Massimo Lauria mi segnala questo articolo apparso sul Giornale la settimana scorsa, e che recensisce il libro Morti di scienza (che non penso di comprare né di leggere). Occhei, la colpa del titolo (“Cervelloni che scoppiano: la matematica fa male”) non è di chi ha scritto l’articolo, e quindi non gliela imputiamo. Ma andando a leggere il testo, troviamo frasi che non credo proprio siano state modificate da un cattivo correttore automatico. Prendiamo ad esempio «è un dato inconfutabile, però, che il suicidio rappresenti spesso una tragica tentazione per cervelli abituati a dosi esiziali di calcoli di algebra, fisica o meccanica». È un po’ come io scrivessi “è un dato inconfutabile che spesso i giornalisti non sanno assolutamente di cosa stanno scrivendo”. Certo, ci sono stati e ci sono matematici con tendenze depressivo-suicide: esattamente come ci sono medici, muratori e miniaturisti con tendenze depressivo-suicide. Scrivere poi, parlando del suicidio della fidanzata dela matematico giapponese pure suicida Yutaka Taniyama, «È nociva, come il fumo, anche la matematica passiva?», significa prendersi gioco non dei matematici ma di chi è malato. Posso immaginare che Giuseppe Iannacone non abbia mai avuto un gran bel rapporto con la matematica e abbia trovato un modo per vendicarsi più o meno consciamente; ma forse non era il caso.
Ultimo aggiornamento: 2009-07-16 07:00
Bisognerebbe vedere l’incidenza delle morti per suicidio per categoria professionale per rispondere in maniera adeguata alla domanda, sono convinto che in USA qualcuno questa misurazione l’ha già fatta. Così come sono convinto che l’autore dell’articolo l’ha ripreso da qualche parte (copiando male, naturalmente). Sono le classiche news estive, ogni anno ce ne sono diverse di questo tono squallido.
Cmq, è pur vero che i matematici puri sono personalità *molto* borderline e parecchi meriterebbero cure psicanalitiche, almeno tra i prof universitari che conosco ;-).
Dai… inconfutabile c’è solo l’ignoranza dei giornalisti :P
Non ho voglia di leggere né articolo né libro, ma come spesso accade c’è un fondo di verità in certe affermazioni: è difficile avere una mente fuori dalla media e trovarsi al 100% a proprio agio con ti circonda.
Questo mi ricorda quei vecchi pezzi di Fontecedro (Luttazzi), come quello in cui spiega che la geometria non ha basi solide
:)
Concordo completamente con Fabio Forno.
Carnevale della Matematica #16
Anche la vigilia di Ferragosto il Carnevale della Matematica non fa ferie!