’ l’economia parallela (bancarelle, l’amico al nero, etc) fa da padrone. E costa meno del super, garantito. L’articolo che hai messo del Sole da questo punto di vista e’ patetico e teorico come il resto che hai detto. Peggio, hai mai fatto una ricerca sui prezzi degi affitti? siamo al 50% per cento rispetto a Milno. quanto incide la casa a milano e quanto a Crotone?
    Ancora, per quale motivo due persone con la stessa produttività i due insegnanti di Milano e Crotone, devono vivere male uno e bene l’altro?
    Per il magnager italiano in cina, se il tuo datore di lavoro ti dice vai 2 anni laà e poi forse ritorni, tu devi mantenere la casa in italia, giusto? E con che soldi la paghi, con i renmibi?
    @mau scusa per il tono, ma la malafede mi fa incazzare.

  7. Tooby

    >guarda che al sud la spesa al supermercato non la fa nessuno o quasi
    Avendoci vissuto per una ventina d’anni, ti dirò che non mi risulta. In qualunque luogo del sud mi sono ritrovato, si è sempre fatta la spesa in un supermercato. Forse i meridionali sono meno zulù di quello che pensi. (Parliamo, ovviamente, di città che possono sostenere un supermercato, quindi sopra i 10mila).
    >Perche’ l’economia parallela (bancarelle, l’amico al nero, etc) fa da padrone.
    Stranamente qui (hinterland milanese) vedo la gente con i furgoncini a vendere fragole, angurie e compagnia bella come nella mia città d’origine; un giorno alla settimana si fa il mercato (su il venerdì, giù il lunedì). Ogni tanto passa l’amico con una busta di verdure appena colte nell’orto, e questo in entrambi i luoghi. Non vedo differenze.
    >L’articolo che hai messo del Sole da questo punto di vista e’ patetico e teorico come il resto che hai detto.
    Ok, falla tu una bella indagine, allora. Fino ad ora stai parlando per sentito dire, di empirico ci hai messo solo il fastidio.
    >Peggio, hai mai fatto una ricerca sui prezzi degi affitti? siamo al 50% per cento rispetto a Milno. quanto incide la casa a milano e quanto a Crotone?
    E siamo d’accordo.
    >Ancora, per quale motivo due persone con la stessa produttività i due insegnanti di Milano e Crotone, devono vivere male uno e bene l’altro?
    Oh, abbiamo chiarito l’equivoco. Spiego meglio: sì alla contrattazione decentrata, sì allo sguardo volto all’inflazione locale, ma un NO categorico all’adeguamento automatico dello stipendio all’inflazione e soprattutto con la produttività come driver fondamentale per gli aumenti salariali. → Più estesamente. http://blog.tooby.name/economia/gabbie-salariali-distorte/
    >Per il magnager italiano in cina, se il tuo datore di lavoro ti dice vai 2 anni laà e poi forse ritorni, tu devi mantenere la casa in italia, giusto? E con che soldi la paghi, con i renmibi?
    Affittala.
    >scusa per il tono, ma la malafede mi fa incazzare.
    Sei uscito con un colpo di testa (“si vede che conosci soloo la teoria e non la pratica”) alla prima risposta, e poi dici che in malafede ci sono io? Ma sei proprio sicuro di non essere un leghista? Perché io cerco di parlare piano, ma il bastone sono sempre pronto a usarlo.

  8. marcoxa

    … NB. Credo che sia ancora in vigore la legge (sempre inosservata) che un dipendente pubblico debba risiedere antro un raggio di 50Km dal posto di lavoro.

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