Avete presente le brugole? se mai avete comprato qualcosa all’Ikea non potete certo dire di no. Io avevo passato più di un terzo di secolo felice e spensierato, ma alla fine sono stato costretto a comprarmene qualche set, anche perché sulla bicicletta ti servono sempre.
Bene: ho casualmente scoperto che la brugola si chiama così perché è stata inventata dal Egidio Brugola, fondatore della Brugola OEB Industriale (che se facesse il sito anche in italiano sarebbe meglio) di Lissone.
Ultimo aggiornamento: 2009-07-29 13:00
incidentalmente, l’attuale “Mister Brugola” è il cugino della mia compagna :-)
e vive essenzialmente di royalties
Ciao, volevo replicare semplicemente che in Svizzera (e Germania) si chiama chiave Inbus.
Poi mi sono imbattuto in questo (da http://elvetismi.googlepages.com/i):
Inbus, chiave inbus -> Brugola = chiave maschio esagonale per viti a testa cava (De Mauro e Garzanti online), dal nome dell’inventore Egidio Brugola -> Wikipedia. Chiave inbus (scritto a volte anche imbus, imbuss, inbuss) ricalca il tedesco Inbusschlüssel. Inbus è acronimo di Innensechskantschraube Bauer und Schaurte, dal nome dell’impresa tedesca Bauer & Schaurte , che rivendica a sua volta l’invenzione di questo tipo di chiave meccanica -> de.wikipedia. Inbus è usato in diversi altri paesi, oltre che in Svizzera -> en.wikipedia. L’ho trovato anche su qualche pagina web italiana. Inbus, come brugola, è usato sia per la chiave sia per la vite, eventualmente con la precisazione: chiave (a) inbus, vite (a) inbus, come in italiano si trova chiave (a) brugola, vite (a) brugola = vite/bullone a testa esagonale cava. Le più recenti chiavi e viti “a stella” sembrano essere chiamate Torx (marchio registrato) in Ticino come in Italia -> Wikipedia.
Ecco su facebook per questo cliccherei “i like”, qui mi tocca scrivere un po’ :D
Al momento il sito è solo in brianzolo?
Torx e brugola non sono sono la stessa cosa…
La Torx è un po’ una brugola “on steroids”, con le dimensioni delle punte della stella ingegnerizzate per resistere alla coppia di torsione più alta possibile.
Comunque, per darti il benvenuto nel mondo della viteria, ti dò altre due chicche
1) Se ti è mai capitato di “spanare” l’intaglio di una vite a stella, non è il caso di smadonnare. Quell’intaglio è fatto apposta per cedere e consumarsi quando la coppia di torsione supera quella massima ammissibile per la vite (altrimenti questa si sarebbe spaccata nella giuntura, perdendo tenuta). Questo deriva dall’uso originario delle viti a stella, cioè quello aeronautico. Non esistendo ancora gli avvitatori dinamometrici, era molto più semplice stringere le viti con un avvitatore senza controllo di coppia o velocità: quando la testa si spanava, la vite era tirata al massimo e quindi era ok.
2) Quando questa necessità è stata superata dall’uso di metalli migliori per le viti e dalla diffusione degli avvitatori dinamometrici, divenne fondamentale impedire che la punta del trapano girasse a vuoto, per non rovinarla: nacquero allora le punte a doppia stella, dette “Pozidrive”. Oggi sono diffuse quanto quelle a stella normale, e molti non ne conoscono la differenza: il modo migliore per rovinare vite e cacciavite è usare una testa pozidrive su una vite normale (il contrario è possibile, per via della progettazione retrocompatibile).
ah ah l’avevo sentito anche io ma non ci avevo creduto, infatti la wikipedia inglese racconta un’altra storia… http://en.wikipedia.org/wiki/Hex_key
In realtà questa chiave (hex key in inglese) è stata inventata negli USA nel 1911, e poi brevettata indipendentemente prima in Germania nel 1936, e poi in Italia dal sig. Brugola nel 1945.
andrebbe detto anche che:
– le chiavi in questione sono chiamate chiavi Allen nelle officine meccaniche americane, almeno dalla costa est al midwest. Vedere la prima serie di Prison Break. :)
– negli USA hanno misure diverse (in frazioni di pollice): chiedete ai proprietari di Harley-Davidson.
– le viti erano già in uso su alcuni prodotti americani arrivati in Italia con (e dopo) la prima guerra mondiale, a detta di mio nonno (classe 1911, che era di Gallio e aveva trafficato con materiale di recupero, soprattutto radiotecnico/telefonico).
– i sig.ri Brugola si vantano dell’invenzione ignorando palesemente l’esistenza delle chiavi Allen.
– ci sarebbe molto da dire su come venissero/vengano concessi i brevetti!
In ritardo, mi sembra di poter confermare che Brugola fu il brevettatore italico, non un inventore. In inglese sono infatti “allen wrenches”, come mi spiegò un ciclista sulla via Ostiense anni fa.