attenti all’ordine!

Oggi il Presidente della Repubblica ha promulgato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009, “recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali”, come ci spiega il sito del Senato.
Contestualmente o quasi, il Presidente della Repubblica ha emanato il decreto-legge correttivo della legge suindicata. Napolitano ha dovuto fare molta attenzione all’ordine in cui ha firmato – anzi, prego notare la finezza dei verbi: una legge si promulga, un decreto si emana – per evitare che la Cronopolizia venisse a fare storie perché era in vigore una modifica a qualcosa che non esisteva; ma non poteva fare aspettare troppo tempo, altrimenti qualche furbetto del codicillo si sarebbe intrufolato nell’interregno.
Siamo arrivati a un nuovo minimo storico persino per il nostro parlamento: si approva una legge sapendo che è sbagliata ed è da correggere mentre la si porta alla controfirma. (Occhei, c’è chi dice che “il Governo ha ascoltato il Parlamento”. Ma stiamo parlando di Gasparri.) Una persona ingenua avrebbe potuto chiedersi perché mai la legge non è stata modificata direttamente a Palazzo Madama; la risposta ovviamente è che facendo così sarebbe dovuta ritornare alla Camera, e i deputati se ne stavano già a godersi le meritate ferie. Una persona forse ancora più ingenua avrebbe potuto chiedersi come mai, se il decreto legge originario era del primo luglio e la Camera l’ha approvato con modificazioni il 28 luglio, queste modifiche non erano staste messe subito. La risposta è semplice: come ho già scritto più volte, il governo Berlusconi IV non solo lavora per decreti legge e ddl di iniziativa governativa, ma non fidandosi della sua maggioranza bulgara non si perita di chiedere la fiducia a ogni piè sospinto, previo singolo maxiemendamento preparato evidentemente in fretta e furia senza valutarne le conseguenze.
Il tutto esacerba un’altra pessima abitudine italiana, quella delle leggi che contengono tutto e il contrario di tutto. Qualcuno deve aver pensato che visto che abbiamo troppe leggi conviene promulgarne di meno; ma in pratica non cambia nulla, visto che nella stessa legge possiamo trovare ad esempio norme anticrisi e rifinanziamento delle missioni militari italiane, oppure trovare strani emendamenti (quando non viene chiesta la fiducia) che non c’entrano nulla col testo della legge cui sono applicati ma aggiungono lacciuoli o prebende sperando che almeno per un po’ nessuno noti la cosa. E mi sa che sia questa la vera ragione per cui si lasciano le cose in questo modo: è un peccato, perché altrimenti sarebbe più semplice riuscire a fare delle leggi coerenti e non errate a priori come adesso. Lo so, non succederà. Lasciatemelo però chiedere.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-03 16:37