Letizia e l’alcol

Finalmente, leggendo il comunicato comunale, ho capito perché tutti stanno dicendo che l’ordinanza milanese antialcol per i minorenni è una prima assoluta in Italia. Non solo non si può vendere bevande alcoliche a chi ha meno di sedici anni (cosa che credo sia legge); non solo non si può più somministrare bevande alcoliche a chi ha meno di sedici anni (a Monza lo stanno già vietando dal primo luglio), ma saranno anche vietati consumo, detenzione e cessione anche a titolo gratuito. Insomma, se ti vedono bere un sorso di birra e non hai sedici anni ti faranno pagare 500 euro di multa, anzi “solo” 450 se paghi subito.
L’ordinanza mi pare semplicemente una cagata pazzesca (cit.). È vero che è la logica conclusione di una frase come “il 34% dei ragazzi di 11 anni hanno già avuto problemi di alcolici”, che sembra più farlocca di uno dei tanti sondaggi tirati fuori dal cappello del nostro PresConsMin e che è verificabile esattamente come questi ultimi. Ma è anche vero che non è certo con le grida proibizionistiche che si arginerà l’eventuale fenomeno dell’alcolismo giovanile, e sicuramente non si bloccano le minigang, per non parlare delle gang maggiori. Ma volete mettere il vantaggio di poter dire ai media che “Milano si pone ancora una volta in prima fila”, riuscendo a evitare di far parlare di tutto il resto per cui è ben in fondo alla classifica anche solo italiana?

Ultimo aggiornamento: 2009-07-21 13:00

7 pensieri su “Letizia e l’alcol

  1. Il barbarico re

    Quando avevo 15 anni sono stato in Canada, dove bisognava avere 19 anni per comprare sigarette e alcool. C’erano poi un sacco di altre regole idiote, per esempio niente concerti per i minorenni se nella sala si vendono alcolici.
    Un giorno abbiamo incontrato un gruppo di neodiciannovenni sbronzi. Da allora sono fermamente antiproibizionista!

  2. Barbara

    Una cosa non ho capito. Come genitore, posso dare alcoolici ai miei figli sotto i sedici anni? E i nonni? Gli zii?
    Boh. A me sembrano regole del cavolo. E non me ne importa niente quanti altri stati hanno le stesse regole del cavolo.

  3. .mau.

    @Barbara: da quanto ho capito, no (almeno in pubblico, dentro casa tua dovrrebbero avere almeno un mandato di perquisizione). Che siano regole del cavolo è lapalissiano.

  4. Isa

    Sicuro non fosse “gride” la parola che cercavi?
    grìda
    [da gridare, col genere dei n. collettivi; 1344]
    s. f. (pl. grìde, (evit.) grìda)
    1 (stor.) Bando, editto, decreto che era annunziato dal banditore: le gride delle autorità.
    (Ad ogni modo, continuo a pensare che un problema di alcol e ragazzini troppo piccoli per sapere quello che fanno ci sia.)

  5. Barbara

    @Isa: il problema c’è. Non si risolve col proibizionismo ma educando i ragazzini stessi.
    @.mau.: purtroppo sembra ci sia un sacco di gente che le ritiene regole sensate (oltre all’intero continente nordamericano).

  6. mfisk

    Mio figlio ha cominciato ogni tanto a chiedermi di bere un dito di birra, quando la bevo io: e finora ho (quasi sempre) resistito, malgrado alla sua età bevessi già comunemente il vino ai pasti, seppur diluito con l’acqua.
    Ora resisto assai meno.

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