In un modo o nell’altro, il 14 luglio di silenzio è passato. Io il cerotto blu lo lascio, perché i timori per la libertà di stampa ce li ho ancora; ma so bene che la cosa non significa molto.
Quello che dovrebbe succedere è che si faccia qualcosa; e almeno per quanto mi riguarda “fare” non significa mettere il cerottino oppure il bel posterino, ma metterci del proprio. Non credo che uno cento mille blog possano spostare alcunché, però sono assolutamente certo che uno cento mille cartellini/cerotti non servano assolutamente a nulla se non a crogiolarsi nell’idea di essere “importanti”. Vediamo se i fatti mi smentiranno e si inizierà a vedere più informazione da parte di quelli che si lamentano per l’attentato alla libera informazione. (Massimo rispetto per chi non ha alcun interesse al riguardo e ritiene il proprio blog un posto per postare fuffa: la sua è una scelta coerente e legittima, ci mancherebbe altro!)
Ultimo aggiornamento: 2009-07-15 00:00
Fare qualcosa sì, ma cosa? Una marcia? Naaa, non sono più di moda. Occorre un qualcosa che comunichi alla gente in maniera diretta (alcuni direbbero “allo stomaco”) cosa con questa legge si perde.
E’ molto difficile. Se penso che in ambiti molto più tecnicamente progrediti (leggi aziende) nessun magnager al mondo dice agli altri durante il bilancio “se facciamo xyz risparmiamo K” perché così perde budget (e potere) per se stesso, oltre che far la figura di quello poco motivato.
Inoltre il concetto di libertà di informazione è troppo astratto. Ci vorrebbe un esempio plateale, di ingiustizia sociale, meglio se coinvolge i sentimenti che sono cari agli italiani (lo dico senza ironia: io a differenza di altri, non ho disprezzo per la gggente, non fosse altro perché da essere umano ogni tanto mi comporto pure io come gli altri).
Ci ho pensato, ma non ho trovato nulla di efficace. Forse la cronaca ci darà dei validi spunti. Vedremo.
@mestesso: io disprezzo la gggente, e disprezzo me stesso quando mi comporto come la gggente.
Ciò detto, non troverai mai un esempio eclatante contro la libertà di informazione: e se ci fosse, sarebbe qualcosa tipo l’impossibilità di sapere come sono le focosi notti del PresConsMin, cosa che ad esempio a me importuntubo.
@.mau.: ogni serratura ha il suo grimaldello. La serratura della libertà di informazione è più difficile di altre, ma difficile non vuol dire impossibile. O mi puoi dimostrare il contrario?
Se pensi un attimo dove, nel bene e nel male, siamo riusciti ad arrivare, davvero sei così pessimista? E non dico di arrivare all’Utopia eh, io dico arrivare ben prima: siamo arrivati sulla Luna e fatto esplodere l’atomica, per citare due esempi a capocchia. Ci si arriva, se si trova il grimaldello giusto (o sbagliato). Ma ci si può arrivare.
Ah, un ultima cosa: attento a non disprezzarti troppo, perché potresti arrivare a disprezzare il fatto di far parte del genere umano. Senza ironia o disprezzo, sia ben chiaro: facciamo tutti parte del sistema, che lo vogliamo o meno non fa molta differenza. E per dirla prosaicamente, tua moglie ha sposato un uomo, mica un principio :-).
Con tutto l’affetto possibile